È un dato di fatto. La strada per l'unione fiscale e dei trasferimenti di risorse da uno Stato all'altro è sbarrata. La necessità di alcuni investimenti massicci e coordinati, in primis quelli della difesa, rende però sempre più urgente un meccanismo di spesa comune da parte dei Paesi Ue. A insistere sul nodo di come rendere operativo il piano Draghi sono stati, in separata sede, l'alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, al vertice Nato e il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, al foro Italia-Spagna. In particolare, Panetta ha chiesto un'azione coordinata a livello europeo: un productivity compact che mobiliti investimenti pubblici e privati "perché nessuno Stato membro dell'Unione può riuscire da solo" ad affrontare le nuove sfide globali.
E anche il ministro dell'economia, Giancarlo Giorgetti, che al foro ha partecipato in videocollegamento, ha rilevato che l'Europa è oggi a un bivio: deve scegliere se accelerare la propria integrazione o accettare il declino. "Questo il senso sia del rapporto Draghi che di quello Letta". L'euro bond, o il titolo di debito privo di rischio come lo chiama il governatore, permetterebbe all' unione di andare al di là dei singoli bilanci statali non solo per far fronte alla maggiore necessità della difesa di fronte al previsto disimpegno dell'amministrazione Trump ma anche su altri capitoli come la transizione digitale ed energetica Una posizione condivisa anche da Daron Kamer Acemoğlu, premio Nobel per l'Economia nel 2024 in un'intervista. La difesa è la necessità più impellente.
Come aveva rimarcato Draghi la Ue è seconda al mondo per spesa militare (313 miliardi nel 2003) ma non ha una pari potenza sul campo e oltretutto sconta una produzione di armamenti troppo differenziata ed eterogenea fra Stato e Stato ognuno dei quali cerca di tutelare e promuovere il proprio modello e le proprie aziende. E inoltre come ha sintetizzato Kallas occorre "investire di più nella nostra difesa, sviluppare la nostra industria della difesa e l'altra è aiutare l'Ucraina. E questo richiede risorse finanziarie. Quindi, se non si tratta di eurobond, discutiamo di cosa può essere". La proposta del governatore Panetta è così quella di aumentare il debito comune Ue mantenendolo comunque sotto il 10% del Pil (anche inglobando il Next Generation e gli altri fondi).
L'Ue, spiega, deve dotarsi di un meccanismo di "spesa comune per finanziare gli investimenti" anche tramite un titolo europeo privo di rischio. Una proposta, scandisce per evitare le immediate critiche da diversi paesi, che non implica la creazione di una fiscal union né richiede un ministro delle finanze europeo o meccanismi di trasferimenti sistematici tra Paesi.
Panetta sottolinea che si potrebbe finanziare "il 25% di un piano di investimenti da 800 miliardi all'anno per sei anni" mantenendo il debito comune al 10% del Pil per fare fronte alla doppia transizione, digitale ed energetica e le spese per rafforzare la difesa. Per fare uscire l'Europa dalle secche di un'economia stagnante, renderla competitiva e sovrana dal punto di vista tecnologico quindi è vitale avere un mercato europeo dei capitali che possa finanziare progetti innovativi ad alto rischio. Le premesse sono appunto i titoli europei e completare l'Unione bancaria. Solo delle banche che non sono costrette, come ora, a operare prevalentemente nei mercati nazionali, ricorda il governatore, possono essere in grado di finanziare e sostenere un'economia competitiva.
Rodolfo Ricci