Con un voto che da più parti viene definito storico il parlamento tedesco uscente approva la proposta di riforma della costituzione, passaggio necessario per sbloccare gli investimenti per la difesa e le infrastrutture. Sono quasi le quattro quando la presidente del Bundestag, Baerbel Bas, annuncia il risultato della votazione dopo una discussione durata sei ore: i favorevoli sono 512, ben oltre la maggioranza necessaria dei due terzi, indispensabile per le modifiche costituzionali. Il leader della Cdu Friedrich Merz ha ormai un piede nella cancelleria federale: prima ha trovato l'accordo con la Spd, poi ha trattato con i Verdi, i cui voti erano fondamentali.
Nel corso della discussione al Bundestag gli ecologisti hanno usato toni duri, accusando Merz di averli diffamati quando nei mesi passati avevano tentato di convincerlo a votare una riforma del freno al debito. Ma alla fine hanno mantenuto la parola e l'accordo ha tenuto. Se si fossero messi di traverso, la maggioranza dei due terzi non sarebbe stata raggiunta: i Verdi, che non faranno parte del futuro governo, possono dire di aver agito davvero "per responsabilità". Anche perché nel nuovo parlamento per cambiare la costituzione serviranno o i voti dell'ultradestra di Afd o quelli della Linke. Per questo l'appuntamento era così importante.
Tanto da spingere anche i mercati, con le borse europee che hanno terminato la seduta in rialzo sulla scia della decisione arrivata da Berlino, guidate da Francoforte (+0,98%). Merz ha voluto sottolineare le condizioni eccezionali che hanno motivato un piano così radicale, che quelli di Afd hanno bollato come una "truffa" ai danni degli elettori. "Per un decennio la nostra società ha creduto in un ingannevole senso di sicurezza. Ora dobbiamo ricostruire completamente le nostre capacità di difesa", ha incalzato Merz che aveva promesso per la difesa 'whatever it takes' e i ha mantenuto la parola.
E ha incassato il plauso dell'Ue con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen che ha parlato di "un'ottima notizia" che invia un messaggio molto chiaro anche all'Europa: la Germania è determinata a investire massicciamente nella difesa e anche nelle infrastrutture per aumentare la propria competitività. Il freno al debito per la difesa e l'esercito non esiste più. "I nostri alleati nella Nato e nell'Ue ci guardano, tanto quanto i nostri avversari e i nemici del nostro ordinamento democratico".
Dopo questo voto Merz sa di poter contare in Europa su un peso specifico maggiore di quello del cancelliere uscente Olaf Scholz, costretto negli ultimi tre anni e mezzo a continue mediazioni con i liberali, che non accettavano deviazioni dalla rigidità di bilancio. Merz ha anche aggiunto che questo è il "primo grande passo verso una nuova comunità europea di difesa". A rubargli la scena ci ha pensato il ministro della difesa Boris Pistorius, che ha codificato la svolta con parole chiare: "Le minacce alla nostra sicurezza hanno la precedenza sulla situazione finanziaria". Ma non c'è solo la difesa: sono stati approvati anche un fondo speciale di 500 miliardi per i prossimi dodici anni per le infrastrutture e una maggiore possibilità di spesa per i Laender.
Si tratta di cifre imponenti, e Merz ne è consapevole e lo ha voluto ancora una volta chiarire, d'accordo con il socialdemocratico Lars Klingbeil: "Il denaro non può risolvere tutti i problemi. Non viene meno la necessità di consolidare il bilancio". Ma ha ribadito che serviranno anche sacrifici: "Ci siamo abituati a cose che non sono più sostenibili", lo stato sociale va modernizzato e il conto non possono pagarlo solo le giovani generazioni.
Rodolfo Ricci