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Crisi

Sicilia terra di nessuno, maglia nera in Europa per disoccupazione e povertà

Il giorno dopo la manifestazione regionale di Cgil Cisl Uil Sicilia, svolta a Palermo, è il momento delle riflessioni.

L’Isola è maglia nera in Europa per occupazione (25%), Neet (coloro che non studiano e non lavorano, 40%), povertà assoluta (250 mila famiglie). "È il fallimento storico, politico ed economico, della classe dirigente".

"La Sicilia degli ultimi anni ha perso tutte le scommesse - commenta amaramente Mimmo Milazzo, segretario regionale Cisl. Per questo siamo qui. Per chiederne il senso al governo della Regione e alla classe politica dell’Isola. Ne prendano atto. Mettano in conto di restituire la parola ai siciliani". Alla manifestazione, rilanciata attraverso i social dall’hashtag #LaSiciliaAffonda, hanno partecipato, secondo i sindacati, 15mila persone giunte da ogni parte della Sicilia. Per Milazzo, a essere stata persa è la "scommessa dell’occupazione".

"A lavorare in Sicilia è solo il 25% dei cinque milioni di siciliani. E stando a Eurostat, siamo gli ultimi in Europa per tasso d’occupazione", afferma. Ma la Sicilia è maglia nera nel continente europeo, denuncia il segretario, pure per Neet, i giovani tra 18 e 24 anni che non lavorano né studiano o seguono corsi di formazione. "Da noi sono più del 40%, la media europea si ferma al 16%". Poi, per la Cisl c’è "il buco nero della povertà". "Nell’Isola - rimarca Milazzo - sono appena 1.182 i siciliani che guadagnano più di 500 mila euro l’anno contro le 250 mila famiglie in condizioni di povertà assoluta, cioè al di sotto del livello minimo di sussistenza". E anche questo è un dato che non ha eguali in Europa. Insomma, questi numeri rivelano "il fallimento storico, politico ed economico, della classe dirigente e politica dell’Isola", tuona la Cisl. E questa è la ragione per cui, sottolinea, i sindacati siciliani hanno dato il via a una mobilitazione che continuerà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. "Più di tre anni sono passati da allora ma il governatore e i suoi governi - ripete il segretario - non sono stati in grado di riformare la pubblica amministrazione, di riorganizzare la macchina delle istituzioni, di condurre in porto riforme fondamentali, dalle ex Province alla formazione alle Partecipate a settori strategici come l’acqua e l’energia per non parlare dei rifiuti". Sui rifiuti, uno dei settori-simbolo del degrado politico e sociale dell'Isola, lo stato d’emergenza chiesto in questi giorni a Roma dal governo regionale ha il sapore di vere e proprie "lacrime di coccodrillo", commenta il numero uno della Cisl rimarcando che la Sicilia è diventata ormai un "termine di paragone negativo" nel Paese.

( 9 maggio 2016 )

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