Lunedì 20 ottobre 2025, ore 11:02

Manovra 

Deficit-Pil sotto il 3%, l'impegno del Governo 

Impegno a portare il deficit sotto il 3% già nel 2026 e a imbrigliare la crescita media della spesa netta all'1,5%. Nell'esame del Piano strutturale di Bilancio in Consiglio dei ministri sono questi i due punti fermi fissati dal ministro dell'Economia Giorgetti, garantendo la sostenibilità del debito e rinnovando l'intenzione di conseguire la correzione dei conti in 7 anni e non 4, come previsto dalle attenuanti del nuovo Patto riformato da negoziare con la Commissione europea. Il Piano non contiene ancora le stime programmatiche per capire l'aggiustamento dei conti o le risorse a disposizione per la manovra, in attesa della revisione dei dati Istat attesa il 23 settembre. Dopo l'aggiornamento delle stime sul crescita e conti, il Psb dovrebbe tornare in Consiglio dei ministri e da lì essere trasmesso a stretto giro di posta alle Camere e poi a Bruxelles, entro fine mese. ”Il Governo - scrive il Mef - continua a portare avanti una politica fiscale prudente e responsabile, proponendo un percorso di rientro dal disavanzo eccessivo realisticamente più ambizioso di quello prefigurato dalla Commissione europea attraverso la traiettoria tecnica, impegnandosi a scendere sotto la soglia del 3% del rapporto deficit/pil già nel 2026. Dopo il 2026, il percorso proposto consentirà di garantire la stabilità del debito pubblico italiano e permettere alla finanza pubblica di affrontare con maggiore efficacia le sfide future”. Aggiunge il Mef: ”La traiettoria di spesa netta inserita nel Piano, che rappresenta il nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione, è in linea con le aspettative delle autorità europee”. Nell'orizzonte temporale considerato dal Piano ”il tasso di crescita della spesa netta si attesterà su un valore medio prossimo all'1,5%. La traiettoria, inoltre, è coerente con l'andamento dei principali saldi di finanza pubblica già previsto dal Programma di Stabilità dello scorso aprile”.
Insomma, non c’è ancora la cornice della legge di Stabilità. Per questo il segretario generale della Cisl Sbarra ritiene ”prematuro questo esercizio un po’ rituale di annunciare mobilitazioni e scioperi”. Sulla legge di bilancio il numero uno di Via Po auspica ”una sfida su metodo e nei contenuti” e torna a sollecitare il confronto con il Governo. ”Scopriamo le carte e poi si decide - sostiene Sbarra - se dovesse servire non escludiamo mobilitazione, vogliamo fare sindacato evitando di fare politica. Siamo interessati a verificare quali scelte di natura economica, quali investimenti e soprattutto quale cammino di riforme, così come chiede l'Europa”. Secondo Sbarra ”bisogna rilanciare investimenti pubblici e privati, politiche industriali, infrastrutture, sblocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, sostegno al terziario allargato e bisogna prorogare alcune misure in scadenza a fine anno”. E ancora: proroga del taglio del cuneo contributivo, detassazione intera dei frutti della contrattazione di secondo livello, grande investimento sulla famiglia per sostenere la natalità, taglio delle tasse al ceto medio, piena indicizzazione delle pensioni”. E a proposito di pensioni, il leader della Cisl ribadisce la necessità di ”evitare estemporanee fughe in avanti”, come nel caso dell’ipotesi di allungare l'età pensionabile a 70 anni su base volontaria per il pubblico impiego. Sul tema delle pensioni, conclude Sbarra, ”bisogna riprendere il confronto al ministero del Lavoro, perché abbiamo una piattaforma unitaria e abbiamo delle priorità: bisogna costruire le condizioni di una pensione contributiva di garanzia per i giovani, che vada sostenuta la previdenza complementare e che vada fatta chiarezza sui costi della previdenza”.
Giampiero Guadagni

( 17 settembre 2024 )

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