All’indomani del voto per i cinque quesiti referendari, il lavoro torna sul tavolo del confronto tra Governo e parti sociali. Dopo aver appurato un certo disinteresse degli elettori sulle questioni riguardanti la precarietà - per di più declinate tramite formule e domande più adatte al dibattito degli anni Novanta che a quello attuale - sul tavolo torna una delle vere priorità ed emergenze di questi ultimi anni, ossia la sicurezza sul lavoro. La ministra Marina Calderone ha convocato i sindacati venerdì per proseguire il confronto su un tema che, nelle sue parole, “deve unire tutti quanti”. “Bisogna creare un'alleanza su un tema che è strategico”, ha detto Calderone, aggiungendo che “il lavoro deve essere dignitoso, regolare e sicuro”. Mutuando un obiettivo invocato continuamente negli ultimi anni dalla Cisl, la ministra propone alle parti in causa di fare un “patto per il lavoro”.
“Partiamo da un confronto con le parti sociali sulla sicurezza del lavoro - spiega la ministra del Lavoro -, pensiamo a un patto in cui si parli di contratti, di nuove forme di lavoro legate alla tecnologia, di sostegni a imprese e lavoratori, di contrattazione. Riusciremo ad alzare i salari - aggiunge Calderone - quando riusciremo a mettere insieme un altro tema che è quello della produttività. Dobbiamo lavorare per alzare la produttività. Lavoriamo per sostenere la partecipazione dei lavoratori alle scelte aziendali. Dobbiamo lavorare sulla fiscalità di vantaggio”. Pur sottolineando i buoni risultati degli ultimi anni, su fronte dell’aumento dell’occupazione e del calo della disoccupazione (valore questo, finalmente, in media europea), Calderone, ammette elementi di forte criticità, citando il problema dei Neet e quello del mismach tra domanda e offerta di lavoro.
A sottolineare la necessità di rafforzare la qualità del lavoro - proprio ora che la quantità è in crescita costante ormai da quattro anni - è la Cisl. Sul fronte della qualità torna il richiamo alla questione salariale, rispetto alla quale la segretaria generale cislina, Daniela Fumarola, rilancia la necessità di “elevare il valore aggiunto espresso dall’occupazione, incrementare i salari, redistribuendo la produttività”. Per la leader cislina l’aumento delle buste paga non passa per il salario minimo. La priorità, sottolinea Fumarola a margine del congresso nazionale della Fnp Cisl, è “riportare nella contrattazione i lavoratori sotto i nove euro l’ora” e “fare i rinnovi contrattuali”.
Qualità del lavoro, naturalmente, non significa solo salari più alti. Per la Cisl è cruciale accompagnare le transizioni, tutelare i percorsi discontinui, collegare reddito, apprendimento, orientamento. Restare, dunque, collegati a un mercato del lavoro che cambia velocissimamente. Non ci si può permetter di restare con lo sguardo “inchiodato al passato”. Da qui le critiche cisline al referendum, con quesiti che ruotavano su una legge - il Jobs Act - già modificata nelle sue parti critiche. Fumarola esprime rammarico per il fatto che i contenuti dei quesiti siano stati “utilizzati come uno strumento inopportuno”. Rammarico, in particolare, per il quesito sulla cittadinanza, anch’esso “usato come strumento inopportuno”. Il tema della cittadinanza è da tempo al centro delle battaglie cisline. “Lavoreremo - assicura Fumarola - per modificare la legge”. In generale, la segretaria generale Cisl ribadisce che i temi del lavoro vanno discussi e affrontati “nelle sedi opportune”, ossia attraverso “la concertazione e la contrattazione”.
Bene, dunque, la ripresa del confronto col Governo sulla sicurezza. Venerdì il sindacato tornerà a rilanciare le proprie proposte, a partire dalla richieste di estensione delle patente a punti e del rafforzamento della formazione, dei controlli e delle prevenzione
Ilaria Storti