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Grande distribuzione

Sabato sciopero, #FuoriTutti per rinnovo contratti

#FuoriTutti. Con questo slogan i lavoratori della grande distribuzione organizzata aderenti a Federdistribuzione, distribuzione cooperativa e Confesercenti sciopereranno sabato 7 novembre per chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, dopo 22 mesi di trattative senza esito. Sciopero e manifestazioni in tutta Italia sono stati proclamati da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.

"Si è arrivati allo sciopero -spiega Pierangelo Raineri, segretario generale della Fisascat Cisl- perchè Federdistribuzione ha impostato la trattativa in un modo incompatibile a trovare un accordo. Nelle sue richieste ha portato una riduzione dei costi contrattuali incompatibile con la salvaguardia dei redditi dei lavoratori del commercio, che sono, a nostro parere, una spinta fondamentale per la crescita dei consumi e la ripresa economica del Paese".

Un rinnovo che, da Auchan a Carrefour, da Pam a Despar, passando per tante altri marchi, interessa 300mila lavoratori. "Noi ci auguriamo che presto Federdistribuzione riveda la sua posizione. Stiamo parlando di 300mila persone che hanno diritto ad avere un contratto di lavoro dignitoso. Le posizioni di Federdistribuzione sono legittime ma impediscono di arrivare a un accordo".

Il sindacato è pronto a trattare ma su un punto, avvertono i dirigenti sindacali, non si torna indietro. "Noi abbiamo firmato a marzo scorso un rinnovo di contratto con Confcommercio - spiega Maria Grazia Gabrielli- e non vogliamo scendere sotto quei parametri a livello salariale e contrattuale, anche per questioni di omogeneità a livello di settore".

"Siamo arrivati a questa situazione -sottolinea Gabrielli- dopo 22 mesi di trattative per raggiungere un accordo. Non abbiamo trovato le condizioni per trovare un'intesa. E questo è dipeso dalla volontà delle controparti di allineare al ribasso gli attuali istituti contrattuali di lavoro domenicale, notturno e festivo, ad esempio. Tutto questo, per le aziende, per "per recuperare produttività e flessibilità".

E, conclude Gabrielli, "questo sciopero è un segnale di dissenso ma anche di disponibilità a sedersi al tavolo per arrivare a un accordo. Altrimenti abbiamo già programmato una nuova iniziativa per il 19 dicembre ancora più forte di quella di sabato".

( 5 novembre 2015 )

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