Segretario, questo territorio è emblematico delle transizioni che sfidano il Paese...
Certo. Sono transizioni industriali, ambientali, energetiche, tecnologiche, digitali, culturali, che non devono mai prescindere dalla loro compatibilità sociale, ovvero da sostenibilità, salvaguardia occupazionale diretta e indiretta, formazione di nuove competenze, welfare appropriato. Noi puntiamo, anche, alla contestuale valorizzazione di tutte le nostre risorse produttive, infrastrutturali e paesaggistiche.
Territorio determinante anche per il sistema produttivo nazionale...
Strategico, come è la ex Ilva di Taranto per le politiche industriali del Paese; la stessa che in passato ha contribuito a determinarne il Pil di circa l’1,4%. Oggi conta 8.500 dipendenti diretti e 6.500 nell’indotto; ma 3.500, di cui 2.813 operai, sono in cassa integrazione fino al 2027. Il Mimit sta aggiornando il bando per la cessione a privati entro ottobre prossimo. Per noi sono imprescindibili massima tutela dei livelli occupazionali, prospettive industriali ovvero no ad una mini-Ilva, sostenibilità ambientale e salute pubblica. Nell’ultimo incontro il sindacato ha rivendicato impegni concreti dal Governo e non solo, chiedendo trasparenza e responsabilità.
Cosa vi aspettate?
Capire il ruolo dello Stato nella nuova compagine societaria. Risulta predisposto un piano per la decarbonizzazione da completare entro 8 anni, l’impiego di una nave rigassificatrice e di un desalinizzatore. Il Parlamento ha votato l’AIA con le valutazioni sanitarie, un limite massimo di produzione pari a 6 milioni di tonn/anno di acciaio, l’applicazione delle più recenti Best Available Techniques e ben 472 prescrizioni ambientali obbligatorie. Hanno espresso parere contrario Regione, Provincia e Comuni di Taranto e Statte; ma prosegue la trattativa per un Accordo di Programma. E’ convocato, infatti, il 12 agosto un ulteriore incontro a Palazzo Chigi, dove gli Enti locali esprimeranno le posizioni definitive sulla decarbonizzazione e sulla migliore collocazione del polo del Dri per garantire la sostenibilità dello stabilimento e l’autonomia strategica del Paese.
E per Brindisi?
Sono ad oggi 47 le manifestazioni di interesse per la reindustrializzazione e la tutela del tessuto economico locale, frutto della nostra mobilitazione, anche a seguito della decisa chiusura della Centrale Enel ma differita ai fini di sicurezza energetica del Paese. Brindisi risultava sprovvista di alternative produttive che salvaguardassero l’occupazione. Abbiamo chiesto che Invitalia rediga un piano industriale per l’Accordo di Programma e la messa a terra di progetti che sviluppano circa 2,5 miliardi.
Si reputa fiducioso?
Abbastanza. Qui Eni/Versalis sta procedendo alla costituzione di una nuova società per la produzione di grandi accumulatori di energia stazionari. Versalis è la società chimica di Eni, opera nei settori della chimica di base, delle materie plastiche e della chimica da fonti rinnovabili. Poi, nel 2026 potrà ultimarsi l’infrastrutturazione portuale mediante banchinamento e la retrostante colmata tra il pontile petrolchimico e Costa Morena Est, indispensabile per lo sviluppo dello scalo e funzionale al dragaggio dei fondali. Segnaliamo, altresì, l’avvenuta concessione decennale per la gestione delle aree e dei beni demaniali destinati ai servizi crocieristici nel porto. Sarebbe opportuna, al riguardo, una strategia di sistema per l’intera portualità pugliese, nel quadro della Zes unica, scongiurando inefficaci concorrenze.
Per il futuro di Taranto Brindisi, dunque, c’è l’industria ma non solo?
Lo auspichiamo, pur volendone confermare la storica vocazione. Ricordiamo che la Vestas realizzerà a Taranto tre nuovi capannoni industriali per produrre pale eoliche, con importanti ricadute occupazionali. E non è casuale che proprio qui, grazie all’intesa per il WindRunner, tra Leonardo S.p.A. e Magnaghi Aeronautica S.p.A. con la nord americana Radia, del settore aerospaziale, sarà realizzato l’aereo più grande del mondo pensato per il trasporto di pale per turbine eoliche di oltre 105 metri. La sede di costruzione sarà Grottaglie ed il primo volo è previsto nel 2029.
Non più monocultura dell’acciaio, dunque...
E’ una sfida da vincere, certo! Perciò, chiediamo che la decarbonizzazione dei nostri attuali sistemi produttivi vada di pari passo con la riconversione verso le energie rinnovabili, la logistica, la manifattura green. Anche le Comunità energetiche, realtà di innovazione e coesione, potranno incrementare posti di lavoro e fare del nostro territorio un vero e proprio hub energetico. Continuiamo a sollecitare la esigibilità del Cis Taranto, sbloccando gli oltre 800 milioni rimanenti in infrastrutture, bonifiche, sanità e rigenerazione urbana. Come pure quella del Cis Brindisi, velocizzando i progetti già finanziati.
La reindustrializzazione è compatibile con le opportunità aggiuntive di sviluppo?
Nel Turismo, ad esempio, andando oltre la stagionalità, risolvendo la carenza di infrastrutture materiali e immateriali, trasportistiche e ricettive, oltre alla precarietà occupazionale. I Giochi del Mediterraneo del 2026 a Taranto potranno rilanciarne l’economia, creare lavoro e sviluppare infrastrutture. Opportunità, anche, nell’Agricoltura e nell’Agroindustria, pilastri ulteriori dell’economia locale, con colture e prodotti di qualità, vere eccellenze sui mercati internazionali. E nella mitilicoltura nel tarantino che va accompagnata ad investimenti nella blue economy. Chiediamo di ottimizzare interventi nell’Aerospazio, nella Farmaceutica, nella Cultura con Università e Ricerca, nella creatività dell’Artigianato, nella Moda, nell’economia circolare. Taranto è già destinata a diventare hub strategico per la Marina Militare e l’industria della Difesa navale italiana, per la capacità di ospitare e coordinare complesse attività manutentive e ingegneristiche su unità ad alta tecnologia.
Una visione a tutto campo, tra auspici e cose concrete...
Ci battiamo per questo. Concreto, intanto, è il Piano Industriale Leonardo S.p.A. 2024-2028, importante sfida di sviluppo per il territorio in un contesto di grandi cambiamenti nel settore Aerospazio & Difesa. Taranto è poi destinataria del Just Transition Fund con 795,6 mln. i cui obiettivi sono focalizzati su energia e ambiente; diversificazione economica; effetti sociali ed occupazionali. L’opportunità è correlata alla riconversione delle aree inquinate.
E per quanto riguarda Brindisi?
Qui va realizzato il deposito Gnl di Edison a Costa Morena Est, zona cruciale per lo sviluppo intermodale del porto. Da tempo chiediamo di velocizzare i progetti di investimenti previsti sulle FER e sull’idrogeno. Ne evochiamo uno per tutti: l’impianto eolico della Falk Renewables e BlueFloat Energy, che si configura come opportunità occupazionale aggiuntiva.
E’ realtà il Tecnopolo del Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile...
Rifinanziato con 1 milione di euro, per il 2025, la sede è a Taranto ma sarà al servizio della Regione, per promuovere innovazione tecnologica e transizione ecologica. E’ indubbia la sua rilevanza che è di studio, ricerca, accompagnamento verso uno sviluppo sostenibile dei comparti industriali e non solo, per una transizione che rimetta in gioco processi, prodotti, competenze, lavoro, materiali. Riguarderà, insomma, l’intero sistema di sviluppo del Sud e riporterà al centro il ruolo del Mediterraneo. A Brindisi operiamo per il contestuale rilancio strutturale e gestionale del Centro di Ricerca dell’Enea, a servizio della Pubblica Amministrazione e delle Pmi del territorio.
Opportunità di rientro per i giovani ricercatori?
Una grande opportunità. Il nostro territorio continua a perdere popolazione, con un esodo continuo di ragazze e ragazzi tra i 18 e i 39 anni altamente scolarizzati. La tendenza alla desertificazione è un aspetto sostanziale della nuova questione meridionale.
Segretario, ne è scaturito un quadro di criticità ma anche di contestuali opportunità...
Tra le criticità aggiuntive annoveriamo il SSN ed il modello sociosanitario, entrambi lontani dagli standard qualitativi auspicati, come insufficienti sono le risposte ai bisogni di edilizia sociale. Queste, però, sono aree in difficoltà ma anche ricche di risorse, intelligenze, energie. La Cisl Taranto Brindisi intende confermarsi soggetto di partecipazione propositiva, corresponsabile, autonomo, pragmatico. Operiamo affinché le transizioni in corso non abbiano impatti destabilizzanti sulla coesione sociale.
Massimo Caliandro