Sabato 18 ottobre 2025, ore 8:52

Economia 

Pnrr, Meloni: con revisione tutte le risorse al sicuro 

La proposta di revisione del Pnnr ”mette in sicurezza tutte le risorse già previste per il tessuto produttivo” e conferma la dotazione prevista. Lo ha sottolineato la premier Meloni nel suo intervento alla Cabina di Regia a Palazzo Chigi. Aggiunge Meloni: ”Sono stati impegnati ad oggi oltre 192 miliardi di euro sui 194,4 della dotazione originaria del Piano, che con questa proposta di revisione resta immutata. In termini di attuazione, parliamo per la precisione di 428.939 progetti, pari a oltre il 96% dei progetti finanziati risultano conclusi, in via di conclusione e in corso di esecuzione. Un primato, anche qualitativo, che ci rende orgogliosi: abbiamo dimostrato di essere capaci di utilizzare in modo virtuoso gli strumenti che l'Europa ci ha fornito, diventando un punto di riferimento per tutti gli altri Stati membri”.
A Palazzo Chigi è stata appunto presentata la proposta di revisione del Pnrr, che sarà poi trasmessa al Parlamento per le relative valutazioni e successivamente inviata alla Commissione europea per l'approvazione. Proposta di revisione che, assicura Meloni, ”segue le indicazioni che la Commissione europea ha fornito il 4 giugno scorso, ed è il frutto dell'attività di ricognizione portata avanti dalla Struttura di missione Pnrr insieme a tutti i Ministeri e le Amministrazioni titolari di misure e progetti”.
In questi tre anni di Governo, rivendica la Presidente del Consiglio, ”abbiamo raggiunto il 100% degli obiettivi programmati, superando sia le tante criticità ereditate, connesse al pagamento della terza rata; sia allineando il Piano alle mutate esigenze della Nazione, con la prima revisione adottata alla fine del 2023. Ci prepariamo a ricevere il pagamento dell'ottava rata, che porterà a 374 gli obiettivi complessivamente raggiunti dall'Italia e a superare quota 153 miliardi di euro trasferiti all'Italia, circa il 79% della dotazione finanziaria complessiva del Pnrr, pari a 194,4 mld di euro”.
Sul Pnrr giovedì sera il Ministro Foti ha incontrato i sindacati. Un incontro positivo, sottolinea il segretario confederale della Cisl Ganga che osserva: ”Conforta la posizione del nostro Paese nel contesto Ue per obiettivi raggiunti e per finanziamenti ottenuti, ma abbiamo richiamato l'attenzione sulla delicata fase della rimodulazione del Piano, allo scopo di verificare quali interventi verranno espunti in quanto non realizzabili entro la scadenza del giugno 2026 e per capire se comunque verranno realizzati, con quali risorse e in quali tempi”. Tutto questo impone ”un importante approfondimento sull'attuazione delle politiche di coesione, al fine di ricercare un giusto equilibrio nella gestione di questi due fondamentali strumenti di crescita e sviluppo del nostro Paese, tra di loro strettamente connessi e interrelati”. Al ministro Foti la Cisl ha ribadito l'importanza di ”sostenere fortemente le strategie di sostenibilità sociale presenti nel Pnrr e che si articolano nei progetti e nelle riforme che riguardano il Mezzogiorno, i giovani, le donne. Allo stesso modo abbiamo espresso preoccupazione per i ritardi che presentano le Missioni 5 'Inclusione e Coesione' e 6 'Salute' sulle quali non ci dovranno essere ripensamenti rispetto ai previsti investimenti, in specifico per quanto concerne le misure con impatto diretto sul lavoro e sull'assistenza ai cittadini più fragili, con attenzione specifica sul programma Gol per il quale la Cisl ritiene fondamentale una piena attuazione”. "In questo senso, conclude Ganga, ”un contributo fondamentale potrà darlo un’attuazione di questa fase conclusiva del Pnrr maggiormente partecipata dalle parti sociali, da collocare nella più ampia strategia di un nuovo patto sociale tra Governo e forze economiche e sociali che la Cisl fortemente sostiene anche attraverso la partecipazione fattiva nella cabina di regia del Piano”.
Intanto Prometeia, nell’aggiornamento delle sue previsioni, descrive l’Italia in una fase di ”equilibrio instabile” tra stabilità politica e fragilità economica. In particolare i dazi americani potrebbero ridurre il Pil italiano di 0,4-0,5 punti in due anni. Gli effetti dovrebbero essere tenuti sotto controllo grazie alle strategie di adattamento delle imprese. Ma proprio il Pnrr rappresenta l’elemento chiave: metà del contributo positivo alla crescita arriverà dai fondi europei.
Giampiero Guadagni

( 26 settembre 2025 )

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