Venerdì 28 novembre 2025, ore 0:33

Intervista

Space Economy: una grande opportunità se guarda anche al sociale

La Space Economy ha fatto fortemente irruzione nell’economia mondiale raggiungendo, lo scorso anno, un valore globale stimato di 596 miliardi di dollari con ipoteca sul futuro per cui si stima che possa arrivare a 788,7 miliardi di dollari entro il 2034 e 1,8 trilioni entro il 2035. In tanta abbondanza la quota europea di questo mercato potrebbe attestarsi al 20%. Numeri importanti che dovrebbero avere impatto positivo sul sociale e quindi sull’occupazione. Ne abbiamo parlato con il segretario nazionale della Fim, Fabio Bernardini.
Segretario questi numeri avranno un impatto sull’occupazione?
Il progetto Bromo avrà indiscutibilmente riflessi occupazionali importanti ma saranno contestualizzati all’interno di alcune aree geografiche specifiche, penso all’area Romano-Laziale, quella del Torinese, il territorio abruzzese tra l’Aquila e Fucino e l'area Milanese compresa tra Gorgonzola e Nerviano. E’ evidente che almeno nella prima fase dove risiedono stabilimenti e infrastrutture saranno quelle in cui si concentreranno fabbisogni di skill fortemente orientati sulle lauree stem. 
Come valuta la Fim il Memorandum of Understanding sottoscritto da Airbus, Leonardo e Thales, per l’unificazione delle rispettive attività spaziali in una nuova società?
E’ la prima grande alleanza Europea su programmi strategici di interesse comunitario ed era a mio avviso inevitabile che gli attori principali fossero le tre più grandi aziende dell’industria spaziale europea. Aggregazioni come Bromo, su programmi strategici ad alto valore tecnologico, saranno il futuro dell’intero settore Difesa-Aerospazio Europeo. A parità di investimenti la frammentazione depaupera e disperde risorse economiche strategiche sia per l’evoluzione e lo sviluppo dei prodotti, sia per quanto afferisce a ricerca e sviluppo. Proprio partendo da tale constatazione sono attualmente in corso la ridefinizione strategica degli assets in cui il ruolo delle Jv frutto delle alleanze trans-nazionali sono al momento l’unica vera risposta a tale problematica.
Come ci si deve confrontare da subito con temi epocali e tecnologici che vanno dalle telecomunicazioni alle navigazioni e l’osservazione della Terra, fino alla sicurezza spaziale e all’Intelligenza Artificiale?
Le sfide che abbiamo di fronte sono non soltanto tecnologicamente impegnative, ma traguarderanno scelte che avranno impatto per almeno i prossimi vent'anni in termini di evoluzione sul settore. I temi più importanti sono ovviamente quelli legati all’integrazione e alla sicurezza dei dati in relazione all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. La permeabilità dei protocolli di comunicazione e trasmissione dati impone lo sviluppo di progetti fondati sulla crittografia quantistica e nuove tecnologie per la trasmissione di dati, ad esempio attraverso i laser e non più attraverso onde elettromagnetiche. La Cyber Security nell’epoca dello sviluppo delle IA è la vera sfida e il più grande rischio tecnologico che dovrà essere affrontato. 
In particolare quale atteggiamento deve assumere l’Europa in questo scenario globale? E come dovrà rapportarsi con il resto del mondo?
L’Europa è all’angolo rispetto ai grandi Player internazionali che si sono mossi all’interno del settore anticipando rivoluzioni tecnologiche e affrontando anche aspetti tecnici che oggi li pongono in condizione dominante. L’America ha scelto da tempo che le agenzie nazionali devono far spazio ad aziende private, in modo particolare Space X, che ha di fatto oggi in mano più del 90% del mercato dei lanciatori, mercato in cui si stà facendo strada Blue Origin e Virgin ai danni della storica Boeing. La Cina continua in modo autonomo con i propri programmi e sta segnando Gap tecnologici importanti anche nei confronti delle stesse compagini statunitensi. L’Europa oggi, con il progetto Bromo, sta provando a ridefinire a ridisegnare il settore per provare a tornare a essere competitiva. 
Settore del domani, in grande crescita e quindi quasi certamente nuova frontiera cui guardare per avere un impatto sociale positivo, soprattutto in termini di posti di lavoro. Come agire per ottenerli? Quale strategia sindacale?
Il settore, insieme a quello dell’Intelligenza Artificiale Generativa, è altamente strategico ma è anche un settore ad alta tecnologia quindi l'occupazione a cui il settore si rivolge in termini di recruitment è sicuramente a Skills elevati. Il campo delle lauree stem è il mercato di riferimento ma che mette in crisi tutto il sistema, in quanto il nostro sistema universitario Nazionale non è in grado di riuscire a colmare il Gap tra domanda e offerta. Un ulteriore criticità è l’approccio culturale verso il mondo del lavoro delle nuove generazioni che sono più di ogni altre in passato cittadini del mondo: smartworking, mobilità tra stati, velocità nelle carriere, elementi di welfare sociale mirati alla conciliazione vita-lavoro. Infine il gap che gli altri paesi Europei, con un sistema fiscale meno pesante di quello italiano, creano in termini di salario e di welfare. Su tutti questi temi dovremmo riuscire ad intervenire attraverso la contrattazione, sia Nazionale che aziendale, ma, a mio avviso, il principale ostacolo è la mancanza di maturità dell’intero sistema industriale italiano. 
Esiste un rovescio della medaglia in tutto ciò, con qualche ipotetico pericolo per la società civile?
Un vero e proprio rovescio della medaglia non lo vedo se non quello, come ho esposto nella risposta precedente, di avere sempre più in futuro settori ad alta specializzazione che obbligheranno il mondo del lavoro, e quindi il mercato a loro collegato, a forme di specializzazione sempre più spinte e sempre più marcate. Il mercato dell'Aerospazio non sarà un mercato del lavoro generalista ma specialista è questa sarà un sfida epocale per tutti i soggetti che vi operano. Ma la sfida principale continua però a rimanere coniugare sicurezza, innovazione e progresso sociale, creando una filiera industriale europea forte e competitiva, capace di affrontare le complessità globali con una visione strategica a lungo termine. Un’opportunità di sviluppo straordinario dovrà essere governata e gestita con intelligenza e visione orientando scelte e orientamenti al fine di sviluppare un tessuto industrial in grado di rispondere alle nuove necessità ma soprattutto in grado di traguardare tecnologia attraverso lo sviluppo di piattaforme dual use. Come sindacato non dobbiamo solo essere una voce di tutela dei diritti, ma anche un attore strategico nella creazione di un sistema industriale solido, innovative, etico ma soprattutto socialmente sostenibile. Questa è la sfida che tutti insieme dobbiamo traguardare e vincere attraverso una partecipazione fattiva e concreta atta a realizzare quel necessario cambiamento per costruire un mondo che valorizza le differenze e crea opportunità per tutti, senza lasciare indietro nessuno. 
Dino Frambati
 

( 27 novembre 2025 )

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