Mercoledì 26 novembre 2025, ore 16:52

Libri

Il figlio prediletto della fede

di ALESSANDRO MOSCE'

La quotidianità, spesso, sfugge completamente a ciò che non scorre davanti ai nostri occhi, alla concretezza e al tran tran della vita quotidiana, in una società dove la conoscenza è stata soppiantata da un linguaggio refertuale, dalla comunicazione spicciola. Di fatto assistiamo ad una mutazione della critica in cronaca non solo nei quotidiani cartacei, ma anche nei periodici di approfondimento. I libri non sono più analizzati con una perizia attenta a struttura, forma e linguaggio per capirne il senso e il valore, ma per lo più vengono selezionati sulla base di corsie promozionali. Andando in controtendenza proponiamo un libro che esula del tutto dalla lettura di consumo dei nostri giorni. Il miracolo è il titolo di un bellissimo saggio da poco pubblicato dall’editore Morcelliana di Brescia. Andrea Aguti (docente di Filosofia delle religioni a Urbino) affronta un tema quanto mai scivoloso, un argomento imbarazzante anche per i teologici: appunto il miracolo, che rivela un riferimento storico nella vita di molti credenti e preserva il significato religioso da sempre veicolato. L’interrogativo sul miracolo (esiste o non esiste?) equilibra le leggi di natura e la fede secondo posizioni e testimonianze. Non ha smesso di interessare la filosofia e la scienza. Niente di fisso e immutabile può far propendere per la totale incompatibilità tra due mondi separati, nonostante il miracolo si possa considerare come la violazione di una norma fisica. Eppure, afferma giustamente Aguti, “Gesù nasce da una vergine e risorge dopo essere morto. Se si tolgono queste fondamenta, l’intero edificio della fede cristiana crolla”. Che cosa è dunque il miracolo, per chi non sposa la tesi dei razionalisti e degli agnostici? L’impos sibilità di spiegare l’evento per mezzo della conoscenza e il prodotto di un agente soprannaturale, intenzionale (non un prodigio).

Qualcosa che sfugge all’incantesimo della magia e a tutti i fenomeni paranormali, superstizioni che perdurano in ogni epoca e alla perdurante concezione illuminista. Dio, sorgente unificante, agisce nel mondo come anima e mente del mondo: i cosiddetti interventisti parlano di “azione divina speciale” che riguarda un tempo e un luogo particolari. Il miracolo sarebbe pertanto un evento aggiuntivo rispetto alle regole di funzionamento dei fenomeni, tale da far immaginare una concezione interventista non osservata e non osservabile. E ancora il miracolo come segno, scrive Aguti: segno che ricorre nei testi sacri dei monoteismi occidentali. Goethe, in proposito, parlava del “figlio prediletto della fede”.

Rimangono ovviamente dei punti oscuri sui quali il nodo non si scioglie: è comprensibile un atto di riparazione dal male per alcuni e non per altri? La scienza moderna potrà suggerirci qualcosa di nuovo? Continueremo ad assistere all’incomunicabi lità tra il credere e il non credere? Il miracolo è un libro scritto con metodo e rigore. E’ appassionante e accessibile al lettore perché il problema di fondo non perde mai la chiarezza espositiva. La vastità dell’universo non presenta dogmi, ma apre porte su porte. E’ già questo è un evento eccezionale.

( 26 novembre 2025 )

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Il figlio prediletto della fede

Il saggio di Andrea Aguti: il significato per i credenti e i non credenti

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