Con il sì della Camera è arrivato il primo, storico, via libera del Parlamento alla proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori a capitale e gestione delle imprese. Il testo ora va al Senato per l’approvazione definitiva, Il provvedimento ha avuto 163 voti favorevoli, 40 contrari e 57 astensioni. Dall’opposizione, contrari il M5s e Avs, favorevole Italia Viva, mentre il Pd si è astenuto dopo un serrato dibattito interno. Il testo base è il progetto di legge di iniziativa popolare promosso dalla Cisl che ha raccolto oltre 400 mila firme.
Esulta dunque la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola. “L’approvazione alla Camera della proposta di legge di iniziativa popolare della Cisl sulla partecipazione rappresenta un passo fondamentale verso un traguardo storico per il mondo del lavoro e per l’intero Paese. Dopo 77 anni, finalmente si avvicina l’approvazione di un testo attuativo dell’articolo 46 della Costituzione che sancisce il diritto dei lavoratori a un coinvolgimento attivo nella vita e negli utili delle imprese. Grazie ai gruppi parlamentari e alle forze politiche che hanno sostenuto la proposta e reso possibile questo importantissimo passaggio”. Lo ha detto Daniela Fumarola, leader Cisl, commentando l’approvazione a Montecitorio della Proposta di Legge di iniziativa popolare scritta e presentata dal sindacato di Via Po”. Aggiunge Fumarola: il testo ”mantiene intatti i principi cardine della proposta Cisl: la valorizzazione della contrattazione collettiva come motore degli accordi partecipativi, il sostegno economico alla partecipazione attraverso incentivi concreti, la formazione per i lavoratori coinvolti e il riconoscimento delle quattro forme di partecipazione – organizzativa, gestionale, economico- finanziaria e consultiva”.
La legge, ricorda la numero uno di Via Po, ”si applica a tutte le aziende, senza discriminazioni di dimensione, settore o natura giuridica, con un modello inclusivo che garantisce il massimo coinvolgimento del mondo produttivo, anche con il supporto a enti bilaterali e fondi interprofessionali per le Pmi”. Quanto alla copertura, “lo stanziamento di 72 milioni assicurato in manovra conferma la volontà di rendere questa riforma una realtà concreta”.
Ora che la proposta passa al Senato, “è essenziale assicurare una velocizzazione della discussione per capitalizzare l’importante lavoro sostenuto e deliberato alla Camera. L’auspicio della Cisl è che a Palazzo Madama si ritrovi quello spirito di coesione e di sostegno alla Legge che purtroppo è venuto a mancare da alcune forze politiche a Montecitorio. La partecipazione è un principio democratico, una leva per la crescita e la competitività, non una bandiera di parte. La Cisl continuerà a battersi affinché questa riforma epocale giunga fino in fondo, senza cedere a benaltrismi o a polemiche ideologiche di chi preferisce guardare al passato invece che al futuro”.
I leader di Cgil e Uil, Landini e Bombardieri, confermano il giudizio negativo sulla legge.
Dal Governo la voce della ministra del Lavoro Calderone per la quale l’approvazione in prima lettura ”è una bellissima notizia per tutto il mondo del lavoro. I numeri del voto finale nell'Aula di Montecitorio premiano l'iniziativa della Cisl e dimostrano la necessità del dialogo tra maggioranza e opposizione sui grandi temi strategici per il Paese”. Sulla stessa linea il sottosegretario al Lavoro, il leghista Durigon. Nel centrodestra tutti d’accordo nel ritenere che questa legge rafforzi la collaborazione tra imprese e lavoratori. E il presidente della Commissione Lavoro della Camera Rizzetto (Fdi) ringrazia Luigi Sbarra che da segretario generale della Cisl ” ha creduto in questo provvedimento e ha seguito i lavori d'Aula dai banchetti del pubblico”.
Di diverso tenore il commento del Pd. Intervenendo in Aula per annunciare il voto di astensione del Gruppo dem Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro, ha sottolineato: ”La visione della destra ha seminato i suoi veleni anche su questo disegno di legge, finalizzato a disciplinare varie forme di partecipazione dei lavoratori alla governance delle imprese. Forme accumunate da un principio base: una partecipazione attivata dalla contrattazione collettiva nazionale o di secondo livello. Questo approccio non piaceva a Confindustria che sosteneva che la partecipazione dovesse essere solo una libera scelta delle imprese. E questo è quello che è diventato questo disegno di legge. Della proposta della Cisl non resta che il titolo. Noi ci asteniamo, nel rispetto di questo grande sindacato. Ma è una sfiducia critica finalizzata a favorire un processo costruttivo per modificare in tutte le sedi opportune i tanti aspetti negativi di questo testo”.
Il presidente del Cnel Brunetta parla di ”importante passo verso un cambiamento epocale. Si chiude il modello della distribuzione del reddito e del controllo esogeno della produttività, che ha caratterizzato l'era delle rivoluzioni industriali, ma che è destinato a implodere, in quanto incapace di garantire la sostenibilità del welfare. E si apre ora la possibilità di disegnare un nuovo modello redistributivo dei guadagni di produttività derivanti dalle nuove tecnologie, basato sulla partecipazione. Perché tutta la cassetta degli attrezzi del mercato del lavoro costruita intorno all'800 e al '900 deve essere rivista, a fronte delle grandi transizioni in atto. Solo così possiamo passare dalla società dei salariati alla società della partecipazione”.
Giampiero Guadagni