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Pa, testo unico non convince i sindacati

Passi avanti ma ancora tanti passi da fare. La Cisl esce dall’ultimo confronto con il governo sul testo unico sul pubblico impiego (che prelude al Cdm di domani che varerà gli ultimi decreti della riforma Pa) con alcune riserve.

L’ossatura del testo Unico, sottolinea il segretario confederale, Maurizio Bernava, è “ancora debole”. “C’era bisogno di avere più coraggio - aggiunge -, di osare, nell'interesse del Paese”. La Cisl, come spiega Bernava, chiede di intervenire “su organizzazione e produttività attraverso la contrattazione di secondo livello e di permettere al contratto di derogare sulle leggi sia presenti sia future”.

“Ci aspettavamo di più - insiste il segretario confederale -. Manca il coraggio di puntare alla contrattazione. Non è il tempo del conflitto, ma della responsabilità che ognuno deve assumersi per la propria parte. I due obiettivi fondamentali sono i fattori organizzativi e la valorizzazione delle competenze di chi lavora nell'Amministrazione pubblica. La ministra ha detto che, in questi tre mesi, il confronto continua: contiamo di recuperare pezzi importanti per fare il contratto”. Una strada “è stata aperta”, dunque, ma con “parecchie insufficienze”. L’auspicio del segretario confederale è “che Parlamento e governo recuperino le richieste cisline”.

Riserve arrivano anche dalla Cisl Fp. Secondo il commissario della federazione, Maurizio Petriccioli, il Testo Unico non “recepisce ancora lo spirito e gli obiettivi dell'intesa Governo-Sindacati del 30 Novembre2016, e alcuni aspetti per noi essenziali devono trovare ancora una piena soluzione”. 

“Ci sono risultati positivi come la previsione di un percorso di stabilizzazione dei precari - aggiunge Petriccioli -, anche se non è ancora chiaro il periodo di tempo nel quale sono stati maturati almeno 36 mesi di lavoro, così come il riconoscimento ai contratti collettivi della possibilità di integrare le procedure per la mobilità del personale tra le amministrazioni”. Tuttavia, secondo il dirigente sindacale, il riconoscimento del ruolo della contrattazione collettiva nella disciplina del rapporto di lavoro pubblico “ va rafforzato, attraverso strumenti e procedure che consentano al sindacato di concorrere alla condivisione degli obiettivi generali e specifici delle pubbliche amministrazioni, condizione necessaria per valorizzare lo sviluppo della retribuzione accessoria collegata all'innovazione organizzativa e allo sviluppo della qualità dei servizi a beneficio dei cittadini”.

“Ci aspettiamo che il Testo Unico contenga misure e criteri coerenti con la possibilità di assicurare - conclude Petriccioli -, anche nei comparti del pubblico impiego, la graduale introduzione delle forme di welfare contrattuale e di quelle agevolazioni fiscali sulla retribuzione accessoria erogata tramite la contrattazione integrativa che, nel settore privato, concorre ad incentivare la crescita della produttività. Per questo occorre un ulteriore supplemento di confronto durante l'iter di approvazione del decreto legislativo”.

( 16 febbraio 2017 )

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