Domenica 27 luglio 2025, ore 7:50

Cdm 

Agricoltura, un miliardo in più dal 2026 

Risorse aggiuntive per un miliardo di euro sull'agricoltura, di cui 300 milioni per il Fondo sulla Sovranità alimentare a difesa delle filiere. Ha avuto il via libera dal Consiglio dei ministri con procedura d'urgenza, il ddl collegato alla legge di Bilancio che in 20 articoli prevede misure per il settore primario. In campo dal 2026, come previsione di approvazione dal Parlamento. Il tutto all'ombra del rischio dazi, con l'ipotesi al 15%, e dei prospettati tagli alla Politica agricola comune del 20% (da 386 miliardi a 300).
Sottolinea in conferenza stampa a Palazzo Chigi il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida: ”È un provvedimento impattante che mira a rafforzare l'autonomia produttiva dell'agricoltura italiana, sostenendo in modo strutturale i settori chiave e valorizzando le filiere agroalimentari del Paese”. Precisa il ministro delle Politiche di Coesione Foti: ”I fondi del ddl sono aggiuntivi, cercati all'interno dei fondi di sviluppo e coesione il finanziamento. Quindi, nessun taglio ad altri ministeri, nessun taglio rispetto agli accordi precedenti. Vi sono dei fondi all'interno del Fondo di sviluppo e coesione che non erano stati destinati e che vengono utilizzati in parte”.
Lo stanziamento complessivo di un miliardo di euro copre il periodo 2026-2028. Al centro la strategia per la Sovranità alimentare per cui sono previsti 900 milioni di euro divisi in diversi capitoli di intervento. Intanto il Fondo Sovranità alimentare: 300 milioni di euro per rafforzare la coltivazione di frumento, soia e altri settori strategici, ma deficitari. Inoltre, Allevamento Italia: 300 milioni di euro con l'obiettivo di ridurre la dipendenza dalle importazioni e rafforzare la produzione di carne bovina nazionale e la linea vacca-vitello. C’è poi il Piano Olivicolo Nazionale: 300 milioni di euro per il reimpianto di oliveti con varietà resistenti e il ripristino della capacità produttiva delle aziende. Stabilizzazione dei Mercati: 10 milioni di euro per garantire prezzi certi e stabilizzare i mercati. Risorse destinate ai contratti di filiera per il frumento, che prevedono un credito d'imposta dal 20% al 40% a seconda della durata degli accordi (da 3 a 5 anni), con il prezzo stabilito per l'intera durata del contratto.- Previsti 150 milioni di euro per facilitare l'accesso al credito per le imprenditrici e dei giovani imprenditori agricoli tra i 18 e i 41 anni. Ismea metterà a bando 8.417 ettari che potranno essere assegnati in comodato d'uso gratuito per 10 anni a persone tra i 18 e i 41 anni, con la possibilità di riscatto al 50% del valore iniziale al termine del contratto.
A Ricerca e innovazione andranno 13, 5 milioni di euro. Il Crea assumerà 45 nuove unità di personale dedicate alla ricerca. Inoltre Agea si trasformerà in Ageait. Poi il capitolo semplificazione: le istruttorie dei Centri autorizzati di assistenza agricola (Caa) diventeranno immediatamente esecutive per le pratiche prive di valutazioni discrezionali. Prevosto infine un sostegno alle imprese colpite da epizoozie che potranno beneficiare di una moratoria di 12 mesi sulla quota capitale delle rate di mutui e altri finanziamenti a rimborso rateale in scadenza nel 2026.
Soddisfatto il segretario generale della Fai Cisl Rota: ”È fondamentale che il Parlamento approvi rapidamente il testo e soprattutto che queste risorse vadano realmente a sostenere le imprese virtuose che investono sul lavoro di qualità, la sostenibilità, l’occupazione giovanile: è un’iniziativa del Governo che apprezziamo nella misura in cui andrà a consolidare le sfide del settore davanti alla scure dei dazi e al possibile indebolimento della Pac, sul quale ribadiamo la nostra netta contrarietà”. Aggiunge Rota: ”Sulla proposta di von der Leyen di inserire la Pac in un fondo unico chiediamo al Governo italiano di prendere una posizione chiara e propositiva a tutela del lavoro e delle imprese: la politica agricola comune è un tratto fondativo e distintivo dell’Unione europea e ha consentito finora di garantire la sicurezza alimentare a livello europeo e nazionale, la competitività delle nostre imprese, tra le meno sussidiate d’Europa, ma anche la loro resilienza davanti ai cambiamenti climatici e all’abbandono delle aree interne”. Tagliare la Pac, conclude Rota, ”equivale oggi a esporre tutto il sistema agroalimentare europeo a una concorrenza internazionale spesso priva di reciprocità sul piano ambientale, sociale e alimentare, motivo per cui continueremo a sollecitare una proposta di bilancio Ue 2028-2034 in cui siano confermate la centralità del settore e il valore della Pac, soprattutto laddove vincola i finanziamenti, grazie alla condizionalità sociale, all’applicazione dei contratti e alla lotta allo sfruttamento”.
Giampiero Guadagni

( 25 luglio 2025 )

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