Domenica 19 ottobre 2025, ore 3:17

Legge di bilancio 

Il Governo accelera sulla manovra: vuole chiuderla entro metà ottobre  

Il governo accelera e punta a chiudere la manovra entro metà ottobre. Con qualche giorno d'anticipo rispetto alla scadenza del 20 ottobre, il disegno di legge di bilancio dovrebbe arrivare sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri insieme al Documento programmatico di bilancio (Dpb) da inviare a Bruxelles. Potrebbe essere messo sul tavolo del Cdm anche il decreto fiscale che spesso accompagna la manovra. Una riunione è al momento prevista per il 13, ma in attesa della convocazione ufficiale la data è ancora ballerina. In vista del rush finale la maggioranza fa il punto e si riunisce a Palazzo Chigi per circa due ore e mezza con la premier Giorgia Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti per fare il punto e sciogliere gli ultimi nodi. C'è da definire se il taglio di due punti della seconda aliquota Irpef, dal 35% al 33%, per dare ossigeno al ceto medio si limiterà allo scaglione 28 mila-50 mila euro, come ha lasciato intuire anche la premier, o se alla fine si estenderà fino a 60 mila come chiede Forza Italia. C'è poi da capire come ridimensionare la nuova rottamazione fortemente voluta dalla Lega: su 8 o 9 anni, con un versamento minimo di 50 euro per accelerare la sanatoria sulle piccole cifre.

L'entità delle due misure, secondo fonti di maggioranza, dipenderebbe comunque dal contributo che arriverà dalle banche. Il governo è intenzionato a chiedere una mano come l'anno scorso, ha già detto la presidente del consiglio, ribadendo che non c'è alcun intento "punitivo". Su un punto tutti sono d'accordo, anche questa manovra - le cui coperture arriveranno anche dai tagli ai ministeri - dovrà favorire famiglie e natalità: quindi si lavora sulle detrazioni fiscali col quoziente familiare e a confermare il congedo parentale facoltativo all'80%. Per la sanità sono invece in arrivo "diversi miliardi in più", assicura il vicepremier Salvini. Dalle opposizioni invece arriva l'appello del leader M5s Giuseppe Conte a condividere con la maggioranza 4 misure straordinarie» da inserire in manovra: maxi taglio delle tasse, aumento consistente dell'assegno unico per i figli, risorse vere per la sanità e il ripristino di transizione 4.0 per le imprese. Giorgetti intanto rivendica i risultati raggiunti.

Nel Dpfp "alcuni dati sono migliori del previsto e il deficit scenderà stabilmente sotto il livello del 3% dal 2026, forse anche dal 2025, vedremo": rispetto ai livelli del 2022 (8,6%), spiega, "in 4 anni avremo ridotto il deficit di oltre 5 punti e mezzo". I conti in ordine danno benefici a tutti e la manovra continuerà il "percorso di consolidamento", assicura, ricordando di avere l'onere politico di "dire molti 'nò": "un peso ben maggiore del prestigio effimero di una copertina internazionale", puntualizza con una stoccata al presidente di Confindustria Orsini. La Banca d'Italia intanto lancia un monito al governo. "Gli interventi di copertura dovranno essere certi", avverte il capo del Dipartimento Economia e Statistica Andrea Brandolini, che invita anche a contenere le misure spot: hanno effetti transitori sulla domanda, aumentano il debito e risultano spesso difficili da rimuovere. . Per l'Ubp, che avrebbe gradito più informazioni, la traiettoria di riduzione del debito dal 2027, si basa su ipotesi ambiziose, come la realizzazione del programma di dismissioni.

E se la prudenza delle stime è "apprezzabile", l'utilizzo "pressoché integrale" dello spazio di bilancio disponibile - avverte l'Autority - espone al rischio di non avere a disposizione ulteriori risorse per esigenze impreviste. Sotto il faro delle istituzioni di controllo finiscono anche le spese sulla difesa. Il quadro del Dpfp sembra non includere, se non in parte, maggiori oneri, e quindi - osserva la Banca d'Italia - servirà una correzione per evitare che la spesa netta assuma una dinamica "più sostenuta". Inoltre, viste le nuove regole europee, un aumento permanente della spesa per la difesa, aggiunge l'Upb, dovrà essere compensato da tagli di spesa in altri settori o "aumenti discrezionali delle entrate".

Rodolfo Ricci

( 9 ottobre 2025 )

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