Venerdì 26 aprile 2024, ore 14:36

Dibattito

Pensioni: una rivalutazione a metà

Rivalutazione delle pensioni? Si, ma solo a metà. È quanto viene fuori dalle anticipazioni della manovra per il 2023, presentata martedì scorso in conferenza stampa dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Del provvedimento riguardante le pensioni si parlava già da giorni, soprattutto riguardo alla possibilità di procedere a quell’adeguamen to delle stesse al costo della vita che non avveniva da anni. Ovviamente, dopo l’im pennata dei prezzi di energia e beni di consumo, con un’inflazione che ha raggiunto livelli che non si vedevano dal 1984, sarebbe stato impossibile privare della rivalutazione chi vive in condizioni di difficoltà, come i pensionati con redditi bassi: rivalutazione tanto agognata anche da associazioni e parti sociali che, nel tempo, avevano lanciato diversi appelli a difesa di chi non ce la fa più a sostenere le spese di ogni giorno.

Sembrava che il governo avesse finalmente dato ascolto a queste istanze, con la firma da parte del ministro Giorgetti del provvedimento che dal 1° gennaio 2023 avrebbe fatto ripartire il meccanismo di adeguamento al costo della vita, ma tale obiettivo non sarà “cen -trato” da tutte le pensioni. Nella manovra annunciata dal governo, infatti, è sì prevista la rivalutazione delle pensioni al 120% per le pensioni minime e al 100% per quelle fino a circa 2.000 euro lordi al mese, ma per gli importi superiori, ossia da 5 volte il minimo in poi il meccanismo sarà a scalare, con una percentuale di indicizzazione via via sempre più bassa all’aumen tare dell’importo percepito.

Una decisione, questa, che non ha incontrato certamente il parere positivo delle organizzazioni sindacali dei pensionati, per le quali si continua a penalizzare chi ha lavorato per una vita invece di permettergli di beneficiare dei frutti del proprio lavoro.

“ Se – come ha dichiarato la Reggente della Fnp Cisl, Daniela Fumarola – giudichiamo positivamente quanto deciso dal governo per aiutare le famiglie nell’affrontare il caro bollette e l’aumento dei prezzi dei beni di consumo, lo stesso non possiamo fare per ciò che riguarda la tanto auspicata rivalutazione delle pensioni, per la quale ci stiamo battendo da anni. E’ per questo motivo – ha continuato Fumarola – che al governo chiederemo un incontro urgente al

fine di evitare che coloro che percepiscono pensioni superiori a 4 volte il minimo siano penalizzati, e si possa garantire anche a loro la possibilità di beneficiare di un diritto sacrosanto che al momento appare riservato solo ad alcuni”.

Un incontro, quello prospettato dalla Fnp, non solo per affrontare questa contingenza, ma anche per realizzare finalmente una riforma complessiva del sistema previdenziale che vada a colmare le lacune ancora presenti al suo interno. A questo si aggiungono le richieste di modifica di altri contenuti della Legge di stabilità che, come dichiarato dal Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, potranno essere affrontati durante l'iter di approvazione della manovra in Parlamento.

“ Apprezziamo la scelta del governo di dare continuità e consolidare misure già adottate dall’esecutivo Draghi sul caro bollette – ha affermato Sbarra – così come registriamo positivamente l’a dozione di provvedimenti che tengono conto delle sollecitazioni che abbiamo avanzato in questi mesi. Tuttavia bisogna fare uno sforzo in più su politiche di natura espansiva che facciano leva sul rilancio degli investimenti e della crescita, mettendo in priorità il lavoro e l’occupazione. Bisogna operare un forte taglio delle tasse a famiglie, lavoratori dipendenti e pensionati, assicurando il principio della progressività del prelievo fiscale, permettendo la piena indicizzazione delle pensioni, rafforzando il taglio sul cuneo fiscale e togliendo i vincoli di opzione donna. E’ per tutte queste motivazioni – conclude Sbarra – che chiediamo al governo di aprire presto un confronto col sindacato”.

Anna Taverniti

( 26 novembre 2022 )

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