Da piazza Santi Apostoli a Roma la Cisl rilancia forte l'esigenza di un patto sociale su lavoro, crescita e coesione. Un vero e proprio Patto della responsabilità - lo definisce la Cisl - che unisca le forze riformiste, i sindacati, gli imprenditori e il governo per cercare di traguardare nuovi obiettivi stabili visto che nel 2026 il Pnrr finirà e “senza un piano nazionale di ripresa e resilienza si rischia che il Paese torni indietro” afferma la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola dal palco della piazza. La manifestazione di oggi non è solo un punto di arrivo della campagna di mobilitazione con cui la confederazione di via Po ha attraversato il Paese per sostenere le richieste di modifica alla legge di Bilancio e rilanciare il patto di responsabilità, ma è anche un inizio per costruire un percorso fondato sul dialogo e sul bene comune. “Il nostro paese attraversa una fase complicata - continua Fumarola - e per noi il dialogo e il confronto sono fondamentali. E' importante migliorare la manovra in alcuni punti a partire dal rifinanziamento della Legge 76, la legge sulla partecipazione, perchè realizzare partecipazione oggi significa realizzare buone relazioni industriali nei luoghi di lavoro e significa anche promuovere la cultura della partecipazione”. Un valore fondamentale che pone il lavoratore quale protagonista all'interno dei luoghi di lavoro.
Tanti gli interventi dei delegati sindacali che si sono succeduti sul palco ed hanno portato contributi rilevanti oltre a migliaia di lavoratori, pensionati e dirigenti delle federazioni, delle regioni e dei territori provenienti da tutta Italia. Tutti con un unica voce: costruire insieme un futuro degno attraverso un Patto della responsabilità che prevede all'interno tre grandi cantieri. “Il primo è quello che punta a salari più alti, maggiore produttività attraverso il principio semplice e potente che ogni lavoratore ha il diritto ad una contrattazione di prossimità, decentrata, aziendale o territoriale - spiega la leader della Cisl Fumarola -. Il secondo è quello delle nuove tutele e di uno Statuto della persona nel mercato del lavoro. Il terzo grande cantiere: la partecipazione. Non possiamo più accontentarci del modello in cui il lavoro subisce le decisioni prese altrove. La legge 76 non è solo un numero. È la traduzione di anni di battaglie: partecipazione gestionale, organizzativa, economico-finanziaria, consultiva”. E continua: “Questa piazza non è un luogo: è un messaggio. È la dimostrazione che in questo Paese c'è una forza silenziosa, concreta, tenace. Una forza che non urla per farsi notare, ma cammina, insiste, costruisce. E allora cambiamo la Manovra, fino all'ultimo giorno. Costruiamo il dopo Pnrr, cambiamo e miglioriamo i rapporti sociali e industriali stando dentro le dinamiche del cambiamento e mettendo al centro la persona che lavora, la coesione, il Paese e l'Europa”. Il messaggio alla politica è chiaro: “ Al governo diciamo: il metodo del confronto che si è riaperto va consolidato, non usato a corrente alternata. La presidente del Consiglio al nostro ultimo congresso ha detto parole importanti e significative: andiamo avanti, si dimostri che le parole hanno un peso. Apriamo una stagione di concertazione nuova, per trovare soluzioni e decidere insieme. E a Cgil e Uil diciamo: possiamo avere culture diverse, storie diverse, linguaggi diversi. Ma il Paese - conclude Fumarola - ha bisogno che sul terreno dei contenuti, degli obiettivi, delle proposte, a vincere sia la concretezza. Alla gara a chi urla di più, certo noi non abbiamo mai partecipato e mai parteciperemo”.
Sara Martano

