Una manovra da almeno 25 miliardi, con oltre 16 da trovare solo per confermare almeno nove misure introdotte lo scorso anno per sostenere i redditi e trovare una quadra sul dossier pensioni. Sono queste le coordinate di partenza per la legge di bilancio 2024, sulla base di una prima riunione tecnica della Ragioneria dello Stato e con margini risicati, che fanno presagire una caccia alle risorse complessa. Confermate al momento le priorità individuate dalla maggioranza per la legge di bilancio: aiuti allo sviluppo e alle imprese e soprattutto aumento del potere d'acquisto dei lavoratori e delle famiglie. Ci sono provvedimenti che scadono il 31 dicembre 2024 da rinnovare per il 2025. A partire dal taglio dei cuneo fiscale per i lavoratori fino a 35 mila euro di reddito; e dall'Irpef a tre aliquote. Due interventi mai resi strutturali dalla riforma fiscale ideata dal vice-ministro dell'Economia Leo e che dunque richiedono un rifinanziamento per il prossimo anno: la copertura necessaria per finanziarli, segnata in rosso dato l'impegno preso nei mesi passati, è pari ad almeno 14 miliardi, in grado di assorbire quasi i due terzi del totale. A questi vanno sommati misure come fringe benefit, premi di risultato, il maxi sconto per l'occupazione, la deduzione maggiorata al 120% (fino al 130% per i lavoratori fragili) riconosciuta alle imprese che aumentano gli occupati. Per finire con la riduzione del canone Rai, e senza dimenticare le ”politiche invariate”, come il rinnovo dei contratti pubblici. Un aiuto arriverà dai dati della Ragioneria generale che danno conto di entrate in aumento di oltre 13 miliardi nel primo semestre 2024. Ma nelle prossime settimane il titolare del Mef Giorgetti sarà costretto ad una caccia alle risorse che mancano fra per arrivare dai 10 miliardi di deficit in più per finanziare la manovra consentiti dalla traiettoria di rientro del debito concordata con l'Ue, e i 25 necessari per le misure. In assenza di un aumento del prelievo fiscale, le voci principali sarebbero lo sfoltimento delle agevolazioni fiscali, a partire da detrazioni e crediti d'imposta, e tagli di spesa dove il Governo punta su due miliardi di risparmi per il 2025.
Sottolinea il segretario confederale Cisl Ganga: ”Se le misure fiscali messe in campo fino a oggi e in attesa di conferma sono state opportunamente indirizzate ai redditi più bassi, è importante la volontà del Governo di intervenire per alleggerire il carico tributario dei redditi medi”. Aggiunge Ganga: ”I redditi fra 35.000 e 55.000 euro, sono quelli maggiormente interessati dall'imposizione fiscale e pertanto necessitano di un equo riequilibrio”. Secondo la Cisl per centrare l'obiettivo della riduzione delle tasse al ceto medio, oltre ai proventi del concordato preventivo biennale, alla revisione della spesa pubblica e a un intervento sull'attuale aliquota media, oggi al 35% già all'esame dei tecnici ministeriali, dovrà essere intensificata con decisione l'attività di recupero dell'evasione ed elusione fiscale.
Giampiero Guadagni