Giovedì 1 maggio 2025, ore 0:41

Considerazioni finali 

Panetta: sul lavoro pesa il calo demografico 

L'Italia non è condannata alla stagnazione e può tornare a crescere ma l'economia soffre ancora di problemi gravi e il fardello dell'alto debito pubblico, unito al calo demografico e al ritardo del Mezzogiorno, frenano la ripresa. Questo il quadro disegnato da Fabio Panetta, nelle sue prime Considerazioni finali da Governatore della Banca d'Italia, che guida da novembre scorso. Panetta ha delineato un’agenda ”per tornare a crescere e per contare in Europa, e con l'Europa contare nel mondo”. La strada da percorrere, dice, è quella delle riforme, del rilancio della produttività, degli investimenti e dell'innovazione, della lotta agli sprechi e all'evasione fiscale nonché dell'integrazione dei migranti regolari che danno spinta all'occupazione. E in questo scenario l’incognita Intelligenza artificiale: ”Avrà un impatto per due lavoratori italiani su tre, circa 17 milioni di persone, con effetti positivi su produttività e opportunità di lavoro; ma per una minoranza di loro, specie in alcuni settori le occasioni di impiego potrebbero ridursi. Nella fase di transizione servirà accompagnare i lavoratori nella riqualificazione professionale o facilitarne il ricollocamento in altre attività”.
Sottolinea il Governatore: ”Decisi aumenti dei tassi di occupazione potrebbero arrivare a controbilanciare gli effetti del calo demografico e mantenere invariato il numero degli occupati. Inoltre, è possibile che un sostegno all’occupazione derivi da un flusso di immigrati regolari superiore a quello ipotizzato dall'Istat”. Un flusso che ”occorre gestire in coordinamento con gli altri Paesi europei, rafforzando le misure di integrazione”. C'è poi il tema giovani: ”molti hanno cercato migliori prospettive di lavoro all'estero”, 525mila tra il 2008 e il 2022, e ”l'esodo indebolisce la dotazione di capitale umano del nostro Paese”.
Panetta ricorda i dati Istat secondo cui ”da qui al 2040 il numero di persone in età lavorativa diminuirà di 5,4 milioni di unità, malgrado un afflusso netto dall'estero di 170.000 persone all'anno. Questa contrazione si tradurrebbe in un calo del Pil del 13%, del 9% in termini pro capite”. Nonostante la crescita dell'ultimo decennio ”la partecipazione al mercato del lavoro, pari al 66,7%, rimane di 8 punti percentuali inferiore alla media dell'area dell'euro. Il divario non è ampio per gli uomini, ma sale a 13 punti percentuali sia per i giovani tra 20 e 34 anni sia per le donne”. Per quello che riguarda le donne in particolare, il tasso di occupazione femminile ”è ancora al 52,5%” e questo anche perché ”in Italia è difficile conciliare impegno lavorativo e carichi familiari. L'abbandono del mercato del lavoro dopo la nascita del primo figlio è tra le principali motivazioni della bassa partecipazione”. Positivo che il Pnrr dedichi risorse rilevanti ai servizi per l'infanzia”.
E a proposito di Pnrr, Panetta ha sottolineato l’importanza di utilizzare al meglio i fondi in tempi contenuti. Compito ”arduo per le amministrazioni, ma cruciale per risollevare la crescita potenziale dell'economia”. Il Pnrr ”impegna l'Italia ad attuare riforme e fornisce cospicue risorse per l'ammodernamento del sistema produttivo e della P.a: secondo nostre elaborazioni, 16 miliardi per la digitalizzazione, 19 per la ricerca e l'innovazione, 33 per le infrastrutture di trasporto e 17 per gli investimenti delle imprese”. La piena attuazione degli investimenti e delle riforme previste dal Pnrr ”oltre a innalzare il prodotto di oltre di 2 punti percentuali nel breve termine, avrebbe effetti duraturi sulla crescita dovuti a incrementi di produttività stimabili tra 3 e 6 punti percentuali in un decennio”.
Il Governatore ha riservato un'ampia attenzione all'Europa - senza riferimenti alle imminenti elezioni - e alla politica monetaria della Bce. L'economia dell'Eurozona mostra ”segnali incoraggianti” e le previsioni indicano ”una crescita modesta ma soggetta a rischi al ribasso”. Secondo l'inquilino di Via Nazionale gli effetti delle nuove regole di bilancio Ue ”dipenderanno da come esso sarà applicato, ma serve una politica di bilancio comune”.
Molte naturalmente le reazioni dal mondo politico e sociale. Secondo il segretario generale della Cisl Sbarra ”le dichiarazioni del Governatore confermano l'analisi della Cisl su un mercato del lavoro caratterizzato da una significativa crescita dell'occupazione, in particolare di quella stabile, ma anche da un perdurante e profondo deficit di competenze”. Per il numero uno di Via Po ”occorre rilanciare i salari, elevare la qualità del lavoro, includere milioni di Neet e tanti giovani e donne che restano ai margini del sistema produttivo. Per farlo bisogna restare lontani dalle demagogie e andare a incidere su quei nodi che giustamente Panetta ha evidenziato, a partire dal deficit di produttività che blocca il nostro Paese da decenni. La via maestra passa per la valorizzazione della contrattazione decentrata, per rinnovi tempestivi dei contratti nazionali scaduti, per un rinnovato protagonismo del lavoro nelle scelte e negli utili d'impresa e relazioni industriali maggiormente partecipative in modo da incrementare e redistribuire la produttività riallocandola su buste paga e orari di lavoro”. Secondo il leader Cisl ”va condotta in porto una riforma fiscale autenticamente redistributiva a sostegno dei ceti medi e popolari e sbloccati gli investimenti pubblici e privati, a partire dal Pnrr, perché nè il lavoro nè la crescita si generano a colpi di decreti. Elementi da mettere a sistema in un Patto Sociale un grande accordo della responsabilità tra Governo e Parti Sociali che includa anche un forte investimento sulla formazione e le politiche attive per garantire protezione, sostegno al reddito e orientamento ai lavoratori e le lavoratrici che si ritrovano a cambiare lavoro”.
Giampiero Guadagni

( 31 maggio 2024 )

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