Lo stabilimento ex Ilva di Taranto è salvo, la siderurgia italiana è salva. Mi è appena arrivato il messaggio che l’Aia (autorizzazione integrata ambientale) è stata rilasciata pochi minuti fa. L’industria italiana può ancora avere l’acciaio”. Una notizia importante che il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha comunicato durante il congresso della Cisl mentre si svolgeva la tavola rotonda “Energia, innovazione, industria: chi guida la transizione?” moderata da Andrea Pancani, vicedirettore del tg di La7. Sulla questione del siderurgico la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola ha tenuto a rimarcare che il sindacato e la Cisl in particolare è stato al fianco dei lavoratori fin dall’inizio della grande crisi dello stabilimento ed ancora oggi “ci siamo e ci assumiamo le nostre responsabilità. Chiediamo ora a tutte le forze politiche e istituzionali di fare la propria parte perché non si può giocare sulla pelle dei lavoratori. Siamo un sindacato responsabile - ribadisce Fumarola - ed è quindi prioritario che oltre alla tutela del lavoro ci sia di pari passo anche la tutela dell’ambiente e della sicurezza per una filiera produttiva fondamentale non solo per Taranto ma per tutto il Paese e anche per l’Europa”.
Durante la tavola rotonda Fumarola aveva già ribadito che “la sfida industriale ed energetica non si vince da soli, l’Europa è il contesto decisivo e deve reagire con unità e coesione. Se non vogliamo andare a sbattere - sottolinea - servono però investimenti coordinati per guidare insieme la transizione con una politica energetica chiara, coerente, sostenibile e coraggiosa. Energia e industria sono le due facce della stessa medaglia. Senza una strategia energetica di lungo periodo non c’è futuro per la nostra industria”. E continua: “Occorre riformare la fiscalità energetica, accelerare investimenti in rinnovabili e reti e individuare strategie per stabilizzare i prezzi. Sulle fonti rinnovabili siamo ancora indietro. Inoltre credo che sia opportuno riconsiderare l’opzione del nucleare nel mix energetico”. La segretaria generale della Cisl ha rilanciato l’importanza di un patto per l’industria: “Sul fronte industriale mentre altri Paesi manifatturieri si sono dotati di piani pluriennali chiari, noi abbiamo spesso assistito a interventi frammentati, discontinui e a politiche industriali fatte di tanti incentivi a pioggia poco coordinati. Negli ultimi anni ci sono stati sforzi apprezzabili, ma ancora non sufficienti a imprimere una spinta decisiva e strutturale al nostro sistema produttivo. Dobbiamo cambiare approccio, passare dalla logica emergenziale a una logica di visione e coordinamento italiano, ma anche europeo. Serve una visione comune di politica industriale, partecipata da attori pubblici, privati e parti sociali”.
Un tema importante quello della transizione in un momento storico in cui occorre fare i conti con due conflitti in Ucraina e in Medioriente e con la questione dei dazi. “Sui dazi - ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso - siamo, mi auguro, alla fase conclusiva di questo negoziato tra l’amministrazione Trump e la Commissione europea e ci auguriamo che sia una soluzione positiva, costruttiva, equa e sostenibile, come abbiamo sempre indicato con convinzione sin dall’inizio”. “Il governo - osserva Urso - ha sempre operato in modo costruttivo e collaborativo perché ci fosse un negoziato anche quando altri avevano già messo in conto o addirittura auspicato un’escalation di ritorsioni commerciali e quindi la guerra commerciale. Da ciò che apprendiamo dalle dichiarazioni dell’amministrazione americana, sembra si sia in procinto di raggiungere un’intesa, ci auguriamo che sia così”.
Per Chicco Testa presidente di Assoambiente “la transizione si può fare solo se si fanno dei veri e propri passi tecnologici e se si riesce ad avere la tecnologia nucleare” mentre per Elena Prodi del politecnico di Milano “tutti i paesi dell’Ue stanno investendo sulla transizione energetica ed è quindi necessario mettere in campo strategie più avanzate aprendo anche nuove produzioni. In questo contesto anche la legge sulla partecipazione è un importante canale per trainare la transizione”.
Sara Martano