Acque agitate alla Tenaris, gruppo controllato dalla famiglia Rocca che è leader a livello globale nella fornitura di tubi e servizi per l'esplorazione e la produzione di petrolio e gas. Oggi si sono fermati tutti gli stabilimenti italiani per lo sciopero di otto ore indetto dai sindacati. La ragione della protesta è il mancato rinnovo dell’integrativo aziendale, fermo da due anni. Non è detto che lo sciopero riesca a smuovere la trattativa, ragion per cui Fim Fiom e Uilm non escludono altre iniziative a breve. ”Le nostre richieste non sono state nemmeno prese in considerazione, e per questo - spiega Pier Capelli, della segreteria Fim di Bergamo - probabilmente quello di mercoledì non sarà l’ultimo sciopero necessario per far cambiare idee e atteggiamenti alla delegazione della Tenaris”. La trattativa, aggiunge il sindacalista, è stata ”avviata alla fine dello scorso anno e ancora non arrivata a affrontare il nocciolo della questione: Tenaris sta facendo solo “melina” per impedire che l’integrativo possa vedere la luce”.
Alle tensioni con i sindacati fa da contraltare l’espansione del gruppo sui mercati internazionali. Ieri Tenaris ha raggiunto un accordo per rilevare da un gruppo privato il 47,79% del capitale di Saudi Steel Pipe, produttore di tubi saldati quotato sulla Borsa di Riad, per un prezzo complessivo di 144 milioni di dollari.