Friedrich Merz congeda Olaf Scholz: "Se non succede un miracolo, sabato il suo cancellierato si chiude". E il leader socialdemocratico, sorprendentemente rilassato, replica: "Io credo nella democrazia non nei miracoli". Il duello finale del cancelliere, in vista del voto di domani in Germania, è vissuto come i titoli di coda, quando al cinema si commenta a luci ancora spente il film appena visto. Eppure lui ha continuato a non darsi per vinto: "Dica adesso che non si lascerà fare cancelliere con i voti di Afd", ha incalzato. E l'avversario ha assicurato: "Vorrei una maggioranza stabile in Germania per un nuovo governo, e questa non sarà con Afd, né in modo diretto né indiretto". Poi l'aggiunta: Merz non firmerà contratti di coalizione con chi non sottoscriverà la svolta migratoria e quella energetica. Mentre dal canto suo, il socialdemocratico ha escluso alleanze con la sinistra della Linke e Sahra Wagenknecht.
Il duello di Axel Springer, messo in onda sui canali web di Bild e Welt, non ha visto particolari attacchi e ha concesso spazio anche ai profili personali dei due contendenti. Una domanda è ad esempio su quali siano stati i fatti della vita che più li hanno segnati. Scholz ha risposto di essere felice: "La mia vita è riuscita, per quel che riguarda la sfera privata, per quel che riguarda l'amore".
Merz ha invece raccontato della perdita di due fratelli più giovani - erano 4 figli - una sorella morta a 21 anni in un incidente stradale, e un fratello a 50, di malattia. Ma anche il leader conservatore ha risposto di essere felice in amore.
Resta il dato di fondo: l'atteggiamento di Friedrich Merz si fa via via più sicuro e lo sguardo ultimamente è spesso raggiante: l'eterno rivale di Angela Merkel sta per diventare cancelliere. La sua vittoria in Germania è data quasi per certa e già si fanno accurati calcoli sulle stime dei sondaggi, per capire come potrebbe essere la prossima coalizione. Con la rimonta dei piccoli partiti, un ritorno della Grosse Koalition, lo schema di gioco preferito di Angela Merkel, diventa infatti più improbabile.
Ed è l'inattesa ascesa della Linke, la sinistra, con cui Olaf Scholz ha escluso ogni coalizione, a far immaginare a questo punto un futuro governo tripartitico, come quello appena fallito nella Germania abituata un tempo alla stabilità. Intanto, nella Repubblica destabilizzata dagli ultimi attentati, Bild ha riferito di un appello dell'Isis che incita a colpire proprio nelle città tedesche: a Berlino, Monaco, Francoforte, ma anche Vienna, Bruxelles, Anversa e Salisburgo. "Che aspetti? Le strade sono piene di obiettivi! Colpisci!", è il testo rilanciato dal media Al Saif, piattaforma vicina allo Stato islamico. Parole che rievocano l'attacco dell'afghano, piombato su una manifestazione sindacale giovedì scorso nel capoluogo bavarese. Un ennesimo trauma per i tedeschi, messi di fronte ancora una volta alla morte di una bimba di due anni e della madre, e a un bilancio di oltre 30 feriti. Tornando alla corsa elettorale, in vista del voto di domenica le tv diffondono anche immagini inedite: il leader della Cdu in veste di pilota, immortalato in uno dei momenti dedicati al suo hobby preferito, pronto al decollo. Il cancelliere impegnato a vogare in canoa.
E il contrasto al momento non potrebbe essere più calzante: con il candidato dei conservatori in testa ai sondaggi con un 30% di preferenze e il Kanzler uscente indietro con l'Spd al 15, stando agli ultimi dati Insa. In questo scenario il 7% della Linke rende improbabile che i numeri bastino per un'alleanza fra Unione e Socialdemocratici, e l'ipotesi in pole è quella della cosiddetta coalizione 'Kenya', dai colori nero, rosso e verde dei tre partiti. L'ultradestra di Afd al 21% non avrebbe approfittato ulteriormente dell'endorsement americano, rilanciato a Monaco da JD Vance, ma resta in sella al secondo posto, prima dell'Spd e dei Verdi di Robert Habeck al 13. Vengono tenuti d'occhio con forte interesse anche gli altri piccoli partiti, il Bsw di Sahra Wagneknecht dato al 5%, mentre i liberali sarebbero di nuovo al 4 e continuerebbero a rischiare di mancare la soglia per l'ingresso al Bundestag.
Ma come ha fatto il partito fatto a pezzi dall'uscita della moglie di Oskar Lafontaine ad uscire all'improvviso da una crisi che sembrava esistenziale? Secondo Robin Alexander, vicedirettore della Welt, "la campagna Antifa lanciata da Spd e verdi contro Merz" dopo l'apertura ad Afd sulla stretta ai migranti al Bundestag sarebbe stato un autogol della sinistra progressista: sono proprio loro che hanno rilanciato la Linke, ha osservato in un talk show del suo giornale. Tesi non isolata. Anche i post della parlamentare Heidi Reichinnek, che spopola su Tik Tok, avrebbero dato un forte contributo all'impressionante risalita di un partito rimasto per mesi in agonia.
Rodolfo Ricci