Giovedì 17 luglio 2025, ore 2:46

Attualità

Scuola, pronte 54mila assunzioni per il prossimo anno

Come ogni anno, a pochi mesi dall’avvio dell’anno scolastico, si annunciano assunzioni che non bastano a coprire i posti vacanti e non risolvono il problema ormai pluridecennale del precariato nella scuola, dove decine di migliaia supplenti hanno anni di contratti a termine alle spalle. Anche per questo i sindacati chiedono, da anni, di riformare il sistema di reclutamento dei lavoratori del comparto.
I numeri forniti dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, non tranquillizzano le sigle del settore. Il prossimo anno scolastico Valditara ha annunciato l’assunzione di oltre 54mila docenti nelle scuole statali di tutti i gradi, dei quali 13.860 di sostegno e 6.022 docenti di religione, in seguito al concorso bandito del 2024. 
“È un numero record”, secondo il ministro, che sottolinea la “particolare attenzione alla continuità didattica per il sostegno”, molto importante per i ragazzi più fragili. “Sull'insegnamento della religione cattolica, stiamo realizzando la più importante immissione in ruolo degli ultimi venti anni”, aggiunge Valditara. 
Ma i sindacati, come detto, non condividono l’entusiasmo del ministro e ricordano che le cifre del precariato resteranno altissime, oltre le 200mila unità. “Delle 54.000 assunzioni annunciate dal ministro Valditara - spiega la segretaria generale Cisl Scuola, Ivana Barbacci -, 48.504 sono di aspiranti inseriti nelle graduatorie dei concorsi e dalle Gae, mentre 6.022 interessano i docenti di religione cattolica e riguarderanno il concorso straordinario bandito nel 2024. Le 48.000 assunzioni su posto comune e di sostegno non assicurano, come avremmo voluto, la copertura totale del 100% dei posti disponibili, ancorché siano solo 5.000 i posti accantonati per il prossimo concorso ordinario, per il quale si aggiungeranno anche i posti derivanti dai pensionamenti del 2026 e 2027”. La dirigente sindacale sottolinea come sia “difficile accettare la logica di un ennesimo concorso”, considerato che è prevista la costituzione, nel 2026, degli elenchi regionali degli idonei, “come stabilito solo un mese fa dal decreto-legge scuola”. 
“Ci viene fatto osservare - aggiunge Barbacci - che questo concorso è una scelta obbligata, imposta dalle regole del Pnrr: noi ci auguriamo che si possa quanto prima chiudere la stagione assurda dei concorsi a raffica, per passare a un reclutamento a due canali che rivendichiamo già dal 2015”. Il sindacato chiede infatti da tempo di affiancare al canale concorsuale un altro canale di accesso che consenta di stabilizzare i precari, valorizzandone l’esperienza maturata negli anni (spesso più di dieci). 
“Di particolare rilievo, quest'anno - evidenzia ancora Barbacci - le assunzioni dei docenti di religione, che per la prima volta avvengono sulle effettive disponibilità e non solo sui posti liberati dai pensionamenti. Grazie al concorso straordinario rivolto agli insegnanti con incarico almeno triennale, e ad una norma rivendicata dalla Cisl Scuola e recepita in un decreto già convertito in legge, le graduatorie degli incaricati saranno utilizzate per coprire tutti i posti vacanti in attesa dello svolgimento del concorso ordinario appena avviato”. Anche in questo settore, secondo la sindacalista, “si afferma un principio di stabilizzazione per il quale la Cisl Scuola si è sempre fortemente impegnata”.
Sulla stessa linea anche gli altri sindacati di settore che evidenziano l’insufficienza delle 48 mila immissioni in ruolo, a fronte di oltre 90 mila posti liberi in organico di diritto tra docenti, educatori e Ata. A questi 90mila posti liberi, va ricordato, si aggiungono i circa 160 mila posti autorizzati in organico di fatto, che continueranno a essere coperti da precari.
Per Giuseppe D'Aprile, segretario Uil Scuola, le assunzioni “rappresentano certamente un segnale positivo, ma non bastano ad affrontare in modo strutturale la questione precariato”. Precariato che, secondo i numeri della Uil, è più che raddoppiato dal 2015 a oggi, passando da 126.679 a quasi 286.000 contratti a termine. “È evidente - aggiunge D’Aprile - che non ci troviamo di fronte a una fase transitoria, ma a un sistema che ha fatto del precariato una regola”.
Ilaria Storti

( 15 luglio 2025 )

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