Ad un anno dalla tragica morte di Satnam Singh, nell’agro pontino, i sindacati tornano a chiedere giustizia e piena applicazione degli strumenti di contrasto e prevenzione del caporalato. L’apertura del tavolo interistituzionale, un anno fa, per Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil aveva condotto al recepimento di misure importanti, come il sistema unico dei controlli e la banca dati degli appalti in agricoltura, “ma ancora migliaia di lavoratori continuano a vivere in condizioni di ricattabilità”, motivo per cui le tre organizzazioni ritengono indispensabile riavviare quel confronto a livello nazionale per dare gambe ai cambiamenti annunciati. È quanto emerso dall’incontro voluto a Latina dai sindacati di categoria con il Prefetto e i vertici provinciali di Inps, Inail, Inl, Asl, Carabinieri e Guardia di Finanza. Tra le proposte rilanciate: piena applicazione della Legge 199 del 2016, agevolazioni per le imprese che si iscrivono alla Rete del lavoro agricolo di qualità, più contrasto alle imprese senza terra che non svolgono attività di appalto genuine. Ma soprattutto, il superamento dei decreti flussi: “Serve un’immigrazione legale più connessa con il fabbisogno del mercato del lavoro – hanno affermato i rappresentanti nazionali di Fai, Flai e Uila, Onofrio Rota, Silvia Guaraldi ed Enrica Mammucari – e questo richiede oggi l’emersione dei lavoratori stranieri entrati regolarmente nel Paese con i precedenti decreti e divenuti irregolari, proprio come Satnam: è necessario quindi riconoscere un permesso per attesa occupazione a quei lavoratori per farli uscire dal limbo dell’invisibilità e dello sfruttamento”. Tra le altre priorità indicate dai sindacati: più progetti partecipati da parti sociali e istituzioni, il superamento dei ghetti, anche con la spesa completa dei 200 milioni previsti dal Pnrr, e infine la conferma e piena applicazione in tutti i Paesi Ue della condizionalità sociale nella Pac. Da parte loro le istituzioni locali hanno riconosciuto diverse difficoltà ma anche rivendicato i passi in avanti compiuti in questi 12 mesi. L’Inps ha raggiunto l’iscrizione alla Rete del lavoro agricolo di qualità per 450 aziende: ancora poche se si pensa che in provincia sono circa 6 mila, ma comunque il doppio di un anno fa. Sono diminuite le imprese senza terra: “Oggi ne contiamo 26, purtroppo diverse aziende chiuse le ritroviamo operanti in altre province, ma evidentemente il sistema dei controlli va nella giusta direzione”, ha detto Maurizio Mauri, dirigente dell’Inps di Latina. Mentre Anna Maria Miraglia, direttrice dell’Ispettorato territoriale del lavoro, ha evidenziato lo svolgimento di 308 vigilanze in agricoltura, dalle quali sono stati riscontrati 116 lavoratori completamente a nero, 225 senza formazione né sorveglianza sanitaria, mentre 194 hanno recuperato somme da ore lavorate ma non remunerate. Diverse le misure rivendicate anche dall’Assessore regionale Giancarlo Righini, tra cui un bando per 200 milioni di euro dal quale sono escluse le imprese agricole non iscritte alla Rete del lavoro di qualità. Il confronto era dunque necessario ed è stato accolto con favore dai sindacati, ma il cammino da compiere perché non ci siano più casi Satnam Singh è complesso e richiede nuove azioni anche a livello nazionale.
Rossano Colagrossi