L'incremento di 833.000 occupati registrato nel biennio 2023-2024 è dovuto prevalentemente alle persone con 50 anni e oltre, questi sono stati 704.000 (ovvero l'84,5% di tutta la nuova occupazione). Il saldo positivo nei primi dieci mesi del 2025 (206.000 occupati in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso) dipende esclusivamente dai più anziani, che aumentano di 410.000 unità (+4,2%), a fronte di -96.000 occupati di 35-49 anni (-1,1%) e -109.000 con meno di 35 anni (-2,0%).
Tra i giovani sono in netto aumento gli inattivi: +176.000 nei primi dieci mesi dell'anno (+3,0%). Nel biennio 2023-2024 l'input di lavoro supera largamente la crescita dell'economia: +3,7% gli occupati, +5,3% le ore lavorate, solo +1,7% il Pil.
Conseguentemente, calano gli indicatori di produttività: -2,0% il valore aggiunto per occupato e -3,5% il valore aggiunto per ora lavorata. In compenso l'Italia è balzata alla quattordicesima posizione tra le economie mondiali per intensità di automazione, con una quantità di robot installati per numero di addetti superiore alla media europea, statunitense e asiatica, e risulta al sesto posto nel mondo per numero di robot industriali installati nel 2023, con più di 10.000 nuove installazioni.
Nel 2024 il valore reale delle retribuzioni risulta inferiore dell'8,7% rispetto al 2007. Nello stesso periodo il potere d'acquisto pro capite ha subito un taglio del 6,1%, nonostante il recente parziale recupero (+2,0% tra il 2022 e il 2024). Tra il primo trimestre del 2011 e il primo trimestre del 2025 (quasi quindici anni) la ricchezza delle famiglie italiane è diminuita in termini reali dell'8,5%. E chi ha perso più ricchezza è il ceto medio.
Nel capitolo welfare, il Censis fa sapere ce il 43,2% dei pensionati garantisce regolarmente aiuti economici a figli, nipoti o parenti.
Il 61,8% ha versato (o ha intenzione di farlo in futuro) un contributo economico a figli o nipoti per sostenere spese importanti, come l'anticipo per l'acquisto della casa. D'altra parte, il 54,2% degli italiani ritiene giusto indicizzare all'inflazione anche le pensioni di valore superiore ai 2.500 euro lordi: idea che riflette la consapevolezza che le pensioni non sono rendite eccesive, perché danno supporto anche a figli e nipoti.
I longevi italiani appaiono sobri nella gestione delle risorse: il 94,2% è cauto nelle spese e tende a risparmiare per affrontare eventuali malattie o condizioni di non autosufficienza, l'89,7% si dichiara attento nella gestione dei propri risparmi a causa della persistente incertezza economica, l'82,2% esercita un controllo accurato e costante del bilancio familiare, monitorando le entrate e le uscite. Si registra inoltre la disponibilità di molti anziani a restare attivi anche dopo il pensionamento: il 72,6% degli attuali pensionati vorrebbe poter continuare a lavorare, ma senza penalizzazioni fiscali.
Il 78,5% degli italiani teme che, se si trovasse in condizione di non autosufficienza, non potrebbe contare su servizi sanitari e assistenziali adeguati. Lo stesso vale per i rischi ambientali: il 72,3% crede che, in caso di eventi atmosferici estremi o catastrofi naturali, gli aiuti finanziari dello Stato sarebbero insufficienti. Di conseguenza, riferisce il rapporto Censis, il 54,7% si dichiara disposto a destinare fino a 70 euro al mese per tutelarsi dal rischio di non autosufficienza, dai danni legati al cambiamento climatico o da altri eventi avversi.
Il 52,3% ritiene di poter ristrutturare i propri consumi, riducendo alcune spese per destinare quanto risparmiato all'acquisto di strumenti assicurativi (vita, salute, non autosufficienza). La disponibilità, tuttavia, non si traduce in comportamenti concreti: il 70,0% degli italiani non sta facendo nulla sul piano finanziario o assicurativo per tutelarsi in caso di non autosufficienza. Solo il 10,7% si dice pronto a ricorrere a polizze assicurative per affrontare questa eventualità. La maggioranza sceglie soluzioni alternative: il 37,2% si limita a dire che ci penserà se e quando accadrà, il 34,5% ricorrerà ai risparmi, il 22,0% conterà sul welfare pubblico, il 19,9% sull'aiuto dei familiari, il 14,7% su amici e volontari.
Giampiero Guadagni
