Domenica 15 giugno 2025, ore 15:39

Medio Oriente

Tra le macerie di Gaza nasce l’odio di domani

E' stato chiesto un “focolare” per il popolo palestinese. Il termine ricalca la traduzione italiana di quello contenuto nella lettera del Primo Ministro inglese Arthur James Balfour a Lord Rothschild del 2 novembre 1917. Il testo originale è: «Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di una national home (tradotto “focolare nazionale”) per il popolo ebraico, e si adopererà per facilitare il raggiungimento di questo scopo». È la Dichiarazione di Balfour. Ad esso approdava l’iniziativa di Theodor Herzl, ebreo ungherese askenazita ma di lingua tedesca, che dal giornalismo era passato alla politica con la pubblicazione del libro Der Judenstaat, lo stato ebraico. L’idea gli veniva dall’affaire Dreyfus, l’ingiusta condanna per spionaggio di un ufficiale francese la cui unica vera colpa consisteva nell’essere ebreo. Herzl ritenne che l’unico mezzo per proteggere le comunità semitiche sparse nel mondo fosse la creazione di una nazione. Non indicò la Palestina. Inizialmente pensò alle colonie delle potenze europee o all’Argentina. Poi ottenne l’attenzione e il favore di Lord Rotschild, fortemente legato all’establishment britannico. Il quale, a sua volta, mirava a un protettorato di Sua Maestà su un territorio del vicino oriente che albergava nel sottosuolo risorse importanti. La creazione della national home ebraica avrebbe portato a compimento il dominio britannico nell’area dopo la missione fallimentare del Colonnello Thomas Edward Lawrence, Lawrence d’Arabia. Quanto al mallevadore di Herzl, Lord Rothschild, con il suo impero bancario non poteva che trarre profitto dall’immane operazione geopolitica.
Cominciò pertanto l’Aliyah, letteralmente “l’ascesa”, il “pellegrinaggio” a Gerusalemme, poi divenuta l’espressione che designava il ritorno negli ebrei nella Terra Promessa. Dall’Europa e dal mondo calarono in Palestina frotte di immigrati che si sparsero a macchia d’olio, acquistando dagli autoctoni a prezzi talvolta esorbitanti lotti di terreno arido e sassoso… in superficie. Il flusso dei nuovi arrivati comprendeva i migliori ingegni della civiltà occidentale. Fu facile dunque trovare l’acqua a grandi profondità e creare dei piccoli Eden disseminati sul territorio.
La Dichiarazione di Balfour specificava: «Essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina».
Gli abitanti originari dell’area non tardarono a percepire quello che accadeva come un’invasione. Né contribuì alla convivenza pacifica l’atteggiamento dei coloni ebrei. Herzl aveva fondato il sionismo, da Sion, l’antico nome di Gerusalemme, che era l’autodeterminazione di un popolo egemone, anche se calato dall’esterno. È noto il fallimento del protettorato inglese, la formazione di unità armate ebraiche quali l’Irgun Tzvai Leumi, Organizzazione Militare Nazionale, macchiatosi di stragi efferate, fra cui quella dinamitarda all’Hotel King David di Gerusalemme, il 22 luglio 1946, con 91 morti e 46 feriti.
Dopo l’autoproclamazione dello Stato di Israele, il 14 maggio 1948, i palestinesi dovettero affrontare l’al-Nakba, il disastro, la catastrofe, il cataclisma, l’esodo forzato.
La tragedia di Gaza è l’approdo estremo di un retaggio che non si può cancellare dalla Storia. E se si esita a pronunciare la parola “genocidio”, se ne usi un’altra, “olocausto”. 
Netanyahu criminale di guerra? Questo non riduce ad personam le scelte di Israele. Mentre l’IDF bombarda e uccide migliaia di innocenti e le truppe di terra avviano lo sgombro completo della striscia, i coloni della Cisgiordania e di altre zone occupate sparano a vista contro i palestinesi e conquistano spazi con massacri.
Israele viene spesso definito l’unico Paese democratico del medio oriente. Certamente. Se non fosse che l’unica voce accorata levatasi contro ciò che accade finora è stata quella di David Grossman, uno dei più grandi scrittori contemporanei. Peraltro, ha perduto un figlio nell’Intifada.
Al 7 ottobre 2023 si doveva rispondere con un’azione immediata e mirata, di quelle che fanno il vanto delle forze speciali israeliane, e la liberazione degli ostaggi. Senza escalation. Così, invece, si sta creando una fabbrica di futuri terroristi. Quei bambini che oggi tribolano fra le macerie del loro presente, domani avranno sviluppato un odio pervicace verso gli ebrei, anche quelli innocenti.
Non di un focolare hanno bisogno i palestinesi, bensì di una patria, che risolva l’equazione impossibile due popoli due stati.
Enzo Verrengia

( 6 giugno 2025 )

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