Qualcosa si muove sul fronte della vertenza sul contratto del metalmeccanici. Per ora, a muoversi è più il Governo che Federmeccanica. Ma dopo un anno di negoziato difficile e dopo la rottura unilaterale da parte della controparte aziendale, si intravede qualche spiraglio. A tentare la mediazione è stata la ministra del Lavoro, Marina Calderone. “Ho voluto dare un grande segnale di attenzione a un comparto strategico - ha detto la ministra -, quello della meccanica, convocando il tavolo odierno. Fermo restando la sovranità delle parti sociali nelle differenti fasi della contrattazione, il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha inteso agevolare il dialogo, nell'interesse esclusivo del Paese”. Calderone ha dato disponibilità a favorire “ulteriori momenti di confronto, scevro da pregiudiziali, come auspicato da sindacati, Federmeccanica e Assistal”. Il tavolo è stato convocato dopo lo sciopero di venerdì: 8 ore che portano il totale di questi mesi a 40 ore. Delle cifre e un livello di protesta che non si vedevano da decenni nel comparto.
Per ora non ci sono passi avanti concreti ma solo toni più concilianti da parte dei datori. Nell'incontro con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, hanno detto Federmeccanica e Assistal, “abbiamo colto una novità: la disponibilità del sindacato a discutere di tutto senza nessuna pregiudiziale”. Le imprese si dicono pronte al confronto per rinnovare il contratto “a condizioni compatibili per tutte le imprese nel rispetto delle regole”. I sindacati si sono quindi detti disponibili a riprendere il dialogo dopo aver “preso atto della rettifica” di Federmeccanica e Assistal. Le tute blu hanno poi spiegato che siederanno al tavolo a partire dalla propria piattaforma. Tra le richieste, quella di aumenti salariali che vadano oltre l’inflazione. Le richieste presentate, hanno sottolineato Fim Fiom e Uilm, “sono in piena continuità con il contratto del 2021 e con la sfida di rendere il nostro contratto strumento migliore per affrontare le transizioni del settore”. A dimostrazione di ciò, vengono ricordati “il valore e l'importanza dei recenti rinnovi sottoscritti”, per Stellantis e Cooperative, “in cui sono state individuate le mediazioni e fissati i valori dei minimi tabellari”.
A lasciare qualche strascico, nell’ambito della protesta di venerdì, è, invece, il transito sulla tangenziale bolognese da parte dei lavoratori. Sul tema, è tornato il leader della Lega, MaSalvini, convinto sostenitore delle norme del decreto sicurezza, ormai diventato legge. “Ognuno può scioperare, presidiare, manifestare, fare cortei - ha detto - ma se mi blocchi una tangenziale, una strada, una ferrovia, un ospedale, una fabbrica, commetti un reato. Molto semplice”. Al momento, l'informativa sulla manifestazione a Bologna è in fase di composizione. Digos e Questura stanno lavorando alla comunicazione che sarà inviata alla Procura, con la relazione sui fatti e segnalazioni su quanto accaduto. Una volta ricevuti, la Procura valuterà come procedere.
I sindacati hanno risposto sottolineando di aver fatto una piccola deviazione rispetto al percorso del corteo, ma senza blocchi.
“Speriamo che le denunce non arrivino - ha detto il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano -, ma è chiaro che se si materializzeranno ci difenderemo« con i nostri legali. Ci fa specie tutto questo clamore, quando c'è poca enfasi sul fatto che ci sono un milione e mezzo di metalmeccanici che non hanno la firma di un contratto”.
Ilaria Storti