Mattarella ha consegnato Stelle alla memoria ai familiari di Angelo Catania, Maurizio Curti, Loris Nadali, caduti sul lavoro. Il Capo dello Stato ha sottolineato quanto sia ”preziosa l'opera svolta in materia di sicurezza dai Maestri del lavoro. Non ci stancheremo di ripeterlo: lavoro non può significare rischio di vita”.
Intanto l'Istat fa sapere: nel 2023 il valore dell'economia non osservata cresce di 15,1 miliardi, segnando un aumento del 7,5% rispetto al 2022, a quota 217,5 miliardi di euro. L'incidenza dell'economia non osservata sul Pil, cresciuto a prezzi correnti del 7,2%, è lievemente aumentata al 10,2%, dal 10,1% del 2022. L'economia sommersa, ovvero al netto delle attività illegali, si attesta a poco meno di 198 miliardi di euro, in crescita di 14,9 miliardi rispetto all'anno precedente, mentre le attività illegali sfiorano i 20 miliardi. Le unità di lavoro irregolari sono 3 milioni 132mila, in crescita di oltre 145 mila unità rispetto al 2022.
La componente legata alla sotto-dichiarazione si attesta a 108,2 miliardi di euro mentre quella connessa all'impiego di lavoro irregolare è pari a 77,2 miliardi (erano, rispettivamente, 101,5 e 69,4 miliardi nel 2022). Le componenti residuali valgono 12,2 miliardi di euro (11,8 miliardi nel 2022).
Cresce anche il lavoro irregolare Nel 2023 sono 3 milioni e 132mila le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) in condizione di non regolarità, occupate in prevalenza come dipendenti (circa 2 milioni e 274mila unità). Rispetto al 2022, il lavoro irregolare è aumentato del 4,9% (poco più di 145mila Ula). Entrambe le componenti dipendenti e indipendenti hanno registrato una dinamica simile con un aumento, rispettivamente, del 4,9% e del 4,8%, pari a +105,8mila Ula dipendenti e +39,5mila Ula indipendenti. Il tasso di irregolarità, calcolato come incidenza percentuale delle Ula non regolari sul totale, è risultato lievemente in aumento nell'ultimo anno, dopo 5 anni di calo consecutivo, attestandosi al 12,7% (era 12,5% nel 2022). L'aumento del tasso di irregolarità è dovuto alla forte crescita del lavoro non regolare, la cui dinamica (+4,9%) è stata circa il doppio rispetto a quella dell'input di lavoro regolare. Quest'ultimo ha registrato nel 2023 un aumento del 2,4% (circa +503,5mila Ula), determinato prevalentemente dalla componente dei dipendenti (+3,1% Ula regolari pari a +464mila Ula). Il tasso di irregolarità si è confermato più elevato tra i dipendenti in confronto agli indipendenti (pari, rispettivamente, al 12,9% e al 12,2%); è proseguita, tuttavia, la tendenza all'attenuazione della differente incidenza del lavoro irregolare tra le due componenti, in atto dal 2018. Nell'ultimo anno si è riscontrato un aumento di 0,2 punti percentuali del tasso di irregolarità per le unità di lavoro dipendenti e di 0,4 punti percentuali per quelle indipendenti.
In generale, l'incidenza del lavoro irregolare è stata più rilevante nel terziario (13,9%) e ha raggiunto livelli particolarmente elevati nel comparto degli Altri servizi alle persone (40,5%), dove si è concentrata la domanda di prestazioni lavorative non regolari da parte delle famiglie. Molto significativa è risultata la presenza di lavoratori irregolari in Agricoltura (17,6%), nel Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (15,0%) e nelle Costruzioni (12,8%). Nel complesso, il settore degli Altri servizi alle persone e del Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione hanno impiegato circa il 62% del totale delle Ula non regolari (il 65,5% delle Ula dipendenti e il 52,2% delle Ula indipendenti). Nell'Industria in senso stretto, dove la diffusione del lavoro irregolare è contenuta (5,7%), il comparto della Produzione di beni alimentari e di consumo ha avuto il tasso di irregolarità più elevato (7,7%).
Giampiero Guadagni