"Pretendiamo un incontro con l’amministratore delegato di Stellantis, Filosa e un aggiornamento del piano industriale, perché rispetto a quello presentato non più tardi di qualche mese fa, dall’inizio dell’anno abbiamo visto una situazione in peggioramento”. Così il segretario generale nazionale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano che ribadisce: “Dobbiamo affrontare temi strategici importanti di rafforzamento. Ad esempio a Melfi chiediamo di assegnare una nuova vettura, bisogna dare certezze a Cassino e allo stabilimento di Pomigliano d’Arco. La questione è aperta anche su Termoli, la cui produzione di batterie mette anche in sicurezza gli altri siti”. E continua: “Abbiamo partite molto importanti e sicuramente quella della contrattazione collettiva è un tema centrale, ma diventa strategica quella delle politiche industriali”.
In particolare sullo stabilimento lucano di Melfi, il sindacalista afferma che “rimaniamo attenti all’esito dei nuovi lanci produttivi. Siamo in procinto dal lancio della nuova Jeep Compass nelle due versioni ibrida ed elettrica e questo crea molta aspettativa perché i volumi sono molto bassi per uno stabilimento che nei primi sei mesi ha viaggiato a 19mila modelli, mentre nei periodi floridi di Melfi si viaggiava a 150mila. È chiaro che l’aspettativa è molto alta soprattutto per far ritornare Melfi uno stabilimento in grado di sviluppare volumi importanti e mettere in sicurezza l’occupazione diretta e quella dell’indotto”. Oggi la situazione è particolarmente complessa a Melfi perché gli occupati sono scesi da 7mila a circa 4.600 e l’indotto è in sofferenza. Per questo il sindacato sta sollecitando sia Stellantis, sia la Regione, sia il Mimit perché “dal nostro punto di vista - conclude Uliano - bisogna prendersi in carico di queste importanti realtà”.
E si fa ogni giorno più critica anche la situazione allo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, specchio di una crisi profonda che investe l’intero settore automotive. “Senza un piano concreto di accompagnamento per l’industria dell’automotive - sottolinea il segretario generale Fim Napoli, Biagio Trapani - anziché accompagnare i lavoratori e i territori, li si lascia esposti e vulnerabili. I lavoratori oggi lavorano in media solo due giorni a settimana, mentre per il resto sono coperti dai contratti di solidarietà. Una condizione insostenibile e a peggiorare ulteriormente il quadro è arrivata l’ennesima comunicazione di fermo produttivo di due settimane per i modelli Tonale e Hornet e un’ulteriore settimana di stop per la Panda, che finora ha garantito livelli occupazionali stabili”.
Anche lo stabilimento Stellantis di Atessa ha perso 1.600 lavoratori dal 2021 ad oggi con una riduzione della produzione da 310 mila fino a 192 mila furgoni nel 2024: secondo gli esperti l’impianto, nonostante tutto, è rimasto il punto di forza del gruppo. “Il piano Tavares di anticipare la transizione è fallito - afferma il coordinatore nazionale Fim, Stefano Boschini -. Oggi la maggior parte degli stabilimenti sono fermi, tranne Pomigliano e Atessa. Il costo esorbitante dell’energia ha fatto il resto, anche quello di mettere in stand by il progetto della gigafactory di Termoli. Le batterie, Stellantis, le ha messe in produzione in Spagna”.
Sara Martano