A Bruxelles la notizia della crisi di governo è arrivata senza che nessuno, nei giorni scorsi, si fosse realmente preparato all'evenienza. Come dire: Mario Draghi è un amico dell'Europa, senza di lui a Palazzo Chigi a perderci non è solo l'Italia ma anche l'Ue. In verità, la crisi è piombata nelle istituzioni comunitarie nel momento forse meno opportuno: l'Europa è nel bel mezzo di una guerra energetica, comincia a faticare un pò nel portare sostegno finanziario all'Ucraina e vede all'orizzonte l'ombra di un autunno gelido anche dal punto di vista economico. Ursula von der Leyen contava e vorrebbe continuare a contare su Draghi. Anche perché in Francia Emmanuel Macron non ha più la forza politica di prima e in Germania l'alleanza guidata da Olaf Scholz è cosa ben diversa dalla Grosse Koalition di merkeliana memoria. Da Palazzo Berlaymont - caso più unico che raro - alla notizia delle dimissioni di Draghi è filtrato un sia pur paludato commento.
"La presidente Ursula von der Leyen ha ripetutamente enfatizzato la stretta e costruttiva cooperazione con il presidente Mario Draghi. Von der Leyen attende di proseguire nella cooperazione con le autorità italiane sulle priorità e sulle politiche europee", ha sottolineato il portavoce dell'esecutivo Ue Eric Mamer premettendo che, come vuole la prassi, Bruxelles non commenta gli sviluppi politici interni ai Paesi membri. Eppure, in questo luglio incendiato dall'emergenza gas e oscurato da una guerra alle porte dell'Europa che non ha fine, l'Ue senza un alleato come Draghi a Roma potrebbe ritrovarsi un pò più sola. Ieri è toccato invece al commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni affrontare con i cronisti la crisi di governo. "La seguiamo con preoccupato stupore", ha sottolineato l'ex premier rilevando come "in queste acque agitate con guerra, alta inflazione, rischi energetici, tensioni geopolitiche la stabilità è un valore in sé e penso che in questo momento serva coesione e non procurare instabilità". E ora? "Se in Italia non ci fosse un Governo di larghissima maggioranza, si tratterebbe di inventarlo in questo momento", ha cercato di spiegare Gentiloni lasciandosi andare anche ad un augurio. Un augurio che, anche dalle parti del Parlamento europeo, trova diversi seguaci. Manfred Weber, capogruppo e presidente dei popolari europei, ha attaccato senza mezzi termine la mossa "incomprensibile e irresponsabile del M5S".
"Disertando il governo Draghi, gli estremisti 5 Stelle non solo peggiorano le prospettive economiche dell'Italia ma anche dell'Europa", ha incalzato Weber. Il rischio, tuttavia, è che con un governo debole o dimissionario l'Italia torni ad essere nel mirino dei falchi del Nord. Il meteo, a prescindere dalla presenza di Draghi o meno, preannuncia serie perturbazioni economiche. Il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, solo martedì scorso richiamava tutti a "prudenti politiche di bilancio", assioma che, con rinnovato entusiasmo, trova il plauso di Berlino. E poi c'è il fattore Pnrr. Roma attende il sì dell'Europa per la seconda tranche di fondi per i primi di settembre. Le valutazioni dell'Ue, ripete da sempre la Commissione, sono puramente tecniche. Ma, con la crisi di governo, i fari di Bruxelles sulle riforme a cui è chiamata l'Italia sono destinati ad aumentare di intensità.
La crisi politica italiana, culminata con le dimissioni di Mario Draghi poi respinte dal Quirinale, ha fatto comunque il giro del mondo: è diventata subito la breakings news dei principali media e viene rilanciata da tutti i più importanti siti internazionali. Dalla Bbc al Financial Times, dal New York Times a Le Monde, dalla Faz alla Cnn, dal Pais alla russa Interfax. "Il sesto primo ministro italiano nell'ultimo decennio, rara forza unificatrice della politica ed elemento di garanzia sugli impegni dell'Italia", ha deciso di lasciare, sono i primi titoli a rimbalzare sui media che subito dopo l'annuncio del Colle ribattono la notizia con gli aggiornamenti. "Negli ultimi 17 mesi il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato una rara forza unificatrice della politica italiana. Ma quel periodo si è concluso, con Draghi che ha detto che si sarebbe dimesso dopo una frattura nel suo governo di unità", ha rilevato il Washington Post. E di fratture "fatali" emerse dal voto di fiducia scrive anche il New York Times, sottolineando come "il Movimento 5 Stelle anti-establishment abbia rifiutato il sostegno innescando una crisi politica". A Draghi non "è bastata la mezza vittoria" del voto al Senato, sottolinea la tedesca Faz, che ha parlato di "una giornata rovente a Roma". L'uscita di scena di Mario Draghi potrebbe portare ad una nuova incertezza nel Paese, sottolinea l'americana Cnbc, mentre la tedesca Deutsche Welle ricorda come il premier "sia stato considerato un garante del fatto che l'Italia si sarebbe attenuta alle regole dell'Ue e della Bce".
Rodolfo Ricci