Non è bastata una maratona di oltre 12 ore al ministero del Lavoro per trovare una soluzione alla vertenza Teleperformance. Se ne riparlerà il 10 luglio, quando le parti torneranno a confrontarsi per trovare una soluzione che preservi l'occupazione nei due call center della multinazionale francese a Taranto e Roma. Parliamo di 2600 addetti, di cui 1600 a tempo indeterminato solo a Taranto e poco più di 300 a Roma. Teleperformance chiede un accordo di ristrutturazione per mettere soprattutto fine alle perdite economiche di Taranto, i sindacati, pero', contestano le proposte aziendali. La trattativa al ministero non coinvolge il terzo call center della società a Parco Leonardo a Fiumicino, che ha altre 500 dipendenti ed è l'unico in attivo. Il cda di Teleperformance, alla vigilia del confronto al ministero del Lavoro, era stato determinato: senza intesa sindacale, dall'1 luglio i manager aziendali avrebbero dovuto attuare tutte le azioni necessarie a ridurre le perdite. Abbandono, dunque, a meno dell’accettazione, da parte dei lavoratori, della riduzione del monte ore, 20-24 ore settimanali anziché le 33 attuali. Che comporterebbe, ovviamente, un ridimensionamento dello stipendio difficile da accettare per i sindacati. La partita, dunque, come ha riconosciuto ieri sera lo stesso sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova resta estremamente complicata. "Fin dal primo momento - ha detto a margine dell'incontro - non ci siamo illusi che quella di Teleperformance fosse una vertenza facile. Eravamo, e siamo consapevoli infatti, dei margini stretti di manovra. Proprio per questo abbiamo messo in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione, compresi i contratti di solidarieta', uno degli strumenti piu' efficaci per garantire i livelli occupazionali in tempi di crisi, rifinanziati proprio nei giorni scorsi". "Personalmente continuo a credere - ha concluso Bellanova - che un confronto serio e pacato non possa che giovare a tutte le parti".