Sabato 24 maggio 2025, ore 5:08

Lavoro 

Senza contratto da anni: sciopero di sanità privata ed Rsa 

Dopo i presidi delle scorse settimane davanti alle principali strutture della sanità privata, giovedì sciopero in tutta Italia e presidi organizzati sotto le sedi delle Regioni per chiedere il rinnovo dei contratti di lavoro, scaduti da 6 e 13 anni. La mobilitazione nazionale è stata proclamata unitariamente per oggi dalle Federazioni di categoria, Ad incrociare le braccia le lavoratrici ed i lavoratori della sanità privata e delle Rsa, che denunciano come il contratto nazionale della sanità privata ed il contratto unico delle Rsa siano di fatto bloccati dalle parti datoriali Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Aris (Associazione Religiosa Istituti Sociosanitari). ”Abbiamo deciso di scioperare a seguito del fallimento del tentativo di conciliazione presso il ministero del Lavoro e dopo mesi di rinvii e silenzi inaccettabili”, dichiarano i segretari nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Barbara Francavilla, Roberto Chierchia e Ciro Chietti. ”Aiop e Aris continuano a vincolare l'avvio del negoziato alla copertura integrale dei costi da parte del Governo e delle Regioni - affermano i sindacalisti in una nota -. Una pretesa assurda, perché la negoziazione di un contratto è in capo alle associazioni datoriali che rappresentano le strutture private che agiscono per conto del servizio pubblico e che non possono scaricare completamente il rischio d'impresa sulle lavoratrici e sui lavoratori e sulla collettività”. In questo scenario, proseguono, ”è amaro constatare che Aiop, proprio nei giorni in cui si terrà lo sciopero nazionale, non ascolterà le richieste che verranno avanzate nelle centinaia di manifestazioni organizzate in tutta Italia, molte delle quali proprio davanti alle loro sedi, perché ha scelto di svolgere la propria Assemblea Generale ad Atene, in piena coincidenza con lo sciopero nazionale del 22 maggio”. Dalle associazioni datoriali, denunciano i sindacati, giunge solo ”"una posizione inaccettabile, che lascia oltre 200 mila professionisti del settore senza contratto”. Il lavoro svolto nelle strutture sanitarie private accreditate ”è a tutti gli effetti un servizio pubblico che integra il Servizio Sanitario Nazionale, come sancito dall'articolo 32 della Costituzione. Per questo chiediamo regole chiare e vincolanti per l'accreditamento: chi riceve fondi pubblici deve garantire salari dignitosi, il rispetto dei diritti e dotazioni organiche adeguate, esattamente come avviene nella sanità pubblica. È necessario che tutte le Regioni facciano la loro parte ed inseriscano questi criteri come obbligo per mantenere gli accreditamenti”.
Sulla vicenda interviene il segretario confederale della Cisl Sauro Rossi: ”Siamo a fianco delle oltre 200mila lavoratrici e lavoratori che operano nelle strutture della sanità privata accreditata, dei Centri di Riabilitazione e delle Rsa aderenti ad Aiop ed Aris, che rivendicano il rinnovo del loro contratto nazionale di lavoro e sosteniamo con forza la vertenza portata avanti dalla nostra Funzione Pubblica, che rappresenta il personale che opera nel settore sanitario e socio sanitario privato, unitamente alle altre federazioni di categoria confederali”.
Aggiunge Rossi: ”Consideriamo inaccettabile una situazione che vede le parti datoriali Aiop ed Aris bloccare il rinnovo del contratto del personale che opera nelle strutture della sanità privata accreditata scaduto da oltre 6 anni e il contratto unico delle Rsa fermo da 13 anni. Sanità privata significa servizio pubblico e in questo contesto non ci possono essere lavoratrici e lavoratori con contratti che hanno oggi delle differenze normative importanti e salariali così marcate che arrivano anche al 40%”. Conclude il segretario confederale Cisl: ”Sollecitiamo con forza Regioni e ministero della Salute ad attivarsi concretamente, anche alla luce dei percorsi di accreditamento che consegnano a queste realtà private importanti risorse pubbliche, al fine di superare gli ostracismi, rinnovare rapidamente i contratti restituendo dignità, salari e diritti alle migliaia di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno svolgono un servizio pubblico essenziale, garantendo cure, assistenza e professionalità alle persone più fragili e bisognose”.
Giampiero Guadagni

( 22 maggio 2025 )

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