Venerdì 3 ottobre 2025, ore 9:44

Intervista

Edilizia Marche: legalità, ricostruzione e sicurezza

Jacopo Lasca è il nuovo segretario generale della Filca Cisl Marche. Quarantatré anni, originario di Jesi, raccoglie il testimone da Tonino Passaretti alla guida del sindacato che, in regione, rappresenta oltre 8.100 lavoratori dei settori edilizia, legno-arredo, cemento, laterizi e marmo. Con alle spalle un percorso iniziato in Filca giovanissimo e segnato dall’impegno sulla ricostruzione post-sisma e sulla contrattazione delle grandi opere, Lasca mette al centro del suo mandato sicurezza, legalità e presenza nei luoghi di lavoro. Lo abbiamo intervistato dopo la sua elezione.

Segretario Lasca, il suo impegno sindacale parte dal lontano 2009 come operatore Filca Cisl, oggi approda ad un nuovo traguardo di grande responsabilità. Quali sono le priorità che guideranno il suo mandato?
Eredito una Filca Marche in buona salute, cresciuta costantemente grazie al lavoro di prossimità nei cantieri e nelle fabbriche. Ora dobbiamo guardare al futuro: formare il gruppo dirigente sulle innovazioni contrattuali e sugli enti bilaterali, innovare i processi organizzativi e comunicativi, completare il ricambio generazionale già avviato. Esperienza e nuove competenze devono intrecciarsi, così come sarà decisivo rafforzare le connessioni con la Confederazione in un contesto sociale e del mondo del lavoro in rapido cambiamento. Infine terremo alta l’attenzione su legalità e corretta applicazione dei contratti nazionali, con interlocuzioni costanti con parti sociali e istituzioni.

Il settore delle costruzioni vive una fase di crescita legata a Pnrr, grandi opere e ricostruzione post-sisma. Secondo lei come si può gestire al meglio questa stagione?
Parliamo di opere pubbliche e dunque di risorse che arrivano dalla fiscalità generale: una responsabilità ulteriore. Le infrastrutture previste sono strategiche per la competitività delle Marche, come snodo tra Adriatico, Mediterraneo e corridoi europei. Il Pnrr migliorerà la qualità dei centri urbani con riqualificazioni, scuole più sicure e interventi contro il rischio idrogeologico. La ricostruzione post-sisma, che vede le Marche come la regione maggiormente interessata del cratere del centro Italia, oltre ad essere un’operazione di giustizia sociale per tutti gli abitanti ancora lontani dalla loro terra di origine o che vivono nelle strutture abitative di emergenza è una grande opportunità per ripensare il ruolo delle aree interne e del loro sviluppo. Tutto questo richiede attenzione alla qualità del lavoro, al rispetto dell’applicazione dei contratti nazionali e al contrasto del lavoro irregolare, ponendo grande attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. In questa direzione molto è stato fatto ma molto è necessario fare. La congruità di cantiere funziona, ma Badge e settimanale di cantiere stentano a decollare: sono strumenti decisivi per monitorare la manodopera e prevenire infiltrazioni criminali.

La sicurezza nei cantieri resta una delle emergenze più gravi. Qual è la situazione nelle Marche e cosa va cambiato subito per ridurre gli incidenti?
I dati restano preoccupanti nonostante l’impegno messo in campo negli ultimi anni: sembrerebbe esserci una soglia sotto la quale non si riesce a scendere in termini di eventi infortunistici. Nello specifico i dati delle Casse Edili delle Marche da anni si sono stabilizzati su un rapporto costante tra ore lavorate e ore di infortunio. Molti incidenti avvengono dove i tempi di esecuzione dell’opera sono forzati: la scadenza del Pnrr al 30 giugno 2026 rischia di aumentare la pressione, aggravata dalla carenza di manodopera qualificata. Servono più ispettori e uno scambio diretto di dati tra organi di controllo ed enti bilaterali per poter intervenire in maniera più mirata. Decisivo il ruolo dei Rappresentanti territoriali della sicurezza: va creata subito un’associazione regionale Rlst del settore edile con un canale diretto di segnalazione agli ispettori. Nei cantieri, che cambiano continuamente e presentano rischi variabili, la rapidità degli interventi è essenziale. Fondamentale anche la formazione di qualità, che deve passare attraverso i nostri enti bilaterali e non con attestati poco credibili. Infine, serve una grande campagna di apprendimento dell’italiano per i tanti lavoratori stranieri: senza comprensione è difficile promuovere la sicurezza.

Facciamo il punto sulla ricostruzione post-sisma nelle Marche. A quasi dieci anni dalle prime scosse, qual è la situazione?
Negli ultimi due anni la ricostruzione ha cambiato passo. Le erogazioni di Cassa Depositi e Prestiti alle imprese, che operano nel cratere, sono cresciute nel 2023 del +37% sul 2022, +24% nel 2024 e +22% nei primi cinque mesi del 2025. Al 31 maggio sono arrivate oltre 19 mila domande per quasi 10,5 miliardi di euro. Nel 2025 sono stati avviati 1.200 nuovi cantieri pubblici, mentre nel suo complesso la programmazione pubblica della ricostruzione post-sisma 2016 conta 3.452 interventi per oltre 4,6 miliardi di investimento. Infine dobbiamo ricordare gli edifici di culto dei quali la zona appenninica è storicamente ricca. Stiamo parlando di 1.270 interventi per un importo di 737,8 milioni. In questo quadro è evidente la quantità di lavoro e di risorse che sta investendo e investirà per i prossimi anni le zone interne dell’appennino ascolano e maceratese. La morfologia del territorio è una prima criticità: tante risorse in un territorio molto esteso, circa 8.000 chilometri quadrati, con bassa densità abitativa. La distribuzione dei cantieri è estremamente eterogenea pertanto diventa fondamentale un lavoro sinergico tra le organizzazioni sindacali, gli enti bilaterali e le istituzioni per il controllo dei cantieri. Il rischio infiltrazioni resta alto: le interdittive antimafia sono state 18 nel 2023, 26 nel 2024 e 24 solo nei primi sei mesi del 2025. I protocolli di legalità firmati in Prefettura e l’accesso ai dati della struttura commissariale sono strumenti preziosi, a cui i nostri enti bilaterali contribuiscono con dati e competenze. Abbiamo intensificato la presenza nei cantieri, aumentando operatori e competenze. Infine, serve affrontare subito il tema degli alloggi per i lavoratori trasfertisti: campi base temporanei possono garantire condizioni dignitose ed evitare lunghi viaggi quotidiani che incidono anche sulla sicurezza.

Un’attenzione va al settore del legno che sta puntando su innovazione e premi di produttività: che cosa significa? Come si conciliano sviluppo e diritti dei lavoratori? 
Stiamo attraversando un passaggio epocale. Nel distretto del legno, con realtà di punta come Ferretti Group, l’innovazione e i premi di produttività non sono solo strumenti di competitività, ma anche la chiave per garantire crescita e tutele. La rivoluzione tecnologica e l’intelligenza artificiale stanno trasformando il modello industriale e, in un Paese segnato da anni di bassa crescita del Pil, l’aumento della produttività diventa indispensabile per sostenere occupazione, contrattazione e welfare. Per la Filca, questo significa accompagnare il cambiamento chiedendo investimenti strutturali in innovazione, formazione e politiche attive, così da coniugare sviluppo e diritti. L’impegno è presidiare i tavoli di trattativa con i grandi gruppi del settore, ma anche diffondere questa transizione nelle piccole e medie imprese, spesso meno attrezzate. Fondamentale, in questa prospettiva, l’utilizzo efficiente delle risorse europee e regionali, da concertare con le istituzioni, per orientare al meglio la modernizzazione del comparto e renderla inclusiva per tutti i lavoratori.

In conclusione quale priorità condivisa, tra imprese, istituzioni e lavoratori, su cui costruire il futuro delle costruzioni e del legno nelle Marche?
Le sfide del futuro del mondo del lavoro sono tante e complesse. Si possono affrontare solo con grande senso di responsabilità e di unità. Dal livello della qualità del lavoro si misura la giustizia sociale che un territorio è in grado di esprimere. La linea della Cisl e della Filca è chiara: un nuovo grande patto sociale. Mi auguro che le Marche possano essere un laboratorio di idee e di buone prassi che vadano in questa direzione. Dobbiamo mettere in campo le azioni che permettono di intercettare tutte le risorse possibili per sostenere nelle transizioni quelle aziende che promuovono la responsabilità sociale di impresa tramite la contrattazione aziendale o territoriale. Sicurezza, stabilità occupazionale, benessere organizzativo e redistribuzione del reddito ne sono i cardini.

Cinzia Castignani

( 2 ottobre 2025 )

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