Cresce l’indice delle Pmi del settore dei servizi. Le aziende, tuttavia, restano caute, nella febbrile attesa di capire la strada intrapresa definitivamente da Trump nella guerra commerciale minacciata nei confronti dell’Europa.
L'Indice Pmi dell'attività terziaria, come detto, registra un leggero rialzo, portandosi a maggio a 53.2, il valore più alto in quasi un anno. “Questo sesto mese consecutivo di crescita - sottolinea Nils Müller, Junior Economist presso la Hamburg Commercial Bank - è stato alimentato da una domanda nazionale resiliente e un solido flusso di nuovi ordini che hanno contribuito a confermare il ruolo di questo settore come motore principale dell'espansione economica in Italia. Se il tasso di incremento dei nuovi ordini è lievemente sceso, è rimasto comunque elevato per la media storica suggerendo una ripresa che guadagna terreno”. Finché non si farà chiarezza, secondo Müller, “l'attuale incertezza commerciale resterà il tema centrale delle esportazioni terziarie italiane”. A preoccupare, sottolinea inoltre l’indagine di Commercial Bank, sono le pressioni inflazionistiche che hanno mostrato segnali di una nuova accelerazione. Se ciò aiuta “a proteggere i margini, può anche mettere alla prova i limiti di tolleranza dei consumatori nei mesi a venire”.
Le aziende, secondo l’indagine di Commercial Bank, hanno reagito all’aumento del carico di lavoro “assumendo personale aggiuntivo, spesso con contratti temporanei o part-time”. Centinaia di migliaia di contratti temporanei sono in programma nelle prossime settimane, con l’avvio della stagione turistica estiva, che si preannuncia ancora in crescita. Per la stagione estiva, secondo i dati Demoskopica, sono attesi infatti 65,8 milioni di turisti e 267,4 milioni di presenze, con un incremento rispettivamente pari al 3,4% e al 2,1% rispetto alla stessa stagione del 2024, segnata da 63,6 milioni di arrivi e quasi 262 milioni di pernottamenti. Tra giugno e settembre, si stimano, dunque, circa 2,2 milioni di turisti in più, che possono generare un incremento di 5,4 milioni di notti nel comparto alberghiero ed extra-alberghiero.
Si prevede al contempo una ripresa del mercato domestico che gli anni scorsi viaggiava a rilento: 30,1 milioni di arrivi (+5,5% sul 2024) e 129,5 milioni di presenze (+4,9%).
In particolare, a optare per una destinazione italiana sarebbero 35,7 milioni di stranieri con un incremento dell'1,7% del dato complessivo degli arrivi previsti. E, infine, i flussi in Italia potrebbero generare una spesa turistica diretta pari a 39 miliardi di euro con una variazione in crescita dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Ilaria Storti