La manovra cambia un pò, ma non a sufficienza da consentire un approdo blindato al Senato. Il testo bollinato dalla Ragioneria arriverà, infatti, nei prossimi giorni in Parlamento con una serie di nodi ancora da risolvere anche all'interno della maggioranza. In primis quello dell'aumento della cedolare sugli affitti brevi, una misura di piccola portata - minimizzano dal governo - ma che quasi certamente verrà modificata nel passaggio parlamentare. Nell'ultima versione della legge di bilancio resta, infatti, l'innalzamento dal 21 al 26% della tassa per l'affitto della prima casa escludendo solo coloro (una percentuale minima secondo le stime della Ragioneria) che non fanno ricorso per la locazione a intermediari o piattaforme come Booking o AirBnB. Una correzione che, però, non basta alle associazioni di categoria ma anche a parti della maggioranza con Forza Italia, in primis, che annuncia che presenterà emendamenti. Il ministro Giancarlo Giorgetti ne illustra la logica: l'incremento degli affitti brevi - evidenzia - pesa sulla possibilità di trovare alloggi soprattutto nelle grandi città.
FI non ci sta (forse il Mef è rimasto ai tempi dei cartelli 'Affittasi', ironizza il responsabile turismo Carlo De Romanis) ma anche Matteo Salvini garantisce che alla fine "verrà cancellata in Parlamento". Insomma, messe così le cose la retromarcia sembra dietro l'angolo tanto più che, relazione tecnica alla mano, si tratta di una misura su cui sicuramente bisognerà trovare coperture ma che quota appena 100 milioni dal 2028. Non è però solo la norma sugli affitti brevi a creare malumori e divisioni in maggioranza. Con i partiti agguerriti su una manovra mai così light - e forse mai così aperta alla battaglia alle Camere - e con tutte le forze politiche pronte ad avanzare richieste e a piazzare bandierine. A pochi giorni dall'approvazione in Consiglio dei ministri c'è, ad esempio, da capire se la partita delle banche sia completamente chiusa. "Seguirò il dibattito in Parlamento", fa sapere il presidente dell'Abi Antonio Patuelli. Forza Italia ha intanto messo a verbale la sua forte contrarietà "alla modifica proposta in materia di tassazione dei dividendi contenuta nell'articolo 18" del bilancio.
Da banche e assicurazioni si stima un gettito di circa 4 miliardi l'anno prossimo ma la Lega ha recentemente fatto sapere che valuterà se chiedere anche di più. Così come c'è da aspettarsi che provi a chiedere l'estensione della soglia a 35 mila euro di lavoro dipendente per il mantenimento della flat tax degli autonomi. Noi moderati punta sul ripristino del bonus libri e su Opzione donna la cui proroga, come di Quota 103, non è al momento prevista. Altro fronte aperto resta quello dei tagli ai ministeri. La stretta sui fondi del cinema è leggermente allentata ma il settore resta comunque in subbuglio. Nel complesso la spending porterà in dote oltre 7 miliardi in 3 anni con il Mit che risulta il più colpito. E poi c'è il capitolo delle Forze dell'ordine: il ministro Matteo Piantedosi garantisce che le risorse ci sono ma il Siulp torna all'attacco di "misure penalizzanti" per il comparto.
La Legge di Bilancio per il 2026 proseguirà nella riduzione del prelievo fiscale sulle famiglie estendendo i benefici, finora mirati alla platea dei redditi medio-bassi, ai contribuenti con redditi medi, ha precisato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, al question time alla Camera. "Nel rinviare alla lettura dell'articolato, che arriverà ad ore, credo che sia all'attenzione del Presidente della Repubblica, per il dettaglio delle singole misure, a titolo esemplificativo e senza alcuna pretesa di esaustività ricordo che è prevista la riduzione di 2 punti percentuali dell'aliquota Irpef relativa allo scaglione di reddito che va da 28 a 50mila euro, portandola a regime dal 35% al 33%", ha aggiunto il ministro, sottolineando che "tale riduzione favorirà 13,6 milioni di contribuenti, di cui 8,2 milioni con reddito prevalente da lavoro dipendente, con un beneficio ulteriore pari in media a circa 210 euro".
Rodolfo Ricci
