Martedì 2 settembre 2025, ore 19:33

Cinema

Un patrimonio culturale e sociale

di MAURO CEREDA

Ha preso il via lunedì 1 settembre la ventunesima edizione di Labour Film Festival, la rassegna dedicata all’in contro tra cinema e lavoro promossa da Cisl e Acli Lombardia, in collaborazione con il Cinema Rondinella di Sesto San Giovanni, città alle porte di Milano con un’importante storia industriale alle spalle. I promotori hanno allestito un intenso palinsesto di proiezioni e incontri, in programma al pomeriggio e di sera, che si protrarranno fino al 9 ottobre.

Tante le questioni che verranno approfondite: si parlerà, ad esempio, dell’e sperienza del lavoro di relazione e di cura della persona, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri; del rapporto tra produzione e ripercussioni sull’am biente; di lotte e ingiustizie nel mondo del lavoro attuale, al centro di rapide trasformazioni il cui impatto è ancora impossibile da valutare. Da segnalare anche un focus sul tema della disabilità.

“Il Labour Film Festival – spiega il segretario generale della Cisl lombarda, Fabio Nava - non è una semplice rassegna, ma un patrimonio culturale e sociale che custodiamo e rinnoviamo da oltre vent’anni. Siamo convinti che il lavoro non si racconti solo nelle fabbriche, negli uffici o nelle vertenze, ma anche attraverso l’arte, la memoria e le storie che il cinema sa restituire con forza e umanità. Investiamo in questo progetto con convinzione perché restituisce dignità al lavoro, dà voce a chi spesso non ce l’ha e contribuisce a costruire coscienza civile e speranza”.

Il Festival, il primo del genere nato in Italia e ormai tra i più importanti in Europa, anche quest’anno ripropone la formula articolata su tre sezioni: Labour.Short dedicata ai cortometraggi, Labour.Doc riservata ai documentari e Labour.Film che presenta i lungometraggi di fiction.

Complessivamente il programma è organizzato su 17 giornate durante le quali il pubblico potrà assistere a 31 pellicole, uno spettacolo teatrale e diverse serate speciali, con l’intervento di registi ed esperti.

“In un tempo attraversato da incertezze e diseguaglianze – aggiunge Nava - , il Labour Film Festival è un luogo di incontro e di dialogo, un laboratorio di comunità che unisce giovani e adulti, studenti e lavoratori, cultura e sindacato. La sua unicità è proprio questa: rendere il lavoro non un tema di nicchia, ma una grande narrazione collettiva, capace di ispirare futuro. È anche così che la Cisl vuole fare sindacato: con la contrattazione, certo, ma anche con la cultura che educa, sensibilizza e unisce”.

Numerose e interessanti le proposte. A partire dall’ap profondimento delle molteplici relazioni tra l’uomo e il mondo del lavoro: lo sfruttamento dei giovani rider migranti in “La storia di Souleymane” di Boris Lojkine; il magmatico universo della cucina e della ristorazione di “Aragoste a Manhattan” di Alonso Ruizpalacios; vocazione e difficoltà del mestiere dell’inse gnante in “Guida pratica per insegnanti” di Thomas Lilti; il complicato ruolo dell’agente carcerario in “Sons” di Gustav Moller; la dedizione incrollabile di un’infermiera che lavora in un ospedale sotto organico in “ L’ultimo turno” di Petra Volpe.

Da evidenziare la serata dei “mestieri del cinema”, caratterizzata dall’incontro con Maurizio Nichetti, che parlerà del suo ultimo film “Amiche mai” e della sua luminosa e innovativa carriera di regista e attore.

Quindi gli appuntamenti con i registi Silvia Luzi e Luca Bellino, autori del recente “Luce”, nonché in precedenza del bellissimo “Dell’arte della guerra”; con Davide De Michelis, Alessandro Rocca e Vito Fiorino, autori ed interprete del documentario “A nord di Lampedusa”, alla ricerca dei superstiti del drammatico naufragio dell’ottobre del 2013, avvenuto al largo delle coste dell’isola siciliana. Interessante anche il racconto animato da Costantino Corbari e Massimo Romagnoli della storia del BZ 308, un quadrimotore tutto italiano costruito subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, vanto degli operai della Breda aeronautica di Sesto San Giovanni. Il programma è poi arricchito dallo spettacolo teatrale “E li chiamano ragazzi speciali” di e con Giambattista Anastasio e Alessandro Smorlesi, sul rapporto tra disabilità, diritti negati e lavoro, e gli “Apericine al Labour”, tra degustazione, convivialità e territorio.

Come di consueto chiuderà la rassegna il Labour Short Award, la serata dedicata ai corti con il Premio del Pubblico e il Premio della Giuria composta dai giovani studenti del “RondiZ Club”. Anche per l’edizione 2025 al fianco del Labour Film Festival ci saranno importanti media partner come Avvenire, Il diario del lavoro, Il Segno, Radio Marconi, Conquiste del lavoro, Cisl Tv. L’intera rassegna si svolge al Cinema Rondinella di Sesto San Giovanni, in via Matteotti 425, con il patrocinio di Europa Cinemas, e con la collaborazione del Circolo Acli San Clemente aps, di Lombardia Servizi, di FITEL Lombardia, di CRT FITEL Milano.

La forza del Festival è la sua coerenza con un progetto culturale più ampio che la Cisl Lombardia porta avanti da anni. Non è un evento isolato: si innesta nella rete di BiblioLavoro, il centro studi regionale custode della memoria del lavoro e del sindacato, e si inserisce nel percorso di iniziative che promuovono cultura come bene comune. Il programma completo, gli aggiornamenti e le schede di tutte le pellicole presentate sono disponibili su www.cinemarondinella.it e nella sezione “Più informati Spettacoli” del sito della Cisl Lombardia www.lombardia. cisl.it. Il costo del biglietto d'ingresso fino al 25 settembre è di 3,50 euro (nell’ambito di “Cinema Revolution”, per il cinema europeo); dal 25 settembre è di 5 euro per le proiezioni serali e 3,50 euro per quelle pomeridiane.

( 2 settembre 2025 )

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