Al netto delle critiche, delle revisioni, delle accuse cui la postmodernità lo ha sottoposto (tra cui la difficoltà di superare il celebre dualismo mente-corpo in modo in modo più attendibile dell’espediente della ghiandola pineale), questo ruolo di cominciamento radicale gli viene ampiamente riconosciuto. A partire dal più importante neocartesiano del Novecento, Edmund Husserl, il quale così scrive: “E’ il maggior pensatore francese, Renato Cartesio, che con le sue “Meditazioni” ha dato un nuovo impulso alla fenomenologia. Lo studio di quest’opera ha contribuito grandemente a trasformare la fenomenologia, ancora in fase di sviluppo, in una sorta di filosofia trascendentale… Le meditazioni cartesiane non solo una questione privata occorsa al filosofo Cartesio, e tantomeno una semplice forma letteraria suggestiva data ai fondamenti primi della filosofia. Esse costituiscono piuttosto il modello delle meditazioni necessarie per ogni filosofo che ricomincia da capo, perché la filosofia può sorgere originariamente solo da queste meditazioni”