Domenica 14 dicembre 2025, ore 15:17

Intervista

La sfida per un’edilizia sana, sicura e fondata sulla legalità

La sicurezza nei cantieri, l'aumento dei costi delle materie prime, la stretta creditizia, la fine dei bonus e la burocrazia complessa. Sono le questioni oggi da affrontare che interessano il settore delle costruzioni, volano fondamentale per l’economia del Paese. Ne abbiamo parlato con il nuovo segretario generale della Filca Cisl, Ottavio De Luca, eletto dal Consiglio generale della categoria il 6 novembre scorso. Con lui in segreteria anche Mauro Venulejo, Cristina Raghitta e Angelo Ribelli.
Segretario, lei succede ad Enzo Pelle che è stato alla guida della Federazione per 4 anni. Un’eredità importante che vede la Federazione sempre in prima linea con nuove proposte per incrementare e rafforzare le tutele dei lavoratori del settore...
La Filca ha 70 anni di storia. Oggi conta 300mila iscritti e siamo il primo sindacato in edilizia. Tra i primi provvedimenti che adotteremo ci saranno sicuramente misure per coinvolgere ancora di più i giovani: negli ultimi tempi abbiamo messo in campo un imponente ricambio generazionale in tutte le strutture della Filca, e vogliamo avvicinare i giovani al mestiere delle costruzioni. Questo è molto importante ribadirlo: lavorare in edilizia non deve essere più considerato un ripiego, l’ultima spiaggia. Oggi lavorare nei cantieri vuol dire avere un contratto più che dignitoso, vuol dire lavorare in un settore in forte crescita, sempre più tecnologico. È quello che chiediamo da sempre: l’edilizia deve essere sicura, sostenibile, moderna, con imprese sane e con un mercato all’insegna della legalità e della regolarità. Noi continueremo a essere protagonisti del mondo del lavoro: alcuni degli strumenti più importanti degli ultimi anni sono una intuizione nata in casa Filca, come il Durc, la congruità e la Patente a crediti. 
La sicurezza nei cantieri rimane un aspetto critico e una priorità da affrontare. Ancora oggi il settore registra tanti incidenti mortali. Quali sono i percorsi che voi auspicate per combattere questa grave piaga?
Nel corso dell’assemblea congiunta Rls-Rlst, i nostri rappresentanti per la sicurezza, abbiamo lanciato un programma per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, con un’attenzione particolare ai cantieri. Una delle proposte è utilizzare l’avanzo economico dell’Inail, circa 4 miliardi di euro, per incentivi premiali, investimenti in tecnologie e prevenzione. È inoltre indispensabile rendere i percorsi formativi dei lavoratori più efficaci e aggiornati, puntando su simulazioni reali, realtà virtuale e moduli brevi ma frequenti. L’introduzione di un patentino digitale unico per ogni lavoratore garantirebbe trasparenza e tracciabilità, mentre un ruolo più significativo assegnato ad Rls ed Rlst, con una maggiore interazione dei rappresentanti con gli Ispettorati e l’Inail, rappresenterebbe un elemento chiave per prevenire rischi e intervenire tempestivamente sulle situazioni critiche nei cantieri. Tra i punti di forza della nostra proposta ci sono anche il rafforzamento dell’attività ispettiva, un sistema di qualificazione delle imprese, il rafforzamento della responsabilità in solido fra appaltatore e subappaltatore e lo sviluppo di strumenti digitali per la tracciabilità delle attività nei cantieri. L’innovazione tecnologica in particolare può svolgere una funzione determinante nella prevenzione. Ma bisogna intervenire anche sulla cultura della sicurezza, con campagne nazionali, programmi educativi nelle scuole e premi per le aziende virtuose. La sicurezza non deve essere percepita come un obbligo burocratico, ma come un valore condiviso e integrato nei processi produttivi. Nei cantieri muore in media un lavoratore ogni due giorni: abbiamo il dovere morale di fermare questa scia di sangue e contribuire a costruire un settore sicuro, moderno, sostenibile.
Quanto il decreto sicurezza approvato a fine ottobre dal Consiglio dei Ministri può aiutare?
Il decreto sicurezza ha il merito di mettere al centro un criterio che a noi sta a cuore da sempre: la qualificazione del settore edile. Ed è per questo che concordiamo su una maggiore attenzione nella selezione dei medici competenti per le visite, su quelle strutture e su quei soggetti che possono erogare formazione, così come una selezione più attenta a quelle imprese che entrano nella White List dell’Ispettorato del Lavoro e maggiore promozione della cultura della sicurezza attraverso strumenti premiali. Apprezziamo, inoltre, l’idea delle borse di studio ai figli delle vittime sul lavoro, intuizione che ha portato agli accordi tra sindacati delle costruzioni e parti datoriali dell’8 ottobre scorso, che hanno dato il via a un nuovo umanesimo degli enti bilaterali, come aveva auspicato la Filca. Importanti anche le disposizioni sulla Patente a Crediti, strumento di fondamentale importanza per qualificare il mercato dell’operatore economico sugli investimenti effettuati in salute e sicurezza. Permangono, invece, alcune criticità sull’interpretazione dell’accordo Stato-Regioni sulle associazioni sindacali e sul concetto di rappresentatività, così come importanti difformità nell’applicazione in merito alla facoltà data al datore di lavoro di potere svolgere formazione, ignorando così molte previsioni e criteri di qualità invece previste per gli altri enti. Infine, accogliamo con piacere la digitalizzazione della tessera di riconoscimento per entrare in cantiere, tessera già prevista da molti anni nel d.lgs. 81/2008 come obbligo in capo al datore di lavoro. La tessera sarà importante per il monitoraggio della manodopera nei cantieri: per questo da anni abbiamo proposto il badge, il frutto di studi di questa Federazione, che ha visto molte declinazioni negli anni. 
Ha citato l’accordo nel sistema bilaterale: di cosa si tratta?
L’accordo firmato recentemente è davvero significativo perché dà il via a un nuovo corso per il sistema bilaterale delle costruzioni, che si conferma un presidio di legalità e regolarità. Un accordo importante perché valorizza e consolida l’esperienza della bilateralità contrattuale in edilizia e ci consente di dare risposte ancora più celeri e concrete alle esigenze dei lavoratori del settore e delle loro famiglie. Tra le misure previste ci sono la proroga del fondo prepensionamento e nuove prestazioni sociali, l’istituzione di una retta mensile per i figli dei lavoratori edili deceduti sul lavoro, per sostenere lo studio fino alla laurea; un contributo di 500 euro una tantum per sostenere un canone di locazione o la rata del mutuo; per i lavoratori malati oncologici, con gravi malattie cardiache e autoimmuni, la possibilità di avere una copertura economica pari alla erogazione della Naspi per sei mesi. Insomma, abbiamo dato il via a un nuovo umanesimo del sistema bilaterale, come avevamo chiesto nel corso del nostro Congresso che si è svolto a giugno.
De Luca il settore resta trainante per la crescita, lo dicono i dati: 124,8 miliardi di valore aggiunto nel 2024, pari al 5,7% del Pil totale, con un aumento di 156mila addetti su base annua, pari ad un 5% in più, che ha permesso di raggiungere i 3,3 milioni di occupati in totale. Cifra superiore persino ai livelli precedenti la crisi del 2008. Ma i prossimi mesi saranno cruciali, visto che nel 2026 termineranno gli investimenti legati al Pnrr. Cosa si può fare per non arrestare la crescita?
Si può fare tantissimo: potenziare la rete infrastrutturale del Paese, fare interventi continui di manutenzione su ponti, strade, edifici pubblici, rigenerare i centri storici, intervenire sulle periferie. E poi c’è la messa in sicurezza del territorio: è molto più economico intervenire prima piuttosto che spendere ingenti risorse per risanare un territorio ferito dalle avversità atmosferiche. Per non parlare delle vittime umane che spesso questi fenomeni provocano. Interventi che vanno accompagnati dal ricorso alle nuove tecnologie, che possono sicuramente aumentare la qualità del lavoro nei cantieri, a partire dalla sicurezza. Per questo abbiamo proposto incentivi e aiuti alle aziende che investono in tecnologia sul fronte della sicurezza: pensiamo all’Intelligenza Artificiale, alla sensoristica, alla digitalizzazione. 
Programmi come il Pnrr e la rigenerazione urbana aprono nuove opportunità, ma richiedono anche una visione strategica e nuove competenze. Quanto è importante al riguardo la formazione?
Da qualche anno a questa parte le aziende hanno un problema serio: trovare manodopera e trovarla qualificata. È necessario che le competenze degli operai vadano di pari passo con i cambiamenti del settore. La formazione resta prioritaria in questo settore. L’azione messa in campo quotidianamente dal nostro sistema delle Scuole edili è encomiabile, ma va sicuramente rafforzata. 
Un’ultima domanda interessa le infrastrutture ed in particolare il progetto di realizzazione del Ponte sullo Stretto. Cosa ne pensa?
Il Ponte fa parte di un progetto molto più vasto, perché unirà il corridoio dell’Unione europea che collega la Norvegia e la Svezia con il Mar Mediterraneo e il sud dell’Europa. Ed è falso che il Ponte toglie risorse alle altre opere, attese da decenni nelle due regioni e mai realizzate. Anzi, è vero il contrario: grazie al Ponte ci saranno 4 miliardi di euro per le varie opere accessorie, come strade e ferrovie. Il Ponte è un progetto strategico che può unire, creare lavoro, attrarre investimenti e far crescere il Sud e l’intero Paese. Scuole, ospedali, servizi, tutto migliora quando c’è economia, quando un territorio si muove e produce. Il Ponte può essere il simbolo di un’Italia che crede nel futuro, che investe e non rinuncia a costruire. 
Sara Martano

( 11 dicembre 2025 )

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