Venerdì 26 aprile 2024, ore 6:57

Industria

Stellantis: per il sindacato è urgente il tavolo al Mise

Le produzioni dei motori Stellantis nel 2021 non migliorano il dato 2020 fortemente condizionato dal blocco produttivo determinato dal lockdown. Negli ultimi 5 anni la produzione dei motori tradizionali ha subito una perdita complessiva nelle produzioni italiane del 35%, determinando nel contempo una riduzione occupazionale di oltre 1.174 lavoratori, se si considera anche l’occupazione persa nelle fabbriche delle meccaniche di Mirafiori e di Verrone collegate strettamente alle produzioni dei motori tradizionali. A renderlo noto è la Fim Cisl che ha effettuato un report dettagliato sulle fabbriche di motori Stellantis in Italia.

“Quello dei motori tradizionali - afferma il segretario nazionale Fim, Ferdinando Uliano - è il settore dell’auto più coinvolto nella transizione ecologica e più esposto ai rischi occupazionali e di prospettiva industriale. Le limitazioni imposte con lo stop produttivo nel 2035 per le autovetture e il 2040 per i veicoli commerciali impongono nel breve periodo scelte necessarie per la reindustrializzazione degli stabilimenti e per la riconversione delle competenze professionali dei lavoratori”. Per il sindacalista gli stessi obiettivi annunciati da Stellantis entro il 2030, 70% di elettrico nelle produzioni per Europa e 40% per gli Usa evidenziano la necessità e l’urgenza di individuare garanzie per le prospettive future di oltre 7mila lavoratori in Italia del gruppo che operano sui motori tradizionali, che si raddoppiano se si considera l’indotto.

“Il Ceo di Stellantis è stato chiaro sul tema dell’incentivazione all’acquisto dei veicoli elettrici e Ibridi - aggiunge Uliano -. Il costo di una vettura elettrica è superiore al 50% di quella con motorizzazioni tradizionali e senza sostegni alla domanda si avranno contraccolpi negativi sui volumi produttivi e ristrutturazioni con ricadute sociali”. Inoltre - riflette Uliano - anche per quanto riguarda la Gigafactory non si comprende come mai il Gruppo e il Governo in sette mesi non siano ancora riusciti a concludere positivamente l’accordo. “Come Fim - aggiunge - riteniamo non si possa attendere ulteriore tempo, chiediamo una convocazione urgente del tavolo Stellantis presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Siamo alla vigilia della presentazione del primo piano industriale del gruppo, non possiamo andare a questo appuntamento in una situazione di indeterminatezza su scelte strategiche per il gruppo Stellantis e il settore dell’automotive”. 

Il sindacalista ricorda che sulla Gigafactory c’è un impegno da parte del Gruppo e del Governo che porta prospettiva e sicurezza anche a tutte le realtà di assemblaggio di Stellantis. “Senza Gigafactory - sottolinea Uliano - tutti gli stabilimenti sono a rischio”. E aggiunge: “Su Termoli dovremo discutere il piano industriale della Gigafactory in dettaglio: partenza investimento, perimetro tutela occupazionale, governo della transizione, percorsi formativi per il cambio delle competenze professionali. Sono ancora aperte le partite per gli altri stabilimenti di motori: Pratola Serra e VM di Cento (Ferrara) e due stabilimenti che lavorano sui cambi: Mirafiori e Verrore. “Per noi - conclude Uliano - è fondamentale che si apra nei prossimi giorni con i vertici di Stellantis Europa e con il Ministero dello Sviluppo Economico un tavolo di discussione su come governare questo processo che vedrà una erosione nei volumi sui motori endotermici e definire quali sono gli interventi di reindustrializzazione sia sul fronte della componentistica elettrica, che ruoterà intorno alle nuove motorizzazioni, ma anche al tema dei semiconduttori quale strategie il gruppo vuole attuare per spostare la catena delle forniture nel nostro Paese”. 

Sa. Ma.

( 24 gennaio 2022 )

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