Giovedì 1 maggio 2025, ore 1:44

Francia 

 Crisi politica, Macron vede i partiti esclusi Le Pen e Mélenchon

Non sarà una cosa facile e forse neanche tanto rapida la formazione di un governo francese. Ci sono alcuni segnali positivi. Per esempio, il Partito socialista francese si è detto pronto a discutere con la coalizione macroniana e la destra sulla base di reciproche concessioni in vista della formazione di un nuovo governo, dopo la caduta - due giorni fa - di quello di Michel Barnier. Il segretario del Ps, Olivier Faure, che è stato ricevuto a mezzogiorno all'Eliseo, ha precisato ai microfoni di France Info che tale governo nascerebbe sulla base di "un contratto a durata determinata". Sono stati ricevuti, nella giornata di ieri diversi leader politici oltre ai socialisti. All'Eliseo si sono avvicendati rappresentanti della destra e anche della coalizione macroniana. Il tutto, in vista del varo di quello che nel discorso in tv ha definito "un governo di interesse generale". Ma per ora nessun accordo. Disponibilità alla discussione anche su altri punti, ma richiesta ferma: un primo ministro che venga dalla gauche, un socialista. La risposta di Macron: "Niente premier fin quando i socialisti non romperanno con il Nuovo Fronte Popolare".

Non sono stati convocati all'Eliseo né il Rassemblement National di Marine Le Pen (RN), né l'estrema sinistra de La France Insoumise (LFI), né ecologisti e comunisti. Macron ha parlato di annuncio del nuovo premier "nei prossimi giorni", si parla del fine settimana - dove però sono in programma le celebrazioni per la riapertura di Notre-Dame - o addirittura lunedì. C’è da dire Sono stati 17,5 milioni i telespettatori che si sono sintonizzati alla televisione per ascoltare il messaggio del presidente francese dopo la caduta del governo Barnier: è quanto emerge dai dati dell'istituto Médiamétrie, precisando che questo ha rappresentato il 76,2% di share. 

Emmanuel Macron non soltanto è determinato a restare fino all'ultimo giorno di mandato presidenziale, ovvero fino al 2027, escludendo quindi le dimissioni, ma non esita a schierare un "governo di interesse generale con armi quali una legge speciale" per prorogare la finanziaria 2024. Furioso contro le "estreme unite in un fronte antirepubblicano", il capo dell'Eliseo - che in diretta tv ha annunciato il nome del prossimo premier nei prossimi giorni - ha invocato una coalizione allargata a tutti i partiti "che si impegnano a non sfiduciare il governo".

A chi, nelle ore seguite alla caduta del governo Barnier, pensava ad annunci del nuovo premier e a dichiarazioni soft da parte del capo dello Stato, Macron ha risposto con proclami che sembrano scavare un solco ancora più profondo con le opposizioni. Dobbiamo "ricostruire la nazione", ha detto il presidente francese senza mezzi termini, invitando a "riportare saggezza ovunque ci sono rabbia e insulti", a "volere l'unità dove c'è la divisione". I punti forti del suo breve discorso sono stati l'annuncio di una "legge speciale" e quello della creazione di "un governo di interesse generale".

"Una legge speciale - ha detto Macron - sarà presentata entro metà dicembre in Parlamento". Questa legge, temporanea, consentirà, come previsto dalla Costituzione, la continuità dei servizi pubblici e la vita del Paese. Senza citare chi è arrivato ad ipotizzare lo shutdown per la Francia senza manovra finanziaria, caduta insieme al governo Barnier che l'aveva preparata, Macron ha dettagliato una legge speciale che applicherà per il 2025 le scelte del 2024. E conto davvero su una maggioranza che possa formarsi per adottarla in Parlamento.

"L'unico calendario che mi interessa - ha insistito - è quello della nostra nazione. Abbiamo davanti a noi 30 mesi fino al termine del mandato che voi mi avete affidato - ha detto rivolto ai francesi - affinché il governo possa agire". Spazzando via quanto resta delle richieste de La France Insoumise di sue dimissioni, ha aggiunto: "Il mandato che voi mi avete democraticamente affidato è un mandato di 5 anni e io l'eserciterò pienamente, fino al suo termine". L'altro annuncio, in attesa di quello del nome del premier, è l'intenzione del capo dello Stato dell'intenzione di incaricare colui che nominerà "nei prossimi giorni di formare un governo di interesse generale che rappresenti tutte le forze politiche di un arco di governo che possa parteciparvi o, almeno, che si impegni a non sfiduciarlo".

La descrizione di Macron del futuro esecutivo ha lasciato spazio ad accese discussioni fra esponenti politici e giornalisti presenti negli studi televisivi. Non pochi hanno azzardato l'identificazione del prossimo esecutivo con un governo tecnico, visto il carattere ristretto dei ministri e quello allargato delle forze disposte a sostenerlo in un momento di eccezionale gravità.

Ad un atteggiamneto preoccupato e ad un'intonazione grave, il capo dell'Eliseo ha aggiunto una forte componente di rimprovero a quelli che "non si sono rivelati all'altezza", alle estreme" che si sono alleate per far cadere il governo Barnier: "L'estrema destra e l'estrema sinistra si sono unite in un fronte antirepubblicano", ha dichiarato suscitando l'immediata reazione di Marine Le Pen, che subito dopo la fine del discorso ha commentato: "La sfiducia non è antirepubblicana, è prevista dalla Costituzione". "So bene - ha poi riflettuto il presidente, rivolto ai francesi - che alcuni sono tentati di ritenermi responsabile di questa situazione. È molto più comodo, ma non mi assumo l'irresponsabilità di altri". Il Rassemblement National di Marine Le Pen, ha proseguito, ha votato una mozione di sfiducia che diceva il contrario del suo programma, preferendo scegliere il disordine.

Perché? "Perché pensano soltanto a una cosa - ha detto sferrando un attacco frontale ai suoi avversari -, alle presidenziali. Le vogliono preparare, le vogliono provocare e anticipare". C'è stato un piccolo spazio anche per un abbozzo di autocritica e per l'omaggio a Barnier: "Lo sciogliemento del Parlamento non è stato capito - ha ammesso -, e questa è una mia responsabilità". Ma la situazione dopo le legislative anticipate esigeva una nuova organizzazione politica. E all'ex premier, sfiduciato e fatto cadere nonostante le concessioni del suo governo, il grazie "per il lavoro compiuto per il nostro Paese, per la sua dedizione e la sua combattività".

Rodolfo Ricci

( 6 dicembre 2024 )

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