Prima l’inserimento di un emendamento ad hoc nel decreto legge Infrastrutture, poi l’esclusione dello stesso dal provvedimento del Governo, infine l’intervento di due deputati con due distinti ordini del giorno, che dovrebbero essere riusciti a dipanare questa matassa che sembrava ogni giorno più ingarbugliata, dando così un futuro più sereno a tantissimi lavoratori e alle loro famiglie. La vicenda è quella del Consorzio Venezia Nuova e delle due società ad esso collegate, Comar e Thetis, impegnati nella manutenzione del Mose.
Tra i lavoratori e i sindacati di categoria c’era grande preoccupazione per la decisione del Governo di non includere nel decreto legge Infrastrutture un emendamento ad hoc per la costituzione di una società in house che si sarebbe dovuta occupare della gestione e delle manutenzioni presso il Consorzio Venezia Nuova, per poi trasferirla all’Autorità più avanti. Una soluzione in questo senso era stata annunciata dal presidente dell’Autorità per la Laguna, Roberto Rossetto, che aveva rassicurato i sindacati nel corso di un incontro, dichiarando che la costituzione della società in house avrebbe garantito un futuro più sereno ad almeno la metà dei dipendenti interessati, circa un centinaio sui duecento totali. La norma era stata annunciata come emendamento da parte delle forze di maggioranza, ma poi era stata ritirata a sorpresa. L’assenza di questo provvedimento nel decreto Infrastrutture non era passata inosservata: i sindacati avevano puntato il dito contro il Governo, reo di aver fatto marcia indietro su un tema così delicato per la città, lasciando alla deriva un centinaio di lavoratori e le loro famiglie. Eppure la norma aveva una sua ratio: accelerare i tempi dell’iter per assicurare stabilità occupazionale ai lavoratori, sui quali pende la spada di Damocle della cessazione dell’attività da parte del Consorzio Venezia Nuova e delle due società ad esso collegate, Comar e Thetis.
A risolvere le cose ci hanno pensato alcuni deputati, che con distinti ordini del giorno hanno recuperato una situazione che sembrava compromessa, permettendo di velocizzare la procedura di costituzione della società entro l’anno. “Siamo soddisfatti per l’evoluzione di questa vicenda - hanno dichiarato i segretari generali della Cisl Venezia, Michele Zanocco, e della Filca-Cisl veneziana, Andrea Grazioso - perché ci consente di rassicurare i tanti lavoratori coinvolti. Ma ovviamente continuiamo a vigilare con grande attenzione: la brusca frenata determinata dall’esclusione dell’emendamento dal decreto legge Infrastrutture aveva complicate in maniera preoccupante il delicato processo di gestione del Mose e soprattutto delle persone che hanno il legittimo bisogno di avere risposte per il loro futuro lavorativo. Il ritiro dell’emendamento che riguardava l’apertura di un percorso per la costituzione della società che dovrà garantire le manutenzioni del sistema Mose è stato per fortuna superato dai due ordini del giorno. E siamo ovviamente soddisfatti perché l’Autorità per la Laguna ha raccolto la nostra richiesta di incontro: lunedì 28 luglio infatti, è previsto un videoincontro proprio per evitare ulteriori intoppi a questo percorso, per identificare percorsi comuni funzionali a gestire la situazione”.
Nel frattempo prosegue il lavoro del Mose: le paratie si confermano una infrastruttura cruciale per la difesa della città contro l’acqua alta. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha riferito che, in cinque anni, il sistema ha prevenuto danni alla città lagunare per un valore superiore a 2,6 miliardi di euro.
Vanni Petrelli