Mercoledì 10 settembre 2025, ore 23:24

Lavoro

Pomigliano: rinnovo per un anno dei contratti di solidarietà

A Pomigliano d'Arco (Napoli), nello stabilimento Stellantis, è stato siglato un pre-accordo tra azienda e sindacati (Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf) per la proroga per un anno dei contratti di solidarietà (Cds). Coinvolti i 3.750 lavoratori della fabbrica, a partire dall'8 settembre prossimo. Il pre-accordo prevede una riduzione media dell'orario di lavoro fino al 75%, propedeutico alla formalizzazione dell'intesa definitiva presso il ministero. I sindacati hanno anche ottenuto la sottoscrizione di un verbale congiunto, con la direzione aziendale, per richiedere un incontro con la Regione Campania ed ottenere un sostegno al reddito, finalizzato a garantire la partecipazione ai percorsi formativi previsti nell'ambito del contratto, tema che verrà portato anche al tavolo ministeriale. Il ricorso alla solidarietà, secondo quanto emerso, è motivato dal permanere di una situazione di incertezza in cui versa il settore automotive. Per Aniello Guarino, segretario provinciale della Fim, la solidarietà però "non può e non deve diventare una soluzione strutturale. È uno strumento di difesa, non di gestione ordinaria". "E' indispensabile - ha sottolineato - accompagnare questa misura con un piano industriale chiaro, vincolante e verificabile, che preveda investimenti tangibili, tempi certi e obiettivi produttivi coerenti con il rilancio dello stabilimento. Questa deve essere la priorità del nuovo amministratore delegato. Non accetteremo che la solidarietà si trasformi in alibi per ritardare decisioni strategiche o per scaricare sulle spalle dei lavoratori l'incertezza del futuro. Servono garanzie occupazionali concrete, prospettive di crescita reale e un impegno formale da parte dell'azienda a valorizzare le professionalità presenti, evitando logiche di ridimensionamento o precarizzazione".
"La rinnovata richiesta di Stellantis di ricorrere a ulteriori ammortizzatori sociali in diversi importanti stabilimenti del gruppo conferma le gravi difficoltà di mercato che si sono manifestate lungo tutto il 2025. Particolarmente critica è la situazione di Termoli, dove pesano in maniera evidente sia lo stop agli investimenti sulla Giga Factory sia la flessione nella produzione dei motori. Ci preoccupano inoltre le riduzioni di volumi che stanno incidendo negativamente sulle produzioni di Pomigliano, così come la grave condizione dello stabilimento di Cassino. Restano, infine, forti interrogativi sull'impatto delle nuove produzioni previste a Melfi". Lo dice Ferdinando Uliano, segretario generale Fim-Cisl, che aggiunge: "Per questo riteniamo urgente un primo incontro con il nuovo Ceo di Stellantis, insieme alle segreterie generali delle organizzazioni sindacali, finalizzato a predisporre un vero e proprio piano industriale per l'Italia, capace di garantire nuove produzioni, consolidare gli investimenti e mettere in sicurezza stabilimenti e occupazione. Abbiamo già sollecitato il Governo - conclude- a convocare con la massima urgenza il tavolo Stellantis". 
Anche la Uilm Campania, con il segretario generale Crescenzo Auriemma, ha espresso preoccupazione: "Abbiamo firmato la proroga del contratto di solidarietà come strumento utile in questa fase di difficoltà, ma ribadiamo con forza che non può trasformarsi in una soluzione strutturale. Serve un piano industriale chiaro, vincolante e verificabile, con investimenti concreti e obiettivi certi. Non accetteremo che la solidarietà diventi un alibi per ritardare decisioni strategiche o scaricare sulle spalle dei lavoratori l’incertezza del futuro".
Auriemma ha ricordato le criticità di mercato dei modelli prodotti e i problemi di approvvigionamento che hanno causato stop alla produzione, chiedendo l’apertura di un tavolo di crisi tra Governo, azienda e sindacati per garantire il futuro dello stabilimento e dell’indotto campano.
Dallo stabilimento Stellantis intitolato al filosofo napoletano Giambattista Vico, esce il 59% delle automobili che si producono in Italia. Degli undici chilometri quadrati del paese, che è a mezz’ora di strada a nord-est di Napoli, tre chilometri sono dentro o intorno a questa macchia. Molti dei 4mila che lavorano qui sono abitanti di Pomigliano, 40mila in tutto.
Gli operai della fabbrica - che nacque nel 1972 come azienda pubblica col nome di Alfasud, fu acquisita da Fiat nel 1986 ed è diventata Stellantis dal 2021 - arrivano da tutti i principali centri del napoletano: Giugliano, Melito, Frattamaggiore, Caivano, Acerra, Marigliano, Somma Vesuviana. Una sequenza di paesi quasi senza soluzione di continuità .
A dicembre Stellantis ha presentato un piano industriale che secondo l’azienda dovrebbe assicurare il futuro dello stabilimento. La Panda, che è l’auto più venduta in Italia (133mila vetture nel 2023), continuerà a essere prodotta a Pomigliano fino al 2028. Saranno poi messi in produzione altri due modelli del segmento B, cioè di auto di dimensioni contenute (entro i 4,2 metri), che sono quelle più richieste dal mercato. Tuttavia, secondo uno studio presentato all’inizio di gennaio dalla Fim, la Federazione dei metalmeccanici della Cisl, questo potrebbe non essere sufficiente. Restano aperte alcune domande chiave che riguardano i volumi richiesti dal mercato, la tempistica dei lanci dei nuovi modelli, la tenuta dell’indotto.
Ed ora, dopo Termoli e Pomigliano, tocca a Mirafiori prolungare fino al 2026 i contratti di solidarietà per i lavoratori delle Carrozzerie, delle Presse, della Costruzione Stampi e dell’ex PCMA. Si andrà avanti dal primo settembre al 31 gennaio prossimo, per accompagnare la salita produttiva della nuova Fiat 500 ibrida, in linea dal prossimo autunno. Archiviata la pratica Maserati - la produzione di GT e GC si è trasferita nello stabilimento di Modena - Mirafiori punta sulla versione ibrida della 500 per mantenere i volumi nel sito industriale di Torino dove la stessa 500 bev sembra aver concluso il suo ciclo produttivo.
 

( 28 agosto 2025 )

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