Lunedì 8 settembre 2025, ore 23:53

Mostre

Un viaggio nel mondo di Casanova

di MARIA LUCIA SARACENI

A300 anni dalla nascita di Giacomo Casanova, Venezia rende omaggio a una delle sue figure più iconiche con una mostra che ne attraversa vita, leggenda e rappresentazione.

Un viaggio affascinante tra ritratti, documenti inediti, costumi teatrali e suggestioni cinematografiche: dal Casanova storico a quello reinventato da Federico Fellini per riscoprire non solo il libertino, ma l’intellettuale, il viaggiatore, il testimone acuto di un’epoca. Una figura poliedrica, capace di raccontare il Settecento meglio di qualsiasi trattato, e che ancora oggi continua a interrogare l’immaginario collettivo. La mostra “Casa nova 1725-2025. L’eredità di un mito tra storia, arte e cinema” al Museo di Palazzo Mocenigo dal 29 agosto al 2 novembre 2025 ricostruisce così il personaggio attraverso l’esposizione di parte dei documenti del fondo del casanovista Aldo Ravà, dalla Biblioteca Correr; e attraverso l’arte, con dipinti dell’epoca, come il ritratto di Casanova attribuito a Pietro Longhi. Il suo immaginario nel XX secolo è osservato attraverso la lente d’ingrandimento del cinema, con un focus sul capolavoro “Casanova” (1976) di Fellini, bozzetti di scenografie cinematografiche e abiti appartenenti alla collezione della Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, disegnati da Danilo Donati, fino ai costumi di scena originali, custoditi dalla Sartoria Teatrale Farani. Un racconto tra vicende storiche e immaginifiche, per restituire la grandezza di una figura affascinante, complessa, immortale. L’appro fondimento cinematografico apre con “Un dipinto e una locandina. Due ritratti a confronto” dove prende forma il parallelismo tra l’immagine storica di Casanova, nel presunto ritratto attribuito a Pietro Longhi, proveniente dalla collezione Beryl e Giovanni Cavallini, e la sua reinterpretazione cinematografica da parte di Fellini, che lo trasformò in simbolo del vuoto esistenziale.

Non può mancare un omaggio al grande regista con un approfondimento: “Tra sogno e cinepresa. Una biografia di Federico Fellini”, per raccontare il maestro del cinema e il suo stile visionario, sospeso tra sogno, memoria e satira, che rivoluzionò la narrazione cinematografica. Uno spazio che introduce tessuti e mode eloquenti. Proprio per i costumi del Casanova di Fellini lo scenografo Danilo Donati ottenne l’Oscar 1977 per il Best Costume Design (il suo secondo, dopo quello per il Romeo e Giulietta di Zeffirelli nel 1969) a cui si aggiunsero due Nastri d’argento nel 1977 per la miglior scenografia e per i migliori costumi. I sei pezzi originali in mostra, confezionati dalla storica Sartoria Teatrale Farani e oggi parte del loro archivio, sottolineano la convivenza, nello stesso film, di mondi diversi, frutto delle fantasie oniriche e surreali di Fellini in cui Donati esaspera il gusto per l’esagerazione e il grottesco dello stile rococò. Enfatizzando, talvolta trasfigurando in funzione critica, le già eccessive mode del tempo. Le silhouette volumizzate, i merletti strabordanti e i tessuti sontuosi trasformano così i personaggi in maschere del desiderio, della decadenza e della solitudine. In “Fare di una pellicola un quadro. I bozzetti del Casanova di Fellini” i disegni preparatori sono i veri protagonisti del percorso creativo con cui lo scenografo e costumista dà anima e carattere ai protagonisti e alle loro storie.

La serie di studi relative ai costumi, agli abiti e alle scenografie cinematografiche documenta il modo in cui Donati ha prima immaginato e poi dato corpo alle idee felliniane.

Il respiro di un’epoca apre l’inda gine storico artistica: “Un camerino del Settecento. Dipinti tra mitologia e licenziosità” pone al centro le tre tele settecentesche raffiguranti Apollo, Venere e Diana, attribuite a al pittore settecentesco Giambattista Pittoni, provenienti dalla Steven V. Maksin Family Collection: espressione raffinata ed erotica del rococò veneziano, in cui le tre divinità dialogano in un coinvolgente intreccio di sguardi sensuali; un gioco d’amore nel quale si può scorgere l’atmo sfera del tempo di Giacomo Casanova, protagonista assoluto di una moltitudine di stagioni erotiche. “Giacomo Casanova, una biografia rocambolesca” offre un approfondimento sulla vita avventurosa del celebre veneziano: dalle origini incerte, alla fuga dai Piombi, all’esilio e al ritorno, fino agli ultimi anni trascorsi a Dux, in Boemia, come bibliotecario al castello del conte di Waldstein dove scrisse le sue “Memorie”. Il percorso si conclude con “Aldo Ravà e il Settecento. Un’apologia di Casanova”. Un riconoscimento al collezionista veneziano Aldo Ravà (Venezia, 1879-1923), tra i primi e più importanti studiosi impegnati alla riscoperta e diffusione degli aspetti meno noti di Giacomo Casanova, atti a riabilitarne la figura, fino ad allora associata alla fama, anche coeva, di impenitente libertino, truffatore, avventuriero e spia, per riproporre la dimensione di acuto interprete del suo tempo.

Il fondo Ravà, pervenuto negli anni Sessanta del Novecento al Museo Correr, contiene tra le molte testimonianze documentarie, anche una preziosissima raccolta di prime edizioni delle opere casanoviane; tra queste, l’eccezionale Icosameron, del 1787, e dell’”Histoire de ma fuite”, del 1788, insieme a esemplari di successive edizioni, di varia natura e formato, e redatte in più lingue europee, testimoni di un nuovo successo della figura di Giacomo Casanova.

( 8 settembre 2025 )

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