Sull’Ilva il governo ha deciso di prendere tempo. L’annuncio della proroga, chiesta dai commissari e accordata di buon grado dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, sposta più in là le lancette dell’orologio, al 15 settembre, e concede un pò di respiro ad un esecutivo che denuncia un certo affanno nell’impadronirsi del dossier.
Ilva perde circa 30 milioni di euro al mese e la cassa è agli sgoccioli. Eppure i commissari non hanno chiesto nuovi fondi, si sono impegnati invece a gestire l’azienda con quelli disponibili, ma anche con nuovi sacrifici. Termine questo che ha messo ovviamente sul chi vive i sindacati, i quali però non hanno reagito tutti allo stesso modo. Alla protesta veemente della Fim, che con il suo leader Marco Bentivogli ha definito ”una vergogna” la proroga, denunciando la mancanza di sicurezza e avvertendo Di Maio che in caso di un nuovo incidente si troverà il ministero occupato dai lavoratori, si accompagna infatti una presa di posizione più morbida da parte di Fiom e Uilm. A Taranto il clima è teso. Dopo il consiglio di fabbrica che si è tenuto ieri le Rsu hanno annunciato che, in mancanza di una convocazione a breve, si autoconvocheranno al Mise il 4 luglio. Anche la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan è intervenuta sottolineando che l’occupazione ”va salvaguardata”, insieme alla salute dei cittadini, perché fondamentale per il Paese e la sua presenza sui mercati internazionali.
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