Edilizia in ripresa. A luglio infatti l'Istat stima l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni in crescita dello 0,7% rispetto a giugno. Nella media del trimestre maggio-luglio la produzione nelle costruzioni aumenta dell'1,3% nel confronto con il trimestre precedente. In termini tendenziali, sia l'indice corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi di calendario sono stati 23 come a luglio 2024), sia l'indice grezzo registrano un incremento del 5,2%. "Su base annua, l'indice corretto per gli effetti di calendario evidenzia il settimo incremento consecutivo, segnando il livello più alto da luglio 2008" commenta l'Istat. Nella media dei primi sette mesi del 2025, l'indice corretto per gli effetti di calendario aumenta del 4,7%, mentre l'indice grezzo cresce del 3,1% ."A luglio 2025, l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni torna a crescere dopo il calo congiunturale dei due mesi precedenti. Ma ci sono novità nella legge finanziaria anche per questo settore.
"Insieme al ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, stiamo lavorando per cercare di portare al 50% le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni delle abitazioni anche nel 2026, oggi al 36%, e valutiamo di rendere possibile usufruirne in 5 anni anziché 10, rendendo l'ecobonus più immediato e conveniente", ha annunciato in una nota la viceministra dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava. "Con queste misure vogliamo aiutare le famiglie, sostenere l'edilizia - settore chiave per l'economia - e promuovere la riqualificazione delle città, nel rispetto delle risorse pubbliche". Però il nucleo centrale della manovra resta ancora tutto da definire. Il taglio dell'Irpef coinvolgerà 13,6 milioni di contribuenti e riguarderà in prima battuta i redditi fino a 50.000 euro. Solo se i conti lo permetteranno, si salirà a 60.000. A fissare le priorità in vista della prossima manovra è il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, che ha ribadito ancora una volta come - anche nel caso di volontà condivise da tutta la maggioranza - le scelte dell'esecutivo saranno dettate in primo luogo dalle disponibilità finanziarie. Al momento, ha spiegato, la fascia di reddito interessata dalla riduzione dell'aliquota dal 35% al 33% dovrebbe essere quella da 28.000 a 50.000 euro.
"Eventualmente", una volta presa visione dei dati Istat aggiornati e affinati i calcoli di entrate e uscite, la si allargherà fino a 60.000 euro. Di pari passo andranno probabilmente riviste anche le detrazioni in base al nucleo familiare, oggetto di un potente restyling già lo scorso anno, mentre, sul fronte delle imprese andrà migliorata l'Ires premiale, semplificandola, stabilizzandola, valutandone l'effettiva spinta agli investimenti e valutando probabilmente anche i requisiti di accesso, come quello, ha evidenziato ancora Leo, del non ricorso alla cassa integrazione. Il taglio delle tasse per il ceto medio dovrà peraltro essere considerato anche alla luce delle risorse necessarie per quella che la Lega indica come la sua urgenza, ovvero la nuova edizione della rottamazione delle cartelle.
C'è infatti una folta platea di soggetti recidivi che aderisce alle rottamazioni, versa una o due rate al massimo per assicurarsi la tutela dai pignoramenti o dagli strumenti coercitivi di riscossione, ma poi smette volontariamente di pagare. La sfida sarà quella di trovare le misure adatte per recuperare questa platea. Di sicuro però, all'amministrazione fiscale non sarà attribuito il potere di guardare nei conti correnti degli italiani, nemmeno per il nobile scopo di combattere l'evasione fiscale. L'altolà è arrivato direttamente da Giancarlo Giorgetti.
L'idea, destinata secondo il ministro dell'Economia a rimanere tale, è contenuta nella relazione della Commissione tecnica sul magazzino della riscossione, incaricata di elaborare un piano su come smaltire i quasi 1.300 miliardi di magazzino di tasse non riscosse. Per individuare le somme aggredibili, i tecnici guidati dal magistrato a riposo della Corte dei Conti, Roberto Benedetti, giudicano opportuno prevedere che l'agente della riscossione possa richiedere informazioni alle banche non solo, come accade oggi, sull'esistenza o meno di un conto corrente ma anche sulla sua consistenza. Un suggerimento che richiama alla mente l'analoga intenzione contenuta nella bozza della manovra di due anni fa, bloccata praticamente all'istante da Giorgia Meloni. La reazione di Giorgetti è stata altrettanto secca e decisa. "È una vecchia proposta che rimarrà una proposta", ha assicurato il ministro dell'Economia. "Non credo proprio ci siano le condizioni per fare una roba del genere", ha puntualizzato. Capitolo infine tutt'altro che secondario quello dei bonus edilizi, come già specificato.
Rodolfo Ricci