Il Pil italiano nel terzo trimestre 2025, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto stazionario rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% in termini tendenziali. La crescita acquisita per il 2025 è pari allo 0,5%. Lo rende noto l'Istat in base alle stime preliminari sul Pil del terzo trimestre. Il Pil acquisito è quello che si otterrebbe se negli ultimi tre mesi dell'anno la variazione fosse pari a zero. Nel Dpfp il governo stima per quest'anno una crescita dell'economia italiana dello 0,5%. La crescita zero del terzo trimestre segue il -0,1% registrato nel secondo e il +0,3% dei primi tre mesi dell'anno. Il terzo trimestre del 2025, spiega l'Istat, ha avuto quattro giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al terzo trimestre del 2024. La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, di una diminuzione in quello dell'industria e di una stazionarietà in quello dei servizi.
Da segnalare che d agosto 2025 si stima che il fatturato dell'industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca in termini congiunturali dello 0,7% in valore e del 2,0% in volume, registrando dinamiche negative sia sul mercato interno (-0,1% in valore e -1,4% in volume) che su quello estero (-1,8% e -3,1% rispettivamente in valore e in volume). Per il settore dei servizi si stima una diminuzione congiunturale dell'1,2% in valore e dello 0,8% in volume. Ad agosto 2025, il fatturato dell'industria, corretto per gli effetti di calendario, registra un calo dello 0,1% in valore e dello 0,5% in volume. Per il settore dei servizi, al netto degli effetti di calendario, si rileva un incremento tendenziale dello 0,2% in valore e una diminuzione dello 0,6% in volume, con un calo consistente nel commercio all'ingrosso (-1,7% in valore e -2,2% in volume). Sul fronte del lavoro, a settembre si registra un aumento degli occupati pari a 67mila unità (+0,3%) su base mensile e pari a 176 mila unità (+0,7%) su base annua. Lo comunica sempre l'Istat, aggiungendo che, su base mensile, il tasso di occupazione sale al 62,7%.
"Il numero di occupati, pari a 24 milioni 221 mila, è in crescita rispetto al mese precedente. Aumentano i dipendenti permanenti (16 milioni 551 mila), calano quelli a termine (2 milioni 466 mila) e risultano sostanzialmente stabili gli autonomi (5 milioni 204mila)", sottolinea l'Istituto di statistica. Su base mensile, l'aumento degli occupati (+0,3%, pari a +67 mila unità), indica l'Istat, coinvolge le donne, i dipendenti permanenti e tutte le classi d'età ad eccezione dei 35-49enni che risultano in diminuzione.
L'occupazione aumenta anche rispetto a settembre 2024 (+176 mila unità), sintesi della crescita dei dipendenti permanenti (+417 mila) e degli autonomi (+76 mila) e del calo dei dipendenti a termine (-317 mila). L'aumento riguarda gli uomini, le donne e chi ha almeno 50 anni, a fronte della diminuzione nelle altre classi d'età. Il confronto tra il terzo e il secondo trimestre 2025 mostra un incremento nel numero di occupati dello 0,1% (pari a +31 mila unità). Sempre rispetto al trimestre precedente, diminuiscono le persone in cerca di lavoro (-4,5%, pari a -73 mila unità) e aumentano gli inattivi di 15-64 anni (+0,3%, pari a +36 mila unità). Il tasso di disoccupazione sale al 6,1% (+0,1 punti), quello giovanile al 20,6% (+0,9 punti). L’aumento delle persone in cerca di lavoro (+2,0%, pari a +31mila unità) si osserva tra gli uomini, i 15-34enni e tra chi ha almeno 50 anni, mentre tra i 35-49enni e le donne il numero di disoccupati diminuisce. Il tasso di disoccupazione sale al 6,1% (+0,1 punti), quello giovanile al 20,6% (+0,9 punti).
Rodolfo Ricci
 






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