Via libera del Senato alla manovra, che ora passa all'esame della Camera. I sì sono stati 110, 66 i no e 2 astenuti. Approvata anche la Nota di variazione sulla legge di Bilancio. In precedenza, erano proseguiti anche in prima mattinata i lavori per approvare nei tempi previsti, quindi entro il 31 dicembre, la manovra per il 2026, dopo che il governo ha posto la fiducia al Senato sul maxiemendamento, approvato con 113 voti favorevoli, 70 voti contrari, 2 astenuti, che di fatto va a sostituire interamente il testo della Legge di Bilancio.
Stralciata dunque la norma che norma che consentiva agli imprenditori condannati per aver sottopagato i propri dipendenti ma che si erano comunque attenuti agli standard di alcuni contratti collettivi di non pagare gli arretrati, ribattezzata come misura "salva-imprenditori". "Anticostituzionale, vergognosa, una vigliaccata", l'avevano bollata i leader dei partiti di minoranza. Eliminate anche la norma sulle porte girevoli nella pubblica amministrazione. La misura avrebbe ridotto da tre a un anno il tempo per poter ricoprire un ruolo dirigenziale nel privato dopo un incarico apicale nella P.a nello stesso settore. Niente da fare anche per la misura che prevedeva, viceversa, che fosse possibile, per incarichi commissariali, straordinari o temporanei, derogare dal divieto di ricoprire ruoli nella P.a. dopo aver avuto incarichi in enti di diritto privato o finanziati dall'amministrazione stessa. Via anche una nuova norma sulla disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati e di un'altra sulla revisione della disciplina del personale della Covip. Nel maxi-emendamento non è presente la misura riguardante lo spoil system per le Authority.
"La Cisl esprime un giudizio articolato sulla legge di Bilancio 2026 e sul maxiemendamento presentato dal Governo: una manovra fortemente condizionata dai vincoli europei, dalla procedura per deficit eccessivo e da una crescita economica debole, che limita gli spazi di intervento, ma rende ancora più necessario un metodo fondato sul confronto e sulla corresponsabilità". È quanto sottolinea la Confederazione di Via Po in una nota. "Reputiamo positiva, così come sollecitato dalla Cisl, l'introduzione del sostegno alla redistribuzione degli utili d'impresa attraverso la partecipazione e la contrattazione decentrata, al fine di un aumento dei salari. Valutiamo positivamente il sostegno al ceto medio, attraverso la riduzione di due punti della seconda aliquota Irpef dal 2026, con un meccanismo che esclude i redditi più alti e concentra il beneficio sui lavoratori che sostengono il sistema di welfare del Paese".
Bene - prosegue la Cisl- per il lavoro privato la conferma della defiscalizzazione del lavoro a turni, notturno e festivo, prevista dai contratti collettivi, anche se la misura resta non strutturale come pure gli interventi a favore della contrattazione collettiva, tra cui la tassazione agevolata al 5% degli incrementi retributivi dei Ccnl e l'aliquota all'1% su premi di produttività e redistribuzione degli utili ai lavoratori, misure migliorate anche grazie alle richieste della Cisl". "Vanno ancora nella giusta direzione le misure per promuovere la previdenza complementare, con l'adesione automatica per i neoassunti salvo recesso successivo, che può favorire giovani, donne e lavoratori delle piccole imprese e le risorse per gli investimenti e per la Zes unica, pur con limiti che andranno corretti sul piano dell'assenza di condizionalità sociali e formative", ha concluso la nota.
Rodolfo Ricci
