Giovedì 1 maggio 2025, ore 5:54

Consiglio europeo 

Difesa, scontro e troppe perplessità dei leader Ue sul Libro bianco 

Dopo il vertice straordinario su difesa e Ucraina, appena due settimane fa, i capi di stato e di governo dell’Ue si sono ritrovati al tavolo del Consiglio europeo con l’intenzione di concentrarsi sulle azioni necessarie per rilanciare la competitività dell’Unione, l’altra faccia della medaglia degli impegni presi per rafforzare sicurezza e difesa. Man mano che ci si approfondisce il confronto però, gli eventi hanno trasformato l’agenda, confida una fonte diplomatica. Dalla telefonata Trump-Putin alla ripresa dei bombardamenti israeliani a Gaza.

Fino al tanto atteso Libro bianco per la difesa, presentato dalla Commissione europea, che ha lasciato diverse perplessità tra le capitali. Nell’ultima versione delle conclusioni che i leader dovranno approvare domani, si legge che il Consiglio europeo "chiede di accelerare i lavori su tutti i fronti per aumentare in modo decisivo la prontezza di difesa dell’Europa entro i prossimi cinque anni". I 27 sono d’accordo nel lavorare con urgenza sulle relative opzioni di finanziamento. Un alto funzionario Ue ha ipotizzato che non ci sarà una discussione approfondita ad appena 24 ore dalla presentazione del Libro bianco per la difesa, ma solamente, un mandato chiaro per procedere rapidamente sulle proposte fatte.

Ma in mancanza di quegli ulteriori strumenti di finanziamento che i leader avevano chiesto a von der Leyen di mettere sul piatto solo quindici giorni fa, "non è da escludere che gli Stati membri presentino posizioni su nuove opzioni da sviluppare". Tra le righe, i Paesi sarebbero divisi tra chi nutre dubbi sull’efficacia delle misure proposte dall’esecutivo Ue e chi si riserva di approfondirle meglio. Il problema è che si tratta soltanto di operazioni che spingono gli Stati membri a indebitarsi, conferma una fonte. I famosi 800 miliardi in quattro anni sono un traguardo teorico, raggiungibile solo se tutti i 27 accettassero di attivare la clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e indebitarsi per l’1,5% del Pil.

Così come di debito nazionale si tratta con i 150 miliardi di prestiti del Safe (Security Action for Europe), che andrebbero a completare gli 800 complessivi. L’Italia, la Francia, la Spagna, anche la Germania. I grandi Paesi dell’Ue sarebbero tutti "titubanti" sulla possibilità di indebitarsi su questi livelli. Mentre i cosiddetti 'frugali' (Paesi Bassi, Danimarca e Svezia) difficilmente chiederanno di avvalersi di tali strumenti. Insomma, il rischio è che a giochi fatti le idee di von der Leyen rimangano inespresse. "Von der Leyen può mettere a disposizione degli strumenti, poi la difesa è competenza nazionale e non spetta a lei decidere", conferma una fonte.

I leader, stando alle bozze delle conclusioni, daranno oggi il via libera al piano ReArm della Commissione europea e al Libro Bianco sulla difesa, chiedendo però di continuare a portare avanti il lavoro. Le questioni ancora da risolvere (in pratica i dettagli del piano, dall'articolazione delle catene del valore in chiave più o meno Made in Europe alle opzioni sui finanziamenti) si negozieranno da qui a giugno quando si terrà il prossimo Consiglio europeo, piazzato strategicamente all'indomani del vertice Nato dell'Aia, dove i leader dell'Alleanza saranno chiamati a concordare i nuovi target di spesa (probabilmente intorno al 3%).

A chiudere la migrazione - non ci si aspetta molto, se non una presa d'atto del lavoro in corso - e poi, a cena, un primo dibattito orientativo sul nuovo bilancio Ue, dato che la Commissione sarà chiamata a presentare proposte questa estate. infine, le conclusioni sull'Ucraina sono state adottate a 26 , secondo la stessa modalità del consiglio straordinario di due settimane fa, aggirando dunque il veto di Budapest. 

Rodolfo Ricci

( 20 marzo 2025 )

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