Venerdì 17 ottobre 2025, ore 7:28

Manovra 

Meloni riunisce i leader di Governo, la Lega insiste sulle banche 

Ultime limature alla legge di bilancio quelle andate in scena nel corso di un vertice (probabilmente a casa di Giorgia Meloni) tra la stessa premier ed i leader dei partiti di maggioranza: Tajani, Salvini e Lupi insieme al ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Tra i punti della discussione il contributo che dovrebbero versare le banche. A quanto raccontano alcuni presenti, partendo della misura delle Dta già sperimentata, una delle ipotesi è quella di siglare un'intesa come quella dello scorso anno e quindi applicare per il 2027 e 2028 un anticipo di cassa. La Lega, fautrice di un contribito sostanzioso che permetterebbe di coprire una rottamazione più larga, punterebbe ad ottenere una cifra che si aggira intorno ai 5 miliardi. A Palazzo Chigi, prima del Cdm di oggi pomeriggio, sono in programma ancora una serie di incontri .

Escludere la prima casa dal calcolo Isee, ma in modo 'selettivo' con un tetto cioè riferito al valore catastale dell'immobile. È la proposta emersa dal vertice di maggioranza e riportata da alcuni quotidiani e confermata da fonti informate. L'idea, cara alla Lega e promossa direttamente anche da Matteo Salvini, sembra aver riscosso una certa condivisione da parte di tutti i leader di centrodestra. Il tetto non è stato ancora definito. Le indiscrezioni di stampa parlano di un valore di 100.000 euro, che però potrebbe essere considerato un pò alto.

"Alla luce delle indicazioni fornite dal Governo sul quadro generale della prossima manovra, come Confindustria abbiamo ancora una volta espresso preoccupazione per la mancanza, al momento, di misure forti a sostegno degli investimenti. Misure quanto mai necessarie in un quadro come quello attuale che vede una crescita prossima allo zero sostenuta principalmente dal Pnrr", ha detto il vicepresidente di Confindustria, Angelo Camilli, dopo l'incontro con il governo sulla manovra, avvertendo che "da gennaio terminano tutti gli incentivi e l'industria italiana è nuda, senza strumenti per competere in uno scenario dominato da incertezza, dazi e rischio delocalizzazione". "Servono otto miliardi l'anno per non fermarsi", ha sottolineato.

Più ottimista Daniela Fumarola, segretaria generale Cisl, dopo l’incontro di venerdì scorso a Palazzo Chigi: "Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha confermato che si sta lavorando sulla riduzione dell'aliquota Irpef dal 35 al 33% fino ai 50mila euro. Noi chiediamo che il taglio sia fino ai redditi di 60mila euro e ci ha risposto che ci possono essere dei margini perché si superi la soglia dei 50mila euro", ha detto al termine dell’incontro con il Governo. D’accordo anche Confesercenti: "Bene la riduzione» dell'aliquota Irpef dal 35 al 33% per la fascia di reddito ricompresa tra i 28.000 e i 60.000 euro. Ma va introdotto un correttivo per evitare che l'inflazione trascini verso l'alto il reddito effettivo. E la detassazione dei primi 1.000 euro della tredicesima sarebbe un importante sostegno per famiglie e consumi".

Ma bisogna puntare anche su una maggiore crescita: "Il quadro di crescita delineato nel Documento programmatico di finanza pubblica resta improntato alla cautela, con un incremento tendenziale del Pil pari allo 0,5% nel 2025 e allo 0,7% nel 2026 e previsioni prudenziali anche per il biennio successivo. Pur in presenza di un'inflazione stabile e di un'occupazione in aumento, la fiducia delle famiglie resta fragile condizionando la dinamica dei consumi", ribadito Donatella Prampolini, vice presidente di Confcommercio con incarico sulle Politiche fiscali e di bilancio, sempre in occasione dell'incontro tra il Governo e le organizzazioni imprenditoriali sulla manovra di bilancio per il 2026.

Per i rappresentanti dell'Alleanza delle Cooperative Italiane (Confcooperative, Legacoop e Agci) "il quadro di stabilità delineato nel Documento Programmatico di Finanza Pubblica rappresenta un punto di partenza importante, mette in sicurezza i conti pubblici, ma occorre guardare avanti con ambizione. Con il progressivo esaurirsi degli effetti degli investimenti del Pnrr, è fondamentale rafforzare le politiche per la crescita, per evitare che il Paese entri in una fase di rallentamento".

Rodolfo Ricci
 

( 13 ottobre 2025 )

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