Giovedì 1 maggio 2025, ore 8:35

Attualità 

Partecipazione e dialogo, la lezione di Marco Biagi 

Marco Biagi ”credeva nella forza del dialogo, nella capacità delle parti sociali di trovare soluzioni condivise, dinamiche, adattive, e nella necessità di un sistema di relazioni industriali orientato alla concertazione e alla responsabilità. Credeva che l'incontro negoziale tra impresa e lavoro, fosse la via maestra per costruire un sistema di relazioni più equo, tutelante e competitivo”. Con queste parole la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola ha concluso il convegno nell’Auditorium di Via Rieti a Roma dal titolo ”La partecipazione dei lavoratori nella visione di Marco Biagi”, organizzato dalla Fondazione Tarantelli e dall’associazione Amici di Marco Biagi. Un’occasione, ha detto la leader della Confederazione di Via Po, ”non solo per celebrare il pensiero del grande giurista ucciso dalla Brigate Rosse 23 anni fa, ma per rendere omaggio a un uomo che ha dedicato la sua vita allo studio e alla ricerca di interventi concreti per un mondo del lavoro più equo, moderno e sostenibile”. In prima fila la vedova Marina Orlandi, Carole Bebe Tarantelli, Luca Tarantelli e Gianni Letta.
L’incontro è stato presentato e coordinato dal presidente della Fondazione Tarantelli Emmanuele Massagli.
Nel suo intervento l’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha sottolineato come Biagi, allo stesso modo di Ezio Tarantelli, partisse dal principio di realtà e non da schemi ideologici. E per questo le sue idee ”sono immanenti nel dibattito del momento”. Il presidente della Commissione Finanze della Camera Marco Osnato, nel sottolineare l’approccio riformista di Biagi, ha assicurato guardia alta sulla legge di inziativa popolare elaborata dalla Cisl, approvata a Montecitorio e ora all’esame del Senato.
Una legge apprezzata dal presidente di Federacciai Antonio Gozzi, che ha spiegato come Confindustria nel tempo abbia superato la propria diffidenza in merito.
Sulle esperienze concrete di partecipazione dei lavoratori si è soffermato il segretario generale della Fisascat Davide Guarini, che ha rimarcato il ruolo forte della contrattazione.
E appunto per Daniela Fumarola ”partecipazione, contrattazione e concertazione sono i tre lati fondamentali di un campo riformista che oggi deve vedere uniti sindacati, imprese e Governo. Nessun corporativismo, nessun consociativismo: solo sano esercizio di responsabilità, autonomia e libera soggettività politica di ogni parte. Un modello partecipativo non solo migliora la qualità del lavoro, ma rafforza anche la competitività delle imprese, l'occupazione stabile e il benessere sociale. Come ci insegnava Biagi, partecipazione non significa eliminare il conflitto, ma superare l'antagonismo sterile e costruire un modello di relazioni industriali che valorizzi il lavoro e garantisca equità sociale”. Fumarola ha inoltre sottolineato che ”in un'epoca di trasformazioni digitali e transizioni ecologiche, dobbiamo rispondere ai bisogni reali dei lavoratori, garantendo una redistribuzione della produttività, formazione delle competenze, stabilità e sicurezza lavorativa, conciliazione tra vita e lavoro, maggiore controllo su salute e sicurezza. Occorre un nuovo statuto della persona nel mercato del lavoro e delle competenze, che riconosca il diritti all'apprendimento continuo, garantisca un sostegno al reddito universale legato alla formazione, per accompagnare i lavoratori nelle transizioni occupazionali, una rete di orientamento che aiuti giovani, donne e lavoratori più fragili a trovare opportunità di crescita e stabilità”.
Aggiunge Fumarola: ”C'è la necessità di dialogare sempre ed è quello che noi stiamo cercando di fare da tantissimi anni, è nell'identità forte della Cisl: il confronto, il dialogo che non significa metter da parte o dimenticarsi del conflitto ma utilizzarlo soltanto quando è davvero chiusa ogni possibilità di dialogare, di portare a casa risultati. Questo si colloca all'interno della nostra proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione. Biagi parlava molto di partecipazione. Noi pensiamo che sia davvero lo strumento, e non solo lo strumento, ma una scelta politica che può aiutare il nostro Paese ad affrontare tutte le sfide importanti che sono di fronte. Partecipazione come svolta delle relazioni industriali, per renderle più moderne, fare in modo che ci sia un protagonismo migliore e maggiore dei lavoratori e delle imprese, determinando anche maggiori salari e più attenzione a salute e sicurezza”.
A margine del convegno, sollecitata sui referendum sul lavoro promossi dalla Cgil Fumarola ha detto: ”Noi intanto stiamo spiegando ai nostri iscritti quali sono le ragioni per le quali non abbiamo aderito alla campagna referendaria. Soprattutto sul Jobs act ci sembra di tornare indietro nel tempo. Nel frattempo sono cambiate tante cose. Rispetto al voto decideremo all'interno dei nostri organismi che tipo di indicazione dare”.
Giampiero Guadagni

( 13 marzo 2025 )

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