Ecco una ricostruzione lineare e completa del percorso intellettuale di Roland Barthes: l’infanzia, gli studi, l’opera, i riferimenti, gli scritti, i viaggi, i seminari, gli incontri decisivi, le produzioni dilettantistiche (in musica e pittura), la lunga avventura semiologica articolata in più stagioni e volta a comprendere tutto ciò che appartiene, come recita il titolo di un suo famoso saggio, all’impero dei segni. Dalla letteratura (terreno privilegiato di studio) alle immagini, dalla moda alla pubblicità, dalle mappe urbane ai miti, dalla retorica antica agli alfabeti, dai sentimenti ai comportamenti, non c’è settore che il pensatore francese abbia lasciato inesplorato. C’è da chiedersi allora, a parte la passione politica, cosa abbia determinato un interesse così forte per ambiti così diversi. La risposta è la ricerca di strumenti di indagine capaci di rispettare la complessità e la ricchezza dei materiali analizzati, ossia l’individuazione di un metodo che si è andato via via definendo nel tempo, nel passaggio da uno strutturalismo hard a uno più soft, dall’approccio scientifico a quello ermeneutico, da una concezione del testo come punto a una concezione del testo come crocevia, intersezione, dialogo di più voci e linguaggi